Data: 
Martedì, 29 Luglio, 2025
Nome: 
Laura Boldrini

Grazie, signor Presidente. Sì, anche noi ci associamo a questa richiesta perché, a questo punto, è necessario capire che cosa sta facendo il Governo italiano.

Oggi abbiamo visto che anche la Gran Bretagna annuncia il riconoscimento dello Stato di Palestina; la Francia l'aveva già annunciato pochi giorni fa; la Spagna lo ha già fatto; la Norvegia lo ha già fatto; la Slovenia lo ha già fatto. Ad oggi, i Paesi che lo hanno già fatto sono 147. Questi Paesi hanno tutti colto l'importanza del riconoscimento dello Stato di Palestina.

Ecco, come mai, signor Presidente, tutti capiscono l'importanza di fare questo riconoscimento dal punto di vista politico, dal punto di vista del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese, tutti lo capiscono come forma di pressione verso il Governo criminale di Netanyahu, tutti ne colgono l'importanza, tranne Meloni e Tajani?

Meloni e Tajani che dicono frasi imbarazzanti. Hanno detto: serve il riconoscimento reciproco. Il riconoscimento reciproco? Ma io voglio immaginare che abbiano chiaro in testa che Israele è stato riconosciuto dall'OLP e dall'Autorità nazionale palestinese nei primi anni Novanta. Quindi, di quale reciprocità stiamo parlando? Poi, arrivano a dire che non è il momento appunto, ora non è il momento di riconoscerlo. E chissà perché gli altri Governi lo stanno invece facendo? Devono essere strani questi altri Governi a farlo proprio adesso.

La domanda che vorremmo fare alla Presidente del Consiglio è proprio questa: quando sarebbe il momento, Presidente? Quando? Se questo non è il momento, aspettiamo che Benjamin Netanyahu, che ha basato tutta la sua lunga carriera politica sul non riconoscimento dello Stato di Palestina, si convinca a farlo? È questo che vuole la Presidente del Consiglio? Questo non accadrà mai.

Ecco, allora quando sarebbe il momento? Quando Benjamin Netanyahu ha deportato oltre 2 milioni di persone a Gaza? Quando ha abbattuto anche l'ultima casa ancora in piedi? Quando ha raso al suolo l'ultima scuola, l'ultima università, l'ultimo ospedale? Quando, Presidente? Non è chiaro, perché, vede, siamo a circa 20.000 bambini uccisi dalle bombe, dalle mitragliatrici e dalla fame, parliamo di un'intera generazione di palestinesi, un'intera generazione che è stata cancellata.

E allora non è ancora il momento, Presidente? Io lo chiedo a lei: secondo lei, di fronte alla cancellazione di una generazione di bambini non è il momento di fare nulla? Rimaniamo a guardare? No, me lo dica. Di fronte al tentativo di annessione della Cisgiordania rimaniamo a guardare? Quando è il momento? Quando i coloni avranno occupato tutte le terre dei palestinesi? Quando avranno ammazzato tutti i pastori e i contadini che vivono lì da sempre? No, quando sarà, quando sarà il momento?

Ecco, io ho una domanda, veramente, oltre a queste sul momento. Leggere quell'intervista è stata una cosa, veramente… ho pensato che fosse uno scherzo. C'è anche un'altra domanda: io vorrei chiedere alla Presidente del Consiglio: quando è il momento in cui questo Governo smetterà di essere complice di quello che tutti i più grandi esperti di diritto internazionale al mondo chiamano “genocidio”? Quando questo Governo smetterà di trascinare l'Italia dalla parte dei carnefici e non dalla parte delle vittime?

Ecco, queste sono le domande che noi vogliamo fare alla Presidente del Consiglio. Quest'Aula, Presidente, deve sapere, ha il diritto di sapere e il Governo ha il dovere di venire qui a spiegare. Perché il Governo non può più nascondersi su questo. Quando c'è un genocidio in corso, non si scappa, ci si assume le proprie responsabilità.