Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 9 Maggio, 2023
Nome: 
Marco Simiani

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Presidente, gentili colleghe, gentili colleghi, a seguito delle rilevanti difficoltà di approvvigionamento delle fonti energetiche e della notevole volatilità del mercato energetico mondiale derivanti dall'aggressione russa ai danni dell'Ucraina la Commissione europea ha presentato il nuovo piano REPowerEU. Le finalità del piano REPowerEU sono essenzialmente tre: risparmiare energia, produrre energia pulita e diversificare il nostro approvvigionamento energetico. L'obiettivo prioritario del piano è quindi quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi molto prima del 2030, secondo le modalità che garantiscano anche la coerenza con il Green Deal europeo e il quadro normativo europeo sul clima, che fissa la riduzione pari almeno al 55 per cento delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050.

Altro obiettivo del piano presuppone l'innalzamento della quota di produzione di energie rinnovabili. Le rinnovabili costituiscono l'energia più economica e pulita a nostra disposizione, e possono essere prodotte interamente riducendo le necessità di importazione di energia. Il REPowerEU accelererà la transizione verde e stimolerà ingenti investimenti nelle energie rinnovabili. Dobbiamo inoltre consentire all'industria e ai trasporti, sia pubblici che privati, di sostituire rapidamente i combustibili fossili per ridurre le emissioni e la dipendenza. Terzo obiettivo del piano è la diversificazione degli approvvigionamenti.

L'Europa sta collaborando da tempo con i partner internazionali per trovare forniture energetiche alternative. Nel breve termine abbiamo bisogno quanto prima di forniture alternative di gas, petrolio e carbone. In futuro occorrerà, e di questo ne siamo assolutamente certi, anche idrogeno rinnovabile. Come è sempre stato ampiamente sottolineato, l'adozione del piano si è resa necessaria soprattutto al fine di aiutare le famiglie e le imprese già colpite dalla crisi COVID ed abbattere i costi dell'energia, nell'ottica di una ripresa efficace, sostenibile ed inclusiva. L'Europa in questi mesi ha lavorato molto bene.

Ad oltre un anno dall'invasione russa dell'Ucraina le esportazioni di gas russo verso l'UE si sono infatti ormai ridotte dell'80 per cento. In Italia, grazie alle iniziative del Governo Draghi, le importazioni energetiche con la Russia sono state dimezzate, nonostante le polemiche strumentali della destra quando era all'opposizione, che prima ha alimentato - vedi il rigassificatore di Piombino - le perplessità del territorio, per poi rimangiarsi tutto una volta al Governo.

Tutto questo è stato possibile grazie alla fermezza del Partito Democratico e alle iniziative dell'Unione europea sul price cap, promosse e sostenute anche queste dall'ex Premier Mario Draghi e a cui l'attuale Governo si è poi accodato, cercando maldestramente di rivendicarne l'attuazione. Quello che è stato fatto, però, è solo il primo passo di una strategia energetica complessiva che va attuata nei prossimi anni. E, qui, vengono in gioco le risorse del PNRR allo scopo di finanziare investimenti e risorse chiave che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi prefissati, nonché di ottimizzare la complementarietà, la coerenza e la coesione delle strategie delle azioni intraprese dall'Unione europea e dagli Stati membri, per promuovere l'indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico dell'Unione.

Gli Stati membri, infatti, dovranno introdurre nei PNRR nazionali un apposito capitolo dedicato al Piano REPowerEU, ai sensi del nuovo Regolamento (UE) 2023/435 recentemente approvato che modifica il regolamento del 2021/241, istitutivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Sulla base delle nuove linee guida della Commissione del 1° febbraio 2023 per il finanziamento dei capitoli del REPowerEU, gli Stati avranno così a disposizione ulteriori risorse per 20 miliardi di euro in sovvenzioni ( di cui 12 dal Fondo per l'innovazione e 8 delle aste anticipate delle quote ETS) e di queste l'Italia ne avrà circa 2,76, il 13,8 per cento. Inoltre, gli Stati potranno trasferire fino al 7,5 per cento delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale dal Fondo sociale europeo Plus e dal Fondo di coesione, equivalenti per l'Italia a circa 2,1 miliardi. Sono inoltre a disposizione anche i fondi non spesi della riserva di adeguamento alla Brexit.

Le riforme e gli investimenti del capitolo dedicato al Piano REPowerEU all'interno del PNRR devono specificamente mirare a contribuire al conseguimento di almeno uno dei seguenti obiettivi: primo, la promozione dell'efficienza energetica degli edifici e delle infrastrutture energetiche; secondo, il contrasto alla povertà energetica di famiglie e imprese comprese le piccole e medie imprese; terzo, l'incentivazione della riduzione della domanda di energia; quarto, il contrasto alle strozzature interne e transfrontaliere nella trasformazione di energia e di accelerazione dell'integrazione delle fonti energetiche rinnovabili; quinto, la promozione di riqualificazione accelerata della forza lavoro grazie all'acquisizione di competenze verdi e delle relative competenze digitali.

Appare palese che su molti di questi settori il Governo non sia solo in ritardo, ma abbia addirittura cancellato norme e risorse. Mi riferisco, in particolar modo, alle norme per la riduzione degli oneri di sistema sulle bollette, che l'attuale Governo ha deciso di eliminare. Nonostante i proclami trionfali delle scorse settimane sulla riduzione dei costi energetici, ad aprile è tornato improvvisamente a salire il prezzo del gas. Si tratta di un aumento sensibile del 22 per cento rispetto a marzo che andrà inevitabilmente a incidere sulle bollette. L'incremento è dovuto principalmente alla riduzione prevista dal recente decreto Bollette.

Altro settore sul Piano del REPowerEU in cui il Governo sta andando colpevolmente in controtendenza è quello del mancato finanziamento della riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati. Si tratta di un tema che la maggioranza sta completamente ignorando e i cui effetti non tarderanno a palesarsi. Il Governo taglia su tutto, permettetemi questo inciso, per poi rivendicare in un video patinato che questi risparmi verranno utilizzati per dare 60 euro o forse 40 euro lordi per sei mesi ai redditi medio-bassi.

Detto questo, la mozione che presentiamo nasce, quindi, dall'incertezza in cui il Governo sta portando avanti le politiche energetiche, ma, non solo; la mozione vuole anche chiarire se e come le risorse del PNRR in questo capitolo verranno utilizzate, perché che il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia a rischio non lo dicono le opposizioni, lo dice lo stesso Governo.

E lo dice chiaramente tramite il Ministro Fitto che ha ammesso recentemente che alcuni interventi, da qui a giugno del 2026, non possono essere realizzati, è matematico, è scientifico, dobbiamo dirlo con chiarezza. Fitto ha ammesso i problemi nell'attuazione del Piano, l'Italia rischia infatti di bucare i traguardi dei progetti del PNRR necessari per sbloccare i fondi della Commissione europea. Niente obiettivi raggiunti, niente risorse.

Proprio per questi motivi, abbiamo presentato una mozione, per chiarire con fermezza all'Esecutivo la necessità di coinvolgere pienamente il Parlamento sulla definizione dei capitoli dedicati al Piano REPowerEU all'interno del PNRR, garantendo una piena e consapevole valutazione, da parte dei soggetti interessati, dei progetti previsti ed, in particolare, del contrasto alla povertà energetica, del contributo alla diffusione di energie rinnovabili, del miglioramento dell'efficienza energetica e della riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e della riqualificazione della forza lavoro per acquisire competenze verdi.

Saranno altrettanto necessarie in questo contesto l'immediata entrata in vigore dei decreti attuativi sulle comunità energetiche rinnovabili, la prioritaria riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico, la promozione di meccanismi incentivanti che favoriscano l'autoproduzione da fonti rinnovabili da parte delle imprese, al fine di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Tutto questo scongiurando ritardi di rimodulazione strumentali ed inutili del PNRR, per non disperdere le risorse da esso derivanti e assicurare il raggiungimento degli obiettivi necessari alla transizione verde L'Italia è l'osservato speciale d'Europa. Questo Governo ha già fatto e sta facendo troppi passi falsi su immigrazione, politiche sociali, diritti, lavoro ed economia, opponendosi alla ratifica del MEF, nonostante abbia scritto nel DEF che l'unica crescita possibile venga proprio dal PNRR. Se fallite su questo, rischiamo una crisi irreversibile. Lasciate da parte i contrasti interni per le nomine di Stato, evitate le continue norme demagogiche e controproducenti, evitate i proclami irrealizzabili, fate un atto di umiltà, confrontatevi lealmente con il Parlamento e con tutte le forze politiche per il bene del Paese, finché siete ancora in tempo. Per queste motivazioni, voteremo contro la vostra mozione di maggioranza.