Data: 
Mercoledì, 31 Marzo, 2021
Nome: 
Chiara Gribaudo

Doc. XXVII, n. 18-A

Grazie Presidente, Ministri. In questi mesi il Parlamento ha svolto un importante lavoro per redigere indirizzi che esprimeremo oggi al Governo. Le Camere hanno davvero ascoltato il Paese con centinaia di audizioni, con un lavoro profondo di riflessione ed elaborazione. Sappiamo infatti che il PNRR, analizzato insieme ai VAS, è importante negli obiettivi e nelle intenzioni, ma sappiamo altrettanto bene che a calare queste linee di indirizzo nella realtà italiana, redigere i progetti e farli eseguire dalla Pubblica Amministrazione, sarà una sfida che coinvolgerà tutte le energie dello Stato. Per vincerla c'è bisogno di estrema trasparenza e di estrema chiarezza.

Proprio per questo ritengo sia imprescindibile, per garantire una buona spesa dei fondi del Next Generation UE, che il Governo accolga e faccia proprie le osservazioni del Parlamento. Voglio soffermarmi su alcuni obiettivi indicati come trasversali nel Piano e sui quali chiediamo oggi maggiore incisività, maggiore precisione, maggiori risorse: sto parlando di giovani e donne. La pandemia ha colpito soprattutto loro, perché chi ha un contratto precario non ha avuto nessun beneficio dal blocco dei licenziamenti, mentre chi stava entrando nel mondo del lavoro con un tirocinio è rimasto letteralmente travolto, chi, invece, stava terminando gli studi è rimasto sospeso nel limbo in cui ci troviamo ancora oggi.

La disoccupazione giovanile è tornata al 30 per cento alla quale dobbiamo sommare una quota importante di giovani NEET, che non studiano e non lavorano, i quali sono tornati a essere oltre 3 milioni in Italia. Ho avuto invece occasione di recente di ricordare in quest'Aula i dati tremendi sull'occupazione femminile che Bankitalia ha riportato anche pochi giorni fa. Le restrizioni e le difficoltà lavorative hanno provocato un disagio profondo, anche psicologico che non deve essere sottovalutato e dovrebbe essere affrontato insieme al malessere sociale provocato dalla chiusura delle scuole e dalla didattica a distanza.

Nel Piano si è scelto di non avere un pilastro esplicitamente dedicato ai giovani e sono state dedicate loro solo il 7 per cento delle risorse a differenza di ciò che hanno fatto altri Paesi europei, rispetto ai quali siamo noi quelli con le peggiori prospettive occupazionali. Anche gli interventi dedicati alle donne sono sparsi fra le Missioni 1, 4 e 5 e vengono affrontati soprattutto con riferimento all'istruzione e ai servizi all'infanzia. Tutto questo non è abbastanza e io credo che la Relazione che votiamo oggi lo dica chiaramente. Le risorse dedicate a donne e giovani devono essere potenziate, i progetti devono essere esplicitati, così come devono essere indicati chiaramente gli obiettivi qualitativi e quantitativi, perché non possiamo permetterci che i programmi per queste categorie finiscano nel calderone delle politiche attive, delle politiche per la famiglia o in quelle di sostegno all'occupazione e senza andare poi a finanziare davvero misure che hanno un reale impatto sulle nuove generazioni.

Abbiamo bisogno di un piano straordinario per l'occupazione dei giovani disoccupati e inattivi, di misure forti per potenziare il diritto allo studio e le nuove competenze, di riforme sull'ingresso del mondo del lavoro che coinvolgano le norme su stage e apprendistato, servizio civile e percorsi per l'imprenditoria giovanile. Allo stesso tempo sono stati ben elencati nella Relazione, grazie all'eccellente lavoro dell'Intergruppo parlamentare per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità, la necessità di programmare interventi per arrivare alla parità salariale, assicurare la parità di accesso alla formazione, garantire un sostegno all'occupazione e all'imprenditoria femminile e intervenire sul lavoro di cura, potenziando gli asili nido e arrivando finalmente a un congedo di paternità uguale a quello di maternità, per una vera condivisione, e non conciliazione delle responsabilità genitoriali. Non possiamo permetterci, Presidente, di sprecare questa occasione. I dati demografici e di natalità ci dicono che questo Paese, se non riuscirà ad offrire opportunità e speranza alle nuove generazioni, è un Paese senza futuro; questa democrazia, se non mette le donne in condizioni di partecipare pienamente alla vita sociale, politica ed economica dell'Italia, è una democrazia limitata.

I fondi del Next Generation EU e il Piano nazionale di ripresa e resilienza sono l'ultima carta che abbiamo come comunità nazionale per costruire un futuro all'altezza delle aspirazioni di coloro che oggi vivono in una condizione di precarietà esistenziale. Attendiamo, allora, una revisione che permetta ai giovani di non essere costretti a pensare di emigrare per uscire da una nuova lunga crisi e consenta, invece, a tutte e a tutti di rimboccarsi le maniche per dedicarsi con fiducia alla ricerca della felicità e della ricostruzione di un Paese ferito dal COVID ma, soprattutto, ferito da troppe disuguaglianze.