Grazie, Presidente. Quello che sta avvenendo a Prato è sotto gli occhi di tutti. Prato è una realtà, è un distretto industriale, tessile, che è un gioiello nel mondo. Per il nostro territorio ha significato sempre lavoro, prosperità, una crescita che ha portato avanti tante famiglie e le ha fatte uscire dalla povertà. Ma Prato da tanti anni, non solo da pochi giorni o da poche settimane, purtroppo è diventato anche un pezzo di un buco nero dell'Italia dove vige illegalità, sfruttamento, dove operai e operaie vengono fatti lavorare con turni massacranti, a volte sequestrati in sgabuzzini, vengono fatti contratti o non contratti, e comunque lavoratori e lavoratrici che sono praticamente schiavizzati.
Ieri è accaduto che al presidio dei lavoratori e delle lavoratrici sono arrivati dei caporali che hanno picchiato non solo quei lavoratori e quelle lavoratrici in presidio, in presidio con il sindacato dei Sudd Cobas, ma hanno picchiato anche le Forze dell'ordine. È stato un attacco vero e proprio non solo al diritto di sciopero, non solo a quei lavoratori e lavoratrici, ma alla nostra Costituzione. Ecco, chiediamo e ci associamo all'informativa rivolta al Ministro perché è urgente venire in quest'Aula per proporre delle soluzioni.
Il tema non è semplicemente confrontarsi insieme e superare muri e divisioni, ma guardare fino in fondo quello che sta accadendo a Prato. A Prato non c'è un'etnicizzazione, un'etnia che si contrappone a un'altra. Ieri ho letto delle dichiarazioni mentre eravamo là. Sono stato il primo ad arrivare con altre compagne e compagni, a soccorrere i lavoratori e le lavoratrici, a guardare in faccia e a dare solidarietà alle Forze dell'ordine contuse. Ho letto dichiarazioni scomposte di destra che parlavano di cinesi contro italiani.
Non sono cinesi, cari colleghi e care colleghe, sono padroni; sono padroni che, come nell'Ottocento e subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, prendono a bastonate lavoratrici e lavoratori. Sono etnie che si contrappongono? No. C'è una guerra tra sfruttatori e sfruttati. Sarebbe troppo comodo mettere un'etnia contro l'altra per continuare questo gioco che a Prato va avanti, purtroppo, da troppo tempo. Ecco, ci preoccupa molto, perché tutto questo avviene mentre in queste Aule c'è un DDL del Governo Meloni sulle piccole e medie imprese che mette in campo uno scudo penale per chi sta in cima alla filiera di quello sfruttamento.
Alle aziende basterà firmare una certificazione volontaria della filiera. Così dicono: sì, sì, okay, tutto okay, fidatevi. Ma non c'è da fidarsi, perché, grattando sotto la superficie di quel distretto, invece, c'è tanto. Qualcuno di voi oggi avrà un abito, una borsa, una sciarpa firmata, magari anche made in Italy: dietro quell'abito o quella borsa o quella sciarpa c'è uno sfruttamento, probabilmente, di prezzi magari che non sono esagitati, oppure, se sono esagitati, vanno a quegli imprenditori o a quelle imprenditrici, e che vanno a danno di imprenditori e imprenditrici che operano in maniera legale, di ogni etnia.
Il distretto di Prato - lo dico anche alle colleghe parlamentari del centrodestra che dovrebbero rappresentarlo - non può essere terra di propaganda. È venuto il Ministro Piantedosi, il 15 agosto, in pompa magna, si è fermata la città, tanta vetrina, incontri della maggioranza in sedi istituzionali. Il risultato è stato zero: zero euro per le Forze dell'ordine, zero misure, zero euro per il tribunale.
Chiediamo al Governo non solo di venire a fare un'informativa qua per parlare del distretto, ma chiediamo finalmente che si combatta e si combatta con le parole vere. C'è la mafia, la criminalità, lo sfruttamento e lo schiavismo che stanno danneggiando le piccole e medie imprese italiane che ogni giorno operano legalmente, nel silenzio di questa maggioranza