Data: 
Mercoledì, 5 Novembre, 2025
Nome: 
Debora Serracchiani

Grazie, Presidente. Quello che è accaduto è di una gravità inaudita. Presidente, noi ricordiamo tutti - lo ricordava anche il collega, poc'anzi - la volontà determinata della Presidente del Consiglio che, voglio ricordare, lo disse in una dei momenti più drammatici e tragici vissuti dal nostro Paes, e mi riferisco in particolare alla tragedia di Cutro. In quella occasione, la Presidente del Consiglio disse che non avrebbe avuto assolutamente nessun riguardo ma che avrebbe rincorso i trafficanti di uomini in tutto il globo terracqueo. In realtà, non doveva fare molta strada e non doveva andare molto lontano, perché uno di quei criminali noi l'avevamo arrestato grazie, e voglio ringraziarli ancora una volta, alle Forze dell'ordine italiane, alle Forze di Polizia che hanno dato esecuzione ad un ordine della Corte penale internazionale, che è nata a Roma, il cui statuto è stato sottoscritto a Roma, e che aveva fatto un mandato di arresto nei confronti di questo criminale. L'avevano arrestato. Ebbene, il Ministro Nordio è venuto qui a raccontarci tre o quattro storie diverse. Il Ministro Piantedosi ci ha detto che ha ritenuto di rispedirlo a casa per la sua pericolosità sociale. Il sottosegretario Mantovano ha ritenuto addirittura di accompagnarlo con un volo di Stato, a spese degli italiani. Ma noi, oggi, non abbiamo soltanto collezionato una figuraccia, noi oggi abbiamo la necessità di recuperare quella dignità persa dalle istituzioni italiane in una vicenda che, ripeto, è inaccettabile, perché è la Libia che oggi arresta Almasri, un criminale, torturatore, che ha ucciso persone, e qui si è ritenuto di liberarlo. E ci avete anche preso in giro dicendo che voi, invece, lo facevate perché avevate bene le idee chiare su quello che fosse, in quel momento, l'azione che bisognava fare. Beh, Presidente, siete scappati, siete sfuggiti alle responsabilità giudiziarie, non potete fuggire alle responsabilità politiche che sono evidenti in questa vicenda, ma aggiungo anche una cosa: quella vicenda non è ancora finita in Parlamento, c'è un conflitto di attribuzione di cui vi state occupando; c'è un conflitto di attribuzione che potrebbe arrivare in Aula se si riterrà che quel conflitto sia fondato. E allora io vi chiedo, alla luce di quello che sta accadendo: fermatevi! fermatevi! perché oltre all'ignominia, oltre alla figuraccia internazionale, continuate a utilizzare in modo strumentale e improprio le istituzioni italiane, ancora una volta. E per fare cosa? per difendere chi si è preso una responsabilità politica e giudiziaria di liberare un criminale torturatore e assassino. Questa responsabilità ce l'avete tutto addosso, e ce l'avete anche come parlamentari italiani: rappresentate la Repubblica italiana di cui siamo tutti orgogliosi, e se siamo tutti orgogliosi della Repubblica italiana che rappresentiamo in quest'Aula, fermatevi e non fate l'ulteriore gesto ignobile, cioè quello di sollevare un conflitto di attribuzione in una vicenda che, in tutta evidenza, ha nome e cognome nei loro responsabili. E siccome questa persona oggi è stata arrestata in Libia, vi preghiamo di non andare avanti ulteriormente, offendendo la nostra storia, offendendo i nostri valori costituzionali, offendendo la sacralità di questo luogo, facendo un passaggio parlamentare che creerebbe ulteriore - ulteriore! - ignominia in capo a questo Parlamento e a questo Governo. Fermatevi! e fermate, se ce la fate, anche il Ministro Nordio e la sua Capo di Gabinetto, che forse è arrivato il momento che rispondano delle attività che stanno facendo e che quasi mai coincidono con il ruolo che stanno esercitando.