Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 26 Aprile, 2022
Nome: 
Antonella Incerti

A.C. 183-B

Grazie, signora Presidente. Colleghi, siamo qui arrivati al terzo passaggio di questo provvedimento. Intanto, voglio ringraziare il collega Parentela per la relazione. Vorrei innanzitutto fare una breve premessa perché - come gruppo del Partito Democratico - anche nel primo passaggio abbiamo sempre rimarcato la necessità di operare nello sforzo di produrre delle leggi di sistema, che cerchino in qualche modo di tenere insieme la complessità di un settore complesso, quanto strategico, perché il sistema agroalimentare non è solo produzione agricola, ma è ovviamente anche trasformazione e vendita ed è un sistema che ha un impatto complessivo anche sull'economia su scala territoriale. Quindi, ci siamo sempre mossi - penso a leggi come quella sull'agricoltura sociale, l'agricoltura biologica e lo spreco alimentare - con un quadro normativo che potesse tenere insieme la complessità di questo settore ed è per questo motivo che avevamo rimarcato anche qualche perplessità nel primo passaggio. In più c'è il tema del valore del cibo, che anche questo deve essere inquadrato in un contesto più ampio e più generale. Quindi, avevamo qualche perplessità in una prima fase, per come era articolata appunto la legge in esame, anche per la presenza di qualche rischio che - nonostante le buone intenzioni e la validità di questa proposta - potesse poi non garantire quella concretezza in aiuto soprattutto della produzione agricola. Tuttavia, questi due anni di pandemia che abbiamo attraversato - e che stiamo ancora attraversando - e, ancora di più, la crisi ucraina e le grandi difficoltà di approvvigionamento e di reperimento delle materie prime e l'elevato costo delle stesse ci hanno indicato come debbano essere trovati tutti gli strumenti necessari affinché - visto il ruolo centrale dell'agricoltura - possiamo facilitare appunto questo approvvigionamento. Dall'altro lato, la grande qualità della produzione della nostra agricoltura va in qualche modo preservata. Quindi, con questi passaggi, crediamo sia importante trovare tutte quelle misure, anche magari le più piccole, per poter aiutare in questa fase molto difficile la produzione agricola e soprattutto gli agricoltori, i nostri piccoli agricoltori, che sono anche una caratteristica della nostra agricoltura.

L'altro elemento è che, nel passaggio al Senato, come ha sottolineato lo stesso relatore, ci sono stati aggiustamenti, a nostro parere miglioramenti, che ci fanno anche avere un apprezzamento per questo tipo di provvedimento. Faccio riferimento ad alcuni di questi miglioramenti, nel passaggio al Senato, che hanno anche chiarito punti magari non particolarmente chiari. Faccio riferimento, per brevità e per sintesi, ad alcuni articoli. Ad esempio, l'articolo 1, in particolare, valorizza e promuove i prodotti a chilometro zero e a filiera corta, con la soppressione del termine: “utile”, subito dopo “chilometro zero”, che avrebbe ingenerato, come avevamo anche sottolineato, qualche confusione rispetto al consumatore. Così come si è riportata in luce la competenza delle regioni - e anche degli enti locali più piccoli - che possono adottare anche delle iniziative per la valorizzazione della filiera corta.

Ricordo, nell'articolo 2, una aggiunta positiva rispetto al perimetro entro cui debbono essere commercializzati e venduti questi prodotti alimentari a chilometro zero. Si parlava di un'area non superiore a 70 chilometri ed è stata aggiunta la possibilità che i prodotti provengano dalla stessa provincia del luogo di vendita e dal luogo di consumo in taluni casi. Ciò tiene conto anche delle specificità e delle caratteristiche di varietà di produzione che noi abbiamo. Così come, ad esempio, il Senato ha introdotto al comma 1 dell'articolo 4 la possibilità, sempre per i comuni, di riservare almeno il 30 per cento del totale dell'area destinata al mercato - così vale anche per la pesca e per i punti di sbarco - agli imprenditori agricoli che esercitano la vendita diretta a chilometro zero, con la possibilità per i comuni di poter realizzare tipologie di mercati riservati alla vendita diretta.

Un altro elemento, all'articolo 5, è l'istituzione dei loghi “chilometro zero” e “filiera corta”, demandata a un decreto del Ministero, che andrà poi a definire le condizioni e le modalità di attribuzione e come, proprio per trasparenza per il consumatore, questo logo dovrà essere esposto nei luoghi di vendita diretta.

Da ultimo, l'articolo 6, altro punto qualificante di miglioramento di questa legge, riguarda la disciplina della promozione di questi prodotti. In particolare, è stato soppresso il criterio della premialità rispetto ad altri prodotti, anche per quanto riguarda degli appalti, che hanno di fatto qualità. Penso ai prodotti biologici, ad esempio.

Sono tutti i passaggi che hanno di fatto migliorato e reso molto più concreto il provvedimento. Quindi, questa norma, nel suo piccolo, pone in campo ulteriori strumenti, affinché le nostre piccole aziende di produzione locale e i destinatari dei mercati - io mi sono riferita solo ad alcuni punti - in questo testo possano trovare un riferimento puntuale, che può semplificare la loro attività e la possibilità di riprendere la produzione. Penso soprattutto a quei territori delle aree interne o della nostra alta collina, territori che avevano di fatto sospeso molte di quelle produzioni anche per motivi economici. Questo è uno strumento che può aiutare soprattutto queste aree e i loro piccoli agricoltori, dando valore complessivamente ad un sistema più ampio.

Faccio un esempio, quello degli agriturismi, a cui può essere indirizzata la produzione e la vendita diretta di questi prodotti, aree che hanno in questo provvedimento uno strumento in più per potere vendere il loro prodotto. Nel momento in cui abbiamo anche alcune norme europee, che sono andate nella direzione di garantire un maggiore approvvigionamento di materie prime di base, è chiaro che, per quanto piccolo, questo provvedimento è sicuramente un ulteriore strumento, che noi diamo ai nostri agricoltori per produrre di più e, dunque, per dare anche maggiore approvvigionamento ai consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).