Data: 
Martedì, 11 Novembre, 2025
Nome: 
Stefania Marino

Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo all'informativa urgente del Ministro Urso perché abbiamo presentato un'interrogazione la scorsa settimana e ancora non ci è stata data risposta. La società TIM Spa ha recentemente annunciato la cessione di Telecontact center Spa, società interamente controllata operante nel settore dei servizi di call center e customer care con 1.591 dipendenti distribuiti su otto sedi in Italia: Catanzaro, Roma, Caltanissetta, Napoli, Ivrea, Aosta, l'Aquila e Milano. L'operazione prevede il trasferimento del personale in una nuova società denominata Dna Srl, controllata da Gruppo Distribuzione, impresa con oltre 3.000 addetti e sedi operative anche nei Paesi dell'Europa dell'Est. Tale cessione di ramo d'azienda, notificata ai sindacati lo scorso venerdì, ottobre 2025, si configura come un'esternalizzazione a tutti gli effetti, con i lavoratori che continueranno a svolgere in appalto le medesime attività di customer care per TIM Spa. Le organizzazioni sindacali SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM e UIL hanno immediatamente attivato le procedure di raffreddamento e non escludono azioni di sciopero denunciando un'operazione priva di senso industriale, con un elevato rischio di esuberi al termine dei periodi di garanzia occupazionale previsti dalla normativa vigente.

Peraltro i sindacati sottolineano ancora che la nuova società Dna Srl disponga di un capitale sociale di 10.000 euro soltanto, elemento che ovviamente suscita forti preoccupazioni sulla tenuta economica e sulla reale tutela dei lavoratori coinvolti. Oltre 1.000 dipendenti operano nel Mezzogiorno, in territori già colpiti da elevati tassi di disoccupazione e fragilità economica, aggravando l'impatto sociale dell'operazione. La dirigenza sindacale ha inoltre evidenziato che questa cessione si riferisce a una tendenza più ampia del settore delle telecomunicazioni a spostare all'esterno le attività di customer care, pratica che in passato ha prodotto esiti controversi e contenziosi giudiziari, come è avvenuto per Fastweb, Vodafone e Wind. Tale progetto, secondo quanto viene riportato anche da alcuni organi di stampa, potrebbe beneficiare di fondi pubblici, richiedendo quindi una verifica sulla trasparenza, sulla finalità e sulla legittimità del loro utilizzo. Il Governo ha più volte ribadito l'intenzione di tutelare l'occupazione stabile e di contrastare le esternalizzazioni improprie che generano precarietà e frammentazione contrattuale. Sulla situazione di crisi e precarietà dei lavoratori di Telecontact center Spa erano state già presentate diverse interrogazioni, anche l'anno scorso, a marzo 2024, ancora senza risposta. Appare dunque necessario un intervento immediato dei Ministri competenti, per assicurare che la transizione avvenga nel rispetto delle normative sul lavoro, delle comunità occupazionali e delle finalità dei fondi pubblici eventualmente coinvolti.

Tra l'altro, questo Governo sulle politiche del lavoro e del Sud è parecchio sordo. Quindi, chiediamo con la massima urgenza che il Ministro Urso venga immediatamente a relazionare su quanto accaduto.