Grazie, Presidente. Purtroppo torniamo a parlare del caso Almasri e torniamo a parlarne per alcune rivelazioni molto significative, molto importanti e per questo ci associamo alla richiesta che il Governo venga in Aula a chiarire queste posizioni. Vede, Presidente, quando il 5 febbraio il Ministro Nordio venne in Parlamento a provare a spiegare quello che era accaduto, rimanemmo molto colpiti dalle sue tante parole di quel giorno che non facevano affatto luce su quanto accaduto, perché quella del caso Almasri è una vicenda molto sgradevole, pericolosa, ma anche significativa di un rapporto molto particolare che, evidentemente, il nostro Governo ha con la Libia e chi, oggi, in quel Paese, detiene il potere.
La vicenda Almasri, oltre ad aver umiliato un'attività di Polizia e di intelligence che si è fatta in Italia, che aveva portato all'arresto di una persona su cui pendeva un mandato di arresto della Corte penale internazionale, quindi una cosa di una certa gravità. L'avevamo arrestato (importante), dovevamo trattenerlo, dovevamo processarlo, dovevamo dar seguito a queste cose e invece, in maniera piuttosto rocambolesca, questo personaggio fu riportato in Libia su un volo di Stato, in Libia dove fu accolto da festose acclamazioni con la bandierina italiana su quel volo che lo riportava a casa.
Questa persona è accertato che si sia macchiato di crimini contro l'umanità gravissimi, di torture, di stupri, di violenze contro quei migranti chiusi nei - li chiamano centri, Papa Francesco li definì lager del nostro tempo -, dove troppe persone trovano sofferenze e talvolta la morte, dove sono ricattati, dove sono umiliati e violentati, e lui si è reso personalmente protagonista di questo e ha avuto anche ruoli di responsabilità.
Ecco, era stato arrestato in Italia ed è stato ricondotto nel suo Paese con un volo di Stato. Ci fu detto quel giorno che questa è la normalità, in diversi casi. Io ho chiesto, anche con un atto di sindacato ispettivo - anzi, glielo faccio presente, Presidente, che spesso non hanno risposta gli atti di sindacato ispettivo dei deputati e questo, secondo me, non fa proprio onore al Parlamento -, ma non mi risulta che sia la normalità con cui si espellono le persone e si riconducono i cittadini espulsi nei Paesi di origine.
Comunque, questa vicenda ci risultò anomala sin dal principio per le procedure e per la gravità del personaggio che aveva come protagonista la vicenda. Ecco, in questi mesi, in maniera più o meno pubblica, abbiamo denunciato questo fatto per la gravità di quanto accaduto e anche per la gravità di come questo fatto è stato raccontato al Paese, ai nostri concittadini, ma anche al Parlamento.
Oggi, attraverso notizie di stampa, emerge qualcosa di molto grave. Il Ministro, Presidente, quel giorno disse al Parlamento che la domenica aveva ricevuto una comunicazione informale di poche righe, priva di dati identificativi e che, solo il lunedì, era stato trasmesso un carteggio complesso. Ecco, oggi viene fuori che questo non è vero. Che dalla domenica tutti sapevano tutto; che dalla domenica la sua Capo di Gabinetto e quindi lui stesso, e quindi, probabilmente, la Presidente del Consiglio, il Sottosegretario Mantovano, tutti sapevano di che si trattava, di chi si trattava, e hanno trattato la vicenda in maniera - virgolette - riservata, per risolverla rapidamente.
Non è quello che i torturati e gli uccisi si aspettavano da un Paese democratico come l'Italia; non è quello che noi ci aspettiamo dalle istituzioni della nostra Repubblica.