Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 28 Luglio, 2022
Nome: 
Emanuele Fiano

Doc. LVII-bis, n. 5

Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, che stessimo andando nella direzione giusta era chiarissimo a tutti. Era chiaro agli italiani che, malgrado il sovrapporsi di crisi, stavano recuperando a poco a poco la fiducia nel futuro e si sentivano per tanta parte rassicurati dalla presenza di un Governo autorevole. Era chiaro alle imprese, che, nonostante gli aumenti dei costi dell'energia, hanno vissuto un periodo di ottima crescita dopo l'emergenza pandemica; una crescita che fortunatamente non vede ancora bruschi rallentamenti sul suo cammino, e intendiamoci, speriamo che non ne conosca più dopo gli ultimi due terribili anni. Era chiaro ai lavoratori, che, sebbene non potessero di certo gioire dell'aumento dell'inflazione e del costo delle bollette, hanno almeno ricevuto un contributo significativo a queste spese e soprattutto iniziavano a intravedere dei progressi tangibili sulle questioni strutturali, quelle che contano sempre, non solo in tempi di emergenza: una retribuzione dignitosa, l'abbassamento delle tasse sul lavoro, una prospettiva pensionistica realistica ed accettabile. Era, ovviamente, chiaro al nostro partito, al Partito Democratico, che non ha mai fatto mancare il suo sostegno al progetto del Governo Draghi, per quelle ragioni, quelle che ho elencato prima.

Tutto questo è ancora più chiaro oggi, alla luce del quadro macroeconomico del nostro Paese. I dati con cui il Governo viene a chiederci l'autorizzazione per un nuovo scostamento sono confortanti sia rispetto alle attese di qualche mese fa sia guardando ai gravi, gravissimi eventi che hanno scandito il tempo a partire dal 24 febbraio scorso, con l'inizio della guerra in Ucraina. Secondo le stime, confermate peraltro dall'Ufficio parlamentare di bilancio, nei mesi primaverili il PIL è cresciuto di mezzo punto percentuale, nonostante le note conseguenze delle tensioni internazionali. Una tenuta che ci consentirà di confermare l'obiettivo di crescita del 3 per cento nel 2022.

Grazie al consistente miglioramento del quadro tendenziale di finanza pubblica, la previsione dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni risulta inferiore di 14,3 miliardi di euro rispetto alle stime del DEF, risorse liberate, come detto, dalla tenuta dell'economia e dal significativo incremento delle entrate, soprattutto di natura tributaria, e indirettamente sostenuto dall'aumento dell'inflazione, che ha sostenuto il gettito dell'IVA.

Da questi dati possiamo ricavare due fatti: uno economico, tutto sommato positivo, e uno politico, indubbiamente per noi negativo. Il fatto economico positivo è che oggi accordiamo con convinzione la richiesta del Governo per un nuovo scostamento. Il Paese ha urgenza di sostegno come non mai e queste risorse sono linfa vitale per il Paese e per le famiglie. Senza questo scostamento non potremmo difendere i cittadini né la nostra economia dalle minacce che continueranno a preoccuparci anche nei prossimi mesi: inflazione, aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici e un'eventuale - speriamo di no - nuova ondata pandemica. E, allora, niente attenuazione del costo del gas e dell'energia con la riduzione dell'IVA e degli oneri di sistema, niente taglio delle accise della benzina, niente contributi alle famiglie per sostenere i costi delle bollette, nessuna misura per contenere le conseguenze della grave siccità in tante parti del Paese, né per contenere una recrudescenza dei contagi.

Concludo: con il via libera del Parlamento compiamo un atto di responsabilità, come noi facciamo sempre, e per la prima volta accordiamo lo scostamento senza compromettere né modificare il percorso di convergenza verso l'obiettivo di medio termine indicato nel DEF di quest'anno, ma tenendo ferma sia la previsione di crescita del PIL sia il suo rapporto con il debito pubblico sia i saldi programmatici già autorizzati con il DEF.

Il fatto politico però è un altro, Presidente: noi stavamo andando nella giusta direzione per gli italiani. Il progresso dell'economia italiana, gli ampi spazi finanziari che si sono aperti, un Paese che continua a rispondere e a reagire davanti alle avversità erano segnali più che sufficienti per scegliere di continuare l'esperienza del Governo Draghi.

Ed è, dunque, soprattutto alla luce di questo quadro che appare a noi ancora più sbagliata e foriera di danni la scelta di alcuni di abbandonare la nave in corsa, perché queste risorse, più di 14 miliardi, saranno messe in campo, è vero, ma con un provvedimento su cui molto probabilmente la capacità di intervento del Parlamento sarà ridotta e limitata, con tutte le richieste che giustamente sono arrivate sempre, in ogni momento, verso chi è più in difficoltà, verso chi è più fragile. Ci sarebbero state le condizioni per sostenere queste persone, avremmo potuto indirizzare meglio queste risorse in favore delle emergenze.

Il Partito Democratico voterà convintamente “sì” alla richiesta di indebitamento e altrettanto convintamente parleremo ai cittadini delle cose che vorremmo fare per il Paese dal prossimo 26 settembre, a partire da queste questioni sociali, per i giovani, per le donne, per i lavoratori, per i pensionati.