Discussione generale
Data: 
Martedì, 16 Settembre, 2025
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 1917-B

 

Grazie, Presidente. Ho ascoltato oggi molti interventi, ci sono state tante citazioni. Ora mi permetterete di citare prima di tutto il collega Fornaro, che ha ben spiegato a chi ovviamente non ha questa esperienza - e lo posso capire - la differenza tra una mozione congressuale e un programma elettorale. Non tornerò sulla differenza, mi auguro che sarete in grado prima o poi di fare un congresso e capire qual è la differenza, ma mi auguro anche che leggerete i programmi elettorali dei partiti, soprattutto quando sono vostri avversari.

Ebbene, nel programma elettorale del Partito democratico del 2022 non troverete la separazione delle carriere, semplicemente perché noi abbiamo ritenuto di fare la separazione delle funzioni nella scorsa legislatura. Ma come ricordavo, si sono fatte molte citazioni. Si sono fatte, però, citazioni sempre molto limitate, sempre molto circoscritte, andandole anche a pescare nel passato. È stato citato più volte Luciano Violante, è stato citato però il Luciano Violante di qualche anno fa.

Vi invito a leggere uno degli ultimi interventi del presidente Violante, quando dice: “La cosiddetta separazione delle carriere non ha nulla a che vedere con l'amministrazione della giustizia. Si tratta di un tentativo di riequilibrio dei rapporti tra politica e magistratura, a vantaggio della politica, dopo circa mezzo secolo di primato della magistratura. L'esigenza è fondata; tuttavia non vanno sottovalutati i rischi della soluzione proposta. Separare dai giudici i circa 1.500 pubblici ministeri e costruire per loro un apposito CSM, distinto dal CSM dei giudici, significa creare una nuova corporazione giudiziaria del tutto autogestita.

Una sorta di superpolizia, priva di controlli, separata dai giudici, autogovernata, dotata di formidabili poteri di ingerenza nella vita dei singoli, delle famiglie, delle imprese e della stessa politica, con rischi rilevanti per le libertà di tutti i cittadini. Si tratterebbe di una istituzione illiberale sconosciuta ai paesi civili”. Dispiace che questo pezzo del presidente Violante non sia stato citato e siano stati citati dei vecchi scritti, che sì, parlavano di separazione delle carriere, ma non di questa separazione delle carriere. Potrei andare avanti con le citazioni, ne faccio una.

È qui presente davanti a noi, sicuramente si riconoscerà nella frase che sto per leggere: “C'è un rischio nel doppio CSM. O si va fino in fondo e si porta il PM sotto l'esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini”, ma “dare ai pubblici ministeri un proprio CSM è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro”. E insiste: “I PM, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L'unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al CSM, basta”. Sto parlando, naturalmente, del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che, in una parte di questo suo intervento … mi verrebbe da dire che lo condivido per la prima volta, pensi un po', e questo francamente mi lascia un po' anche perplessa (Commenti del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove) perché mi fa appunto pensare al peggio su questa riforma, ma evidentemente, se lo ha sottolineato e segnalato il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, effettivamente questa riforma è il peggio che si potesse pensare ed immaginare.

Potrei anche andare avanti con altre citazioni. Potrei ricordare, ad esempio, ai colleghi, che dall'altra parte lo hanno dimenticato completamente, che anche il Ministro Nordio ha firmato un appello nel 1994 quando, pensate, era pubblico ministero a Venezia, e disse di “no” alla riforma che riguardava proprio la separazione delle carriere. Questo vi siete dimenticati di citarlo, come spesso, lo fa anche il Ministro Nordio, si cita il professor Vassalli. Credo, francamente, che dovremmo smetterla di strumentalizzare una figura così alta e importante della nostra storia repubblicana.

Però vi invito a leggere quello che diceva e scriveva il Ministro e professore Vassalli: sì, parlava di separazione delle carriere, certo che è il padre del codice di procedura penale, peccato, però, che non ha mai, mai voluto due CSM, e peccato che lui non ha mai pensato a una riforma costituzionale. M perché non ci ha pensato il professor Vassalli? Per un semplice motivo: perché, se si volevano separare le carriere dei magistrati, era sufficiente fare una legge ordinaria, non c'era bisogno di fare una riforma costituzionale.

Allora perché avete voluto la riforma costituzionale? Perché avete un altro obiettivo. Dopo che avete immobilizzato la Rai e il servizio pubblico, dopo che siete intervenuti sulla libera informazione, che cosa si fa per cercare di evitare ogni controllo? Si fa la riforma costituzionale che indebolisce l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. E qui è inutile che vi stracciate le vesti, dicendo: “noi non siamo quelli antidemocratici”. Lo siete, è evidente, perché state intaccando valori fondanti della nostra Carta costituzionale, del nostro essere democrazia, del nostro vivere civile: la separazione dei poteri, su cui si sono soffermati tanti colleghi, l'indebolimento della magistratura, per arrivare all'eterogenesi dei fini - e su questo sono d'accordo con il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove - per cui chi oggi dice che il pubblico ministero è troppo forte, e quindi bisogna riequilibrare quei poteri tra la magistratura e la politica, farà esattamente il contrario.

L'eterogenesi dei fini è scritta nero su bianco: avremo dei superpoliziotti, quei superpoliziotti che saranno i pubblici ministeri, che continueranno ad avere la polizia giudiziaria e che avranno anche un proprio Consiglio superiore della magistratura, che li difenderà e li coprirà. Domandatevi perché oggi il Consiglio superiore della magistratura ha solo tre PM e gli altri sono tutti giudici. Domandatevi perché già oggi si ritiene che si debba intervenire su quella forza, ma, per farlo, non si interviene sull'organizzazione della magistratura, dividendola.

Per farlo si interviene sul processo, si interviene sulle indagini preliminari, si modificano gli articoli del codice di procedura penale che non garantiscono fino in fondo che il pubblico ministero guardi agli elementi a difesa dell'imputato tanto quanto a quelli dell'accusa. Si interviene appunto su questo, non si interviene sull'organizzazione della magistratura, a meno che non si abbia l'obiettivo di indebolirla, con l'eterogenesi dei fini di ottenere un superpoliziotto, che, a quel punto, entrerà in competizione, che dovrà fare le indagini, che dovrà cercare per forza gli imputati, che dovrà correre alla ricerca di un colpevole. Bene, questo avverrà nonostante nella vostra riforma diciate esattamente il contrario.

C'è una cosa su cui veramente vi invito a una riflessione, riflessione che Forza Italia aveva provato a fare, ma che poi, al primo “no” di Fratelli d'Italia e di Lega, ha ritratto l'obiettivo, ed era quella di cercare di modificare la parte sul sorteggio, perché prevedere il sorteggio dei membri di un organo costituzionale è uno scempio alla Costituzione. È uno scempio e lo sottolineo che è uno scempio. Ed è una vergogna che si pensi che con il sorteggio si possano scegliere le persone che stanno lì, perché allora dico: scegliamo per sorteggio anche i Ministri, scegliamo per sorteggio il presidente del Consiglio nazionale forense, scegliamo per sorteggio il presidente delle camere penali. Perché allora i togati sì e gli altri no?

Anche qui dico: vuoi vedere che qualcun altro ci aveva già pensato nel passato? Certo che qualcun altro ci aveva già pensato nel passato. Nel 1971, proposta di legge a prima firma Giorgio Almirante. E Giorgio Almirante che cosa diceva? Che i magistrati dovevano essere scelti per sorteggio. E perché diceva che andavano scelti per sorteggio? Perché diceva che i magistrati sono soggetti soltanto alla legge. Ma come interpretava, nella relazione illustrativa, Giorgio Almirante, quell'essere soggetti soltanto alla legge? … Che il magistrato deve applicare la legge secondo la volontà del legislatore.

Ecco che quindi siamo arrivati alla fine: secondo la volontà del legislatore. Questo è quello che volete, prima la libera informazione, poi la magistratura. Ricordo che in questo Paese, in questa democrazia ancora liberale, in questa Costituzione, la magistratura serve a porre limiti agli altri due poteri, serve a controllare gli altri due. Noi non stiamo difendendo la magistratura, stiamo difendendo la democrazia, stiamo difendendo la Carta costituzionale, stiamo difendendo i valori per i cittadini, perché quello che succederà con questa riforma è nulla con riguardo all'efficienza e all'efficacia.

Non ci sono assunzioni, non ci sono più risorse, non c'è rispetto dei target del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma c'è una cosa: ridurrete le tutele e le garanzie dei cittadini, che non saranno più uguali davanti alla legge, e quando entreranno in tribunale e dietro al tribunale ci sarà scritto “La legge è uguale per tutti”, sapranno che non è più così. E questo accadrà perché la destra al Governo, questo Governo e questa maggioranza hanno tolto tutele ai cittadini.