Data: 
Martedì, 15 Luglio, 2025
Nome: 
Chiara Braga

Grazie, Presidente. Mi unisco alla richiesta del collega Bonelli, considerando che sono passate 72 ore dall'annuncio del Presidente Trump di imporre all'Europa dazi al 30 per cento dal 1° di agosto. Settantadue ore in cui abbiamo ascoltato le parole preoccupate delle imprese, dei rappresentanti dei lavoratori, delle categorie più coinvolte. Abbiamo appreso da centri studi, università di mezza Europa quali sarebbero le ricadute disastrose di questa decisione, abbiamo letto editoriali e poi qualche balbettante dichiarazione di rappresentanti della maggioranza e del Governo.

Ma la Premier Meloni si è limitata a 5 righe social dopo più di 24 ore, 5 righe sui social. Questo non è accettabile, non è serio per un Paese come il nostro. Chiediamo, di nuovo, che venga a riferire, qui, in Aula, a dire che cosa sta facendo il Governo italiano per proteggere l'Europa, per proteggere le nostre imprese e i lavoratori. Finora, guardi, una delle cose chiare - direi l'unica - è che chinare la testa e fare concessioni all'America di Trump non porta niente. Anzi, un primo grande errore è stato commesso, consentendo agli Stati Uniti di uscire dall'accordo per la tassazione minima del 15 per cento per le grandi multinazionali. Oggi ve lo dice su un famoso quotidiano del Paese, su un prestigioso quotidiano del Paese, anche il governatore Zaia del Veneto, lo scrive anche lui.

Però, noi vorremmo sapere cosa stia facendo Tajani negli Stati Uniti: se si sta battendo per rafforzare la posizione dell'Europa o sta rappresentando la posizione dell'altro Vice Premier Salvini, che, anche in questa occasione, non ha perso occasione per attaccare l'Europa.

Quando Trump impone questi dazi ha un piano preciso: attaccare chi, come l'Europa, crede nell'apertura economica, nel dialogo e nello stato di diritto contro il protezionismo e il nazionalismo. Una folle guerra commerciale, sì, ma anche molto di più: un attacco alle relazioni tra alleati, un attacco preciso e voluto all'Europa.

Allora, noi come opposizioni, ma anche credo a nome dei lavoratori, delle imprese, di chi nel Paese, ogni giorno, produce ricchezza, di chi paga le tasse, vogliamo sapere che cosa abbia in mente la Presidente del Consiglio italiano, capire se la sua relazione speciale con il Presidente Trump, un uomo che non vuole amici, ma solo sudditi, intenda portarla avanti - una relazione che finora non ha portato nessun risultato, anzi, a un rischio di crollo delle esportazioni della nostra economia -, con chi vuole imporre su questo tema, ma anche su molti altri, una visione del mondo basata solo sulla legge del più forte.

Allora, la patriota Meloni ha solo un modo per difendere gli interessi della Nazione: inserirla nel contesto europeo, lavorare perché l'Europa, con l'alleanza con gli altri Paesi che hanno subito lo stesso attacco, costituisca un muro, una resistenza alle pretese di Trump. Deve smettere di nascondersi.

Noi vogliamo sapere, il Paese ha diritto di sapere, se la Presidente del Consiglio ce la farà a superare la miopia, la chiusura nazionale per ottenere in questi giorni, in queste ore, attraverso il negoziato, una risposta europea che non cede ai ricatti, che non vuole fare gli interessi solo delle grandi big tech americane e vuole proteggere, come giustamente ha sottolineato anche il collega Bonelli, i nostri cittadini da un arretramento pericoloso e inaccettabile su normative che sono a tutela dell'ambiente, della salute e della qualità della vita in Europa. Serve negoziare a schiena dritta nell'unica sede possibile che è l'Europa.

Meloni esca dal silenzio assordante, in cui si è rinchiusa in questi giorni, e venga in Parlamento a dire quali contromisure intende sostenere a livello europeo, ma anche quali azioni intende mettere in campo il suo Governo per rilanciare la domanda interna, rafforzare la nostra economia reale e una politica industriale strategica e quali interventi mirati, a sostegno dei lavoratori delle imprese.

Guardi, Presidente - e chiudo - il Premier Sánchez ha attivato una consultazione permanente con i soggetti economici e sociali e con le opposizioni. Noi non pretendiamo tanto, però vogliamo che almeno la Presidente del Consiglio smetta di scappare e venga, qui, in Parlamento a riferire, a confrontarsi con tutte le forze politiche, con il Paese.

Per questo, Presidente, le chiediamo anche la convocazione di una Conferenza dei capigruppo per formulare ufficialmente, in quella sede, la nostra richiesta alla presenza del Governo.