Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 25 Maggio, 2022
Nome: 
Piero Fassino

A.C. 3423-A

Grazie, signor Presidente. Il Trattato che ci apprestiamo a ratificare rappresenta un passaggio di valore storico. Non è un normale Trattato come periodicamente ne ratifichiamo, relativi a mille forme di cooperazione. È un Trattato molto più impegnativo, come peraltro dimostra il fatto di avere un testo articolato in dodici capitoli che affrontano tutti i principali temi dell'agenda politica: politica estera, politica di difesa, politica dello spazio, politica industriale, politica agricola, politica della pubblica amministrazione. È accompagnato da un piano di azione che su questi dodici capitoli individua gli obiettivi di medio termine ed è un Trattato che è stato sottoscritto in modo solenne, come ci ricordiamo, qualche mese fa dal Presidente Macron e dal Presidente Draghi, sotto gli auspici del Presidente Mattarella che voglio qui ringraziare, perché è stato, fin dall'inizio, un sostenitore attento e solerte affinché si arrivasse alla sottoscrizione del Trattato del Quirinale.

Rappresenta un salto di qualità tra due Paesi che, come ama dire il Presidente Macron - e io condivido questa sua espressione -, si devono pensare come Paesi complementari. Sono complementari per la storia. Le storie dei due Paesi e le relazioni storiche affondano le radici nei secoli. Poi, sono complementari sul piano culturale, perché si può ben dire che Italia e Francia rappresentano il punto più alto e più autorevole della cultura europea nel continente e nel mondo. Inoltre, sono complementari dal punto di vista economico. Ricordo che la Francia è il nostro secondo partner commerciale dopo la Germania e che noi siamo, a seconda degli anni, il terzo o il secondo partner economico della Francia. Vorrei ricordare all'onorevole Delmastro Delle Vedove, che, però, non mi sta ascoltando, che non ci sono solo imprese francesi che operano in Italia, ma ci sono 1.800 imprese italiane che operano sul mercato francese, che il gruppo EssilorLuxottica, che è il più grande gruppo mondiale nel settore degli occhiali, è guidato da Luxottica, che la Ferrero è il principale provider agroalimentare in Francia e si potrebbe continuare citando molti altri esempi. Come è chiaro nell'economia di mercato, c'è una naturale compenetrazione tra le due economie che passa soprattutto per la presenza delle imprese nei rispettivi mercati, anche perché io non credo che possiamo avere nostalgie di protezionismi che penalizzerebbero di più certamente l'Italia di quanto non penalizzerebbero la Francia. Vorrei dire che considerare le relazioni economiche tra i nostri due Paesi sempre sotto l'ottica predatoria, per cui qualsiasi cooperazione con la Francia è certamente svantaggiosa e a nostro sfavore, è un modo provinciale di affrontare il tema e non corrisponde neanche alla realtà. Sulla base dell'intervento dell'onorevole Delmastro Delle Vedove, vorrei chiedere - mi sia consentita la battuta - all'onorevole in questione e alla parte politica che rappresenta a quando la rivendicazione di Nizza e Savoia, perché mi pare che quello svolto sia stato un intervento demonizzante nei confronti delle relazioni con la Francia, che non ha nessuna giustificazione. Peraltro, abbiamo interessi strategici comuni: siamo fondatori dell'Unione europea, siamo fondatori della NATO, siamo parte del G7 e del G20, siamo Paesi con forte proiezione mediterranea. Sono dimensioni politiche che ci vedono avere interessi comuni. Certo, non sempre questi interessi hanno dato luogo a cooperazione, non sempre gli interessi sono collimanti, come peraltro è del tutto naturale nelle relazioni tra Stati, ma non aiuta di certo guardare alle nostre relazioni in un'ottica soltanto negativa. Io vorrei ricordare che se Next Generation EU è stato adottato con quelle caratteristiche e con quei criteri, che, peraltro, prevedono che il nostro Paese sia tributario di oltre 200 miliardi di euro, metà dei quali a fondo perduto, è perché la battaglia per avere Next Generation EU è stata condotta insieme da Italia, Francia e Germania, ed è stata l'intesa tra questi Paesi che ha consentito di superare mille ostacoli che si frapponevano, da parte di altri Paesi dell'Unione europea, nell'adottare Next Generation EU. Ma questo Trattato non è importante solo sul piano bilaterale; ha un valore europeo.

La crisi ucraina, come sappiamo tutti, ha mutato lo scenario e chiama l'Unione europea a nuove responsabilità. Abbiamo bisogno di un salto di qualità nel processo di integrazione ulteriore, abbiamo bisogno di una terza fase del processo di integrazione europeo: dopo l'integrazione europea dei Padri fondatori, dopo l'integrazione europea dell'euro e di Maastricht, oggi abbiamo bisogno di un ulteriore salto in avanti, di un'ulteriore fase di integrazione per accrescere sempre di più il carattere di coesione e di unità dell'Unione europea.

Abbiamo euro e mercato unico: abbiamo bisogno sempre di più di lavorare per una politica economica comune e per politiche fiscali armonizzate. Abbiamo Schengen: da Schengen abbiamo bisogno di far decollare una politica per la cittadinanza europea. Ci siamo dotati di politica estera comune, ma sappiamo come, spesso, alla politica estera europea si sovrappongano le politiche estere nazionali, impedendo all'Unione europea di avere quell'autorevolezza che potrebbe avere e, quindi, quell'incidenza e quell'influenza che sono necessarie per giocare un ruolo nel mondo globale.

Abbiamo bisogno di completare l'allargamento, perché, vedete, si usa in queste settimane un'espressione che io condivido, ma che va declinata. Si dice: “questa guerra è una guerra nel cuore dell'Europa”. Ecco, decliniamola: in quale cuore dell'Europa questa guerra si sta svolgendo? Questa guerra si sta svolgendo in regioni che sono esterne all'Unione europea, perché, dal 1945 ad oggi, le guerre che l'Europa ha conosciuto sono state nel Caucaso, nei Balcani e, oggi, in Ucraina, ossia in quelle aree che non sono parte dell'Unione europea, confermando che l'Unione europea è uno spazio di convivenza, di pace, di cooperazione e di integrazione da 80 anni e che, se vuole evitare di essere investita da instabilità e insicurezza, ha la necessità di sottrarre quelle aree a rischio, integrandole nell'Unione europea.

Sono le sfide che abbiamo davanti e queste sfide richiedono, però, una regia e una guida. E noi sappiamo che su questi temi le cose non sono scontate, che, proprio perché l'Unione europea è fatta di 27 Paesi, su ciascuno di questi temi abbiamo bisogno di ricercare sintesi, consenso e coesione. Serve, quindi, un'azione di regia ed è, appunto, a Italia, Francia e Germania insieme che è affidato questo compito e, per ciò che riguarda la politica mediterranea, anche associando la Spagna, quindi un'azione di impulso che consenta di guidare l'Unione europea verso livelli più elevati di integrazione, che sono la condizione perché l'Unione europea parli con una voce sola e agisca con una sola mano, che è la condizione per essere ascoltati e per essere influenti. L'abbiamo visto proprio nella crisi ucraina, in cui l'Unione europea, muovendosi in modo coeso e unitario insieme agli Stati Uniti, ha avuto e ha un'influenza e un'incidenza importanti nel difendere l'Ucraina, nell'aiutare l'Ucraina a difendersi dall'aggressione della Federazione russa.

Abbiamo, quindi, bisogno - ho concluso - di lavorare sempre di più per costruire una cabina di regia europea e l'intesa tra Italia e Francia ne è parte essenziale, così come ne è parte essenziale il Trattato di Aquisgrana tra Francia e Germania e gli accordi analoghi che il nostro Governo sta negoziando con la Spagna e con la Germania. Si tratta, insomma, di uno strumento di cooperazione bilaterale e di interesse europeo che ha già delle ricadute: è stato richiamato il Protocollo di collaborazione tra questa Camera dei deputati e l'Assemblea nazionale, che è stato sottoscritto e su cui si sta già lavorando, così come le intese di lavoro comune che molti dei nostri Ministeri stanno definendo con i Ministeri francesi nei 12 capitoli previsti dal Trattato. Per questa ragione, c'è un convinto sostegno del Partito Democratico alla ratifica del Trattato, unitamente al ringraziamento a tutti coloro che con convinzione ci hanno lavorato.