A.C. 2590
Grazie, signor Presidente. Di norma, noi siamo favorevoli ad accordi bilaterali in materia di cooperazione giudiziaria, ma su questa specifica ratifica esprimiamo tutta la nostra contrarietà, come abbiamo già fatto al Senato.
Troviamo che questa ratifica sia irricevibile! Siamo contrari per le ragioni che vado a spiegare: in primis, perché, dai dati del Ministero della Giustizia, attualmente, questo provvedimento riguarderebbe un numero assai esiguo di detenuti. Colleghi e colleghe, sapete quanti detenuti libici ci sono nelle prigioni italiane? Ce ne sono 106. Sono, dunque, lo 0,5 per cento dei reclusi stranieri in Italia, che sono poco più di 20.000. Tra questi 106 detenuti libici, i condannati sono 82, ma solo 2 - dico 2 - di loro - si legge nella relazione tecnica dell'Accordo, che è stata scritta nell'aprile del 2025 - sono condannati in via definitiva ed è quindi solo a loro che si applicherebbe questa intesa, a 2 persone condannate, a 2 persone libiche.
In base alla relazione tecnica, in Libia ci sarebbero 2 detenuti italiani a cui si riferisce questa ratifica. Qui parliamo di 4 persone, Presidente. Colleghi della maggioranza, siete consapevoli di questo? Ma per numeri così esigui, per 4 persone, si fa un trattato internazionale? Non lo trovate assurdo, colleghi? Ma vi siete informati? Vi rendete conto che è ridicolo che questo Parlamento si debba occupare di un trattato che riguarda 4 persone? Io lo trovo veramente inconcepibile.
È evidente che si tratta di pura propaganda per poter dire che i criminali stranieri vengono tutti rispediti a casa. Ma sotto questa propaganda non c'è nulla di concreto e di effettivo: parliamo di 4 persone.
Siamo contrari, perché parliamo della Libia nelle sue condizioni attuali. Quali sono le condizioni attuali della Libia? Un Paese diviso in 2, la Cirenaica e la Tripolitania, ognuna con un suo Parlamento, un suo Governo e le sue relazioni internazionali, ma questo trattato è rivolto solo alla Tripolitania, quindi è rivolta a una parte del Paese. È un Paese caratterizzato dalla presenza di milizie armate irregolari, che controllano buona parte del territorio. È un Paese dal quale vengono anche espulsi i testimoni scomodi, coloro che possono essere capaci di riportare le atroci violazioni dei diritti umani, come è accaduto di recente a Medici senza frontiere, che sono stati espulsi dalla Libia. Siamo contrari anche perché conosciamo le condizioni di detenzione in Libia. Vedete, colleghi e colleghe della maggioranza, le conoscete anche voi, anche la rappresentante del Governo le conosce, le condizioni di detenzione in Libia. Vi sono troppi rapporti delle Nazioni Unite per non conoscerne almeno uno, troppe inchieste giornalistiche per non aver letto o visto almeno una di queste! E di che cosa si parla? Si parla di condizioni inumane e degradanti, di detenzioni arbitrarie, di stupri sistematici verso i detenuti e le detenute e di torture. E noi, seppur con istituti di pena nient'affatto privi di problemi, nella nostra Costituzione abbiamo l'articolo 27. Allora, vale la pena ricordare che quell'articolo vieta trattamenti inumani! Li vieta, perché la pena ha l'obiettivo di riqualificare le persone, di farle riscattare e di rieducarle! Noi non possiamo accettare di trasferire detenuti libici nelle mani di soggetti come Almasri. E, sì, che c'entra, collega Richetti, c'entra eccome Almasri, perché Almasri era ed è il comandante della Polizia giudiziaria, dunque c'entra, eccome! Questi personaggi dirigono i centri di detenzione e le carceri in Libia e sono spietati, capaci di qualsiasi brutalità. E anche qui ci sono mandati di arresto della Corte penale internazionale. Dunque, non si può dire che non si sa chi siano questi personaggi.
Ecco, Presidente, sono queste le chiare, semplici ed evidenti ragioni per le quali annuncio il convinto voto contrario del Partito Democratico.