Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 17 Febbraio, 2022
Nome: 
Luca Rizzo Nervo

A.C. 3467

Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, è del tutto evidente che oggi - è stato detto - ci troviamo ad affrontare e ad approvare un decreto che in realtà ne contiene due, emanati alla fine dello scorso anno, concepiti e resi efficaci in un tempo e in una situazione epidemiologica assai differente da quella che viviamo oggi, con le legittime aspettative che questo suscita verso un ritorno alla normalità.

Questo disallineamento è una delle tante espressioni di una programmazione e di un'attività normativa che hanno dovuto fare i conti con l'evoluzione delle conoscenze e delle strategie di contrasto alla diffusione del virus e di cura della malattia di COVID; soprattutto, hanno dovuto fare i conti con la dinamica non lineare e difficilmente prevedibile del virus, delle sue evoluzioni e della sua capacità di contagio.

Lungo queste giornate, questa evidenza e questo quadro epidemiologico nuovamente evoluto per fortuna in meglio sono stati fatti oggetto di una dialettica parlamentare che ha spinto alcune forze politiche a contestare la proroga dello stato di emergenza e le misure di contenimento della diffusione del virus, interpretando, tuttavia, così, non so quanto consapevolmente, un paradosso: se oggi, infatti, possiamo parlare di un quadro epidemiologico migliore di quando questo decreto ha visto la luce, al punto da far mettere in discussione da parte di qualcuno la sua attualità, è proprio per la bontà e l'efficacia di una strategia che ha messo in campo una campagna vaccinale pubblica e gratuita massiccia, senza precedenti, a cui - ci tengo a sottolinearlo - il 90 per cento degli italiani ha aderito. Spesso parliamo dei no-vax, ma ci tengo a sottolineare la responsabilità civica verso la comunità, verso tutti noi, che la gran parte degli italiani ha messo in campo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

A questa campagna vaccinale massiccia si sono affiancate le prescrizioni di misure restrittive, il diffuso utilizzo di dispositivi di protezione individuale adeguati e lo strumento del green pass, che hanno, tutti insieme, questi strumenti e questa strategia, garantito fin qui maggiori condizioni di sicurezza dei luoghi di vita e di relazione, consentendo di riaprire contesti, luoghi di vita e di lavoro che a lungo e duramente hanno subito chiusure. Ve ne sono altri ancora in difficoltà, lo sappiamo, certamente è stato un fatto positivo, ma soprattutto hanno prodotto un incentivo alla vaccinazione che oggi ci consente di avere un numero di vaccinati percentualmente superiore a quelli di Inghilterra, Francia e Germania, che pure hanno raggiunto performance vaccinali importanti.

Quindi, onestà intellettuale vorrebbe che - nel chiedere la sospensione delle misure restrittive e il superamento dello strumento del green pass, dibattito che dovrà essere affrontato nel nuovo quadro epidemiologico, sempre però ispirandosi a un quadro di prudenza e di precauzione, intorno ad evidenze scientifiche e non a un dibattito di opinioni personali - si riconoscesse che, se oggi siamo in questa situazione, è per l'efficacia di una strategia di cui questo decreto-legge è parte integrante. Delle due, l'una: non si può, insieme, disconoscere tutta la strategia posta in essere fin qui, in questi mesi, e oggi dire che invece siamo in un quadro epidemiologico diverso, quasi questo fosse l'esito di un miracolo.

Questo è stato e continua ad essere il giusto approccio: precauzione, evidenze, scelte, in un quadro che non ci consente ancora di abbassare la guardia e che ancora ieri ha visto, certo pure in una dinamica di calo, 60 mila nuovi casi e quasi 300 morti. Lo dico a chi, con qualche semplicità e semplificazione, parla di un evidente superamento dello stato di emergenza. Certo, è un quadro in cui per fortuna calano anche le ospedalizzazioni, in particolare cala il numero delle persone nei reparti di terapia intensiva, che, ricordo, attualmente sono occupati quasi per l'80 per cento da persone che hanno fatto la scelta di non vaccinarsi, mettendo a rischio la propria vita e anche quella degli altri.

E questo approccio di precauzione, evidenze e scelte è quello che ha orientato questo decreto, che ha avuto anche importanti novità nel lavoro parlamentare, ahinoi ancora una volta in un assetto di fatto monocamerale. Penso alle norme che disciplinano l'accesso dei parenti - è stato già richiamato dalla collega Noja - nelle case di residenza per anziani, negli hospice, nei luoghi di cura, garantendo un diritto troppo a lungo negato. Penso alle tutele dei lavoratori fragili, recuperando un ritardo su questo e consentendo la possibilità del lavoro agile, che era stata preclusa.

Ci sono anche cose che non si sono fatte e a cui porre rimedio con urgenza nei prossimi interventi normativi. È il caso, sottosegretario, lo ricordo, dei ristori per le famiglie dei medici e degli operatori sanitari morti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che hanno dato la propria vita per continuare a curare i cittadini durante tutta la pandemia; un ristoro - lo abbiamo detto con forza, come Partito Democratico, nei giorni scorsi - che sarebbe un significativo gesto di solidarietà, di vicinanza, di dovuto ringraziamento per questo sacrificio estremo. So che si sta lavorando - ed è positivo - per rimediare e dare un riscontro adeguato già nelle prossime settimane.

Io credo che - e concludo, Presidente - questo tempo noi dovremmo usarlo non per evocare similitudini assurde, come quelle che abbiamo ascoltato in quest'Aula, di chi ha voluto equiparare le norme e le restrizioni che sono state messe in campo necessariamente per combattere l'epidemia, alle follie del ventennio fascista: una cosa davvero in ascoltabile in quest'Aula. Credo che non ci serva un dibattito ideologico; ci servirebbe invece usare questo tempo per calibrare la transizione verso una nuova fase, per costruire una nuova normalità che agogniamo da tempo; una normalità che, ci tengo a dire, non sarà tornare come prima, mettendo indietro le lancette dell'orologio. Il mondo prima del 2020 non c'è più e non sarà facilmente replicabile. Non possiamo tornare indietro, ma possiamo andare avanti con alcuni adattamenti, figli dell'esperienza che abbiamo vissuto in questo periodo. Penso, ad esempio, a una cosa semplice, concreta, ma utilissima. Abbiamo visto in tutto il periodo pandemico come i livelli di contagio all'esterno sono incomparabili rispetto a quelli che, invece, avvengono nei luoghi chiusi, quindi noi dobbiamo investire per rendere l'aria all'interno dei posti chiusi più simile a quella esterna, con sistemi di areazione adeguati, e su questo bisogna fare di più.

Dobbiamo, dall'altro lato, continuare nell'impegno di cooperazione internazionale per vaccinare tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il tema della scarsa vaccinazione in molti Paesi del mondo continua ad essere un enorme problema e dobbiamo continuare a lavorare per vaccini più duraturi e a prova di varianti.

Ancora, dobbiamo investire sulla sorveglianza e sul sequenziamento di nuove, possibili varianti COVID e di altre malattie infettive, con particolare attenzione al sempre più frequente passaggio di specie dei virus, dagli animali all'uomo. Dobbiamo investire per meglio conoscere e comprendere gli impatti clinici a lungo termine del COVID; fra questi impatti c'è anche l'impatto psicologico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ed è stato un fatto fortemente importante avere previsto finalmente il bonus psicologico, su cui il Partito Democratico e il collega Sensi in particolare hanno lavorato con grande impegno in queste settimane.

Ancora - e chiudo, Presidente - dobbiamo investire sul personale, sulle risorse del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universalistico, per far fronte agli eventuali ulteriori picchi di COVID e per far fronte anche ai drammatici arretrati diagnostici e clinici, che saranno una sfida ineludibile del 2023.

Insieme a questo, dobbiamo portare a termine - ciò ha che fare col COVID e con le evidenze che ci ha mostrato - la riforma della medicina territoriale, quel DM n. 71 di cui proprio l'altro giorno il Ministro Speranza ci ha parlato in audizione, con tempi di approvazione rapidi, come è giusto che sia. Insomma, intorno a queste convinzioni, al convinto sostegno, allo sforzo delle istituzioni e di tutti i cittadini per mettersi definitivamente alle spalle questa tragedia collettiva, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).