Data: 
Mercoledì, 5 Marzo, 2025
Nome: 
Debora Serracchiani

Grazie, Presidente. Oggi, più che in altre occasioni, è giusto dire che si è spenta una grande voce. La scomparsa di Bruno Pizzul è un evento che ci tocca in modo particolare, per il modo in cui ci è stato vicino in tanti momenti cui sono legati i ricordi personali, gioie e drammi del nostro Paese. Indimenticabile voce del calcio in TV, dal suo debutto nel 1969 agli anni Duemila, attraversando i mondiali in Messico e le notti magiche in Italia 90. A lui è toccato l'onere di raccontare in diretta la peggiore tragedia del calcio italiano, un nome che fa ancora paura: l'Heysel.

Lui, pacifico uomo nato sul confine, di cui ricordava anche i tempi meno felici, è stato quasi simbolicamente precursore, quando ha posto la sua ultima firma di telecronista ufficiale della nazionale ad una partita amichevole, giocata a Trieste, fra Italia e Slovenia, e dopo, ovviamente, non si è fermato, continuando a dare il suo contributo di giornalista e di tecnico in trasmissioni TV ed eventi. Ha avuto il privilegio, riservato a pochi, di interpretare sé stesso in alcuni film. La sua scomparsa lascia un vuoto non solo nel mondo dello sport, ma anche e soprattutto nella sua numerosa e amata famiglia. Da moltissimi anni, Bruno era infatti sposato con Maria, che gli ha dato i tre figli, Silvia, Anna e Fabio, con il quale abbiamo condiviso anche un impegno politico e che saluto con un abbraccio.

Bruno Pizzul, nella sua compostezza e misura, era molto più di un giornalista sportivo. I suoi modi sobri e l'eleganza nel porgere, la competenza, la voce indimenticabile, creavano un mix unico.

Sapeva interpretare lo spirito e le passioni di milioni di persone comuni che vivono con serietà il loro mestiere e la loro quotidianità, gente pulita e con la schiena dritta, come era lui e come traspariva da ogni suo gesto. Quindi, era facile e spontaneo sentirlo vicino: uno come noi, ma migliore di noi.

È stata una presenza generosa e tonificante nel nostro Friuli-Venezia Giulia, dove, già dal 2015, si era messo a disposizione della regione e del territorio come testimonial della manifestazione Friuli Doc. Ancora pochi mesi fa, abbiamo visto e sentito il suo invito a partecipare, sempre con moderazione, come era il suo segno distintivo.

Concludo, Presidente. Non faccio fatica a dire che mi riempie di tristezza e malinconia sapere che non è più lì, nella sua casa di Cormons, la stessa dei suoi genitori. Ho avuto il privilegio di conoscerlo e posso dire che, al di là del mestiere che impone di mostrare l'immagine, aveva, tra i molti, un altro pregio che voglio ricordare: ispirava rispetto e cordialità. Non è da tutti e anche questo ci mancherà.