Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 20 Maggio, 2015
Nome: 
Simona Flavia Malpezzi

A.C. 2994-A

Grazie Presidente, signora Ministra, membri del Governo, colleghi, noi potremmo dedicare tutto il nostro intervento ai segni positivi della buona scuola, lo potremmo dedicare alle centosessantamila assunzioni a tempo indeterminato, centomila subito e sessantamila a partire dal prossimo anno con concorso; lo potremmo dedicare ai tre miliardi di euro di investimento, cosa mai successa prima, gli altri, i governi precedenti, tagliavano, oggi, se lo sono dimenticato anche nei loro interventi; ai 200 milioni di euro che il disegno di legge della buona scuola mette per la valorizzazione dei docenti, perché non esistono solo gli scatti di anzianità, ma anche il merito che è una parola profondamente di sinistra. Lo potremmo dedicare ai 40 milioni di euro per la formazione che noi offriamo per gli insegnanti, perché il professionista deve pretendere di aggiornarsi e lo Stato deve mettere i propri insegnanti in condizione di farlo. Oppure potremmo parlare dei 381 milioni di euro all'anno per l'arricchimento culturale dei docenti. Noi ci fidiamo dei docenti, sceglieranno loro come spenderli; ci sono circa 500 euro all'anno in quella card che è descritta all'interno del disegno di legge. 
Oppure potremo soffermarci, e mi dispiace che qui lo si veda in maniera negativa, ai 4,5 miliardi di euro complessivi per l'edilizia scolastica. Non voglio addentrarmi in tutti quelli che sono gli interventi in edilizia, non voglio parlare solo delle scuole innovative, per cui verranno stanziati dei bandi che daranno lavoro anche a una serie di professionisti, ma voglio parlare di quel monitoraggio per tutti i controsoffitti di tutte le scuole d'Italia, perché la buona scuola è anche questo. 
  Ma non mi voglio soffermare su questi aspetti della buona scuola, perché abbiamo deciso di raccontare altro, perché la buona scuola, quella che, giustamente, molti docenti rivendicano come già esistente, è un modello che al momento non esiste in tutta Italia, e noi vogliamo, invece, che la buona scuola sia per tutti, per tutti i nostri ragazzi e per farla dobbiamo far rivivere, dare gambe, a quella legge del 1999, la legge di Berlinguer, la legge di un Governo di centrosinistra che ha dato vita all'autonomia, purtroppo solo sulla carta, perché successivamente i fondi sono stati assolutamente tolti. Autonomia significa rendere le scuole libere di essere quello che vogliono essere, nel rispetto del territorio in cui vivono e per rispondere ai bisogni degli studenti e delle loro famiglie. In un sistema nazionale chiaro, le scuole non sono isole, sono autonome ma in un sistema nazionale che sia chiaro. 
  Per fare la scuola dell'autonomia ci vogliono due cose: risorse umane e materiali e chi queste risorse le gestisce. Sulle prime già abbiamo detto: le centomila assunzioni; questo piano importantissimo darà alle scuole l'8 per cento di docenti in più. Ma sul secondo aspetto, quello della gestione, è importante ribadire come sarà la figura del dirigente scolastico. Nessuno di noi pensa ad uno sceriffo, gli slogan si sono ripetuti, noi non aumentiamo le prerogative del dirigente scolastico, noi potenziamo gli organi collegiali, abbiamo potenziato il valore stesso del consiglio di istituto che potrà votare il piano dell'offerta formativa. Significa che le famiglie e gli studenti potranno partecipare in maniera ancora più attiva alla scuola. Noi aiutiamo il dirigente scolastico a diventare leader educativo, colui che dirige, assumendosi, però, la responsabilità delle proprie scelte.  Scelte che mirano tutte al buon funzionamento della scuola, scelte per le quali il dirigente verrà valutato da ispettori esterni. E le sue scelte, anche quelle dei docenti che arriveranno nella sua scuola perché il piano dell'offerta formativa possa davvero realizzarsi al meglio, saranno trasparenti, pubbliche. Il docente stesso potrà candidarsi in quella scuola che reputa più adatta alla propria formazione, perché il docente non è solo la disciplina che insegna ma è il frutto di tutte quelle competenze professionali trasversali che ha acquisito negli anni. I docenti vogliamo valorizzarli e non ci interessa ribadire ancora le cifre aggiuntive che questo disegno di legge mette a favore degli insegnanti. Lo diciamo chiaramente: gli stipendi degli insegnanti sono troppo bassi, il rinnovo del contratto va fatto al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  Moltissimi docenti sono scesi in piazza e noi davvero comprendiamo la loro sfiducia e comprendiamo la loro paura. Abbiamo il dovere di andare oltre le contestazioni e abbiamo il dovere di non fare muro contro muro; abbiamo il dovere di capirle. Gli insegnanti vengono da anni in cui si sono trovati a lavorare in condizioni di precarietà assolute, mai valorizzati. Ogni intervento che la politica dei Governi precedenti ha fatto sulla scuola è stato una sorta di mannaia, e noi sappiamo, come diceva Einstein, che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Questo pregiudizio nei confronti della «buona scuola» possiamo anche capirlo, ma sappiamo una cosa, e di questa ne siamo certi: gli insegnanti stanno sempre dalla parte degli studenti. Quale insegnante può essere contro la continuità didattica, che con la «buona scuola» finalmente si attua grazie a delle assunzioni ? Significa: basta a cambi in corso dell'anno di insegnanti; significa: basta supplenze; significa che l'anno scolastico inizia a settembre e tu sai quale organico avrai a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  Quale insegnante può essere contrario alla materia scelta per i loro studenti ? La «buona scuola» lo fa, garantendo quel curricolo flessibile che da anni gli studenti ci chiedono. Ebbene, nella «buona scuola» il curricolo c’è ! Quale insegnante può criticare la possibilità del ritorno alle compresenze nella scuola primaria, quelle compresenze che i Governi di destra vedevano come gli ammortizzatori sociali per gli insegnanti ? Invece, ecco, rientrano gli specialisti, la «buona scuola» li reinserisce. Chi potrà dirsi contrario allo studio del bello, del nostro patrimonio artistico, culturale ? Chi potrà dirsi contrario alla diminuzione degli alunni per classe ? Lo facciamo: diamo la deroga ai dirigenti per poter ridurre il numero per classe all'interno delle scuole ! Chi può dirsi contrario alla continuità sul sostegno, che noi finalmente qui attuiamo ? Perché la nostra è una scuola inclusiva. Nessun insegnante può essere contrario. Questa è la «buona scuola», non quella che è stata raccontata fuori, non quella degli slogan ! La «buona scuola» è questa, forse di quei passaggi che non fanno notizia ma che cambiano profondamente quello che andranno a vivere i nostri ragazzi e i genitori, perché di una cosa siamo sicuri: la buona scuola, e la scuola in generale, non è di nessuna parte politica, è la scuola di tutti i cittadini. È la scuola di quei cittadini che non votano, perché sono i bambini, sono le bambine, sono le studentesse, sono gli studenti, quelli che non andranno a esprimere oggi, domani, tra due settimane il loro voto. Noi la facciamo per loro, perché loro sono quelli che rappresentano il nostro futuro. Noi del Partito Democratico sul futuro scommettiamo, e scommettiamo grazie alla «buona scuola»(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).