Grazie, Presidente. Sicuramente ci uniamo anche noi alla richiesta al Governo di riferire sull'evoluzione delle notizie che accogliamo con favore in queste ore, che ci auguriamo portino a un avanzamento di quello spiraglio di pace che si è aperto in Medio Oriente.
Devo dire che ci fa anche piacere sentire, per la prima volta in quest'Aula, le parole del capogruppo del principale partito di maggioranza, dopo il massacro di 2 anni che si è svolto in quelle terre a Gaza. Abbiamo chiesto ripetutamente al Governo italiano di venire qui e confrontarsi con il Parlamento, alla Presidente del Consiglio, che probabilmente sceglie altri momenti per essere presente in quest'Aula. Ma quello che rimane è la fiducia che questo passo - questo primo passo, seppure importante per ridare speranza e fiducia a un popolo martoriato, alla richiesta di pace e di cessate il fuoco, che è venuta anche da una parte importante della società civile di Israele - possa vedere lo sforzo di tutte le istituzioni, dei Paesi e delle diplomazie, perché questo primo passo di pace possa essere accompagnato da un lavoro paziente, importante, che faccia propria anche quella voce che si è alzata in queste settimane. Non tutti sono stati silenti, si è cercato anche di strumentalizzare. Invece quella spinta alla pace ha finalmente prodotto uno sbocco, che ci auguriamo possa portare fino in fondo a una soluzione positiva, sapendo che da qui passa un immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, l'ingresso continuo e sistematico di aiuti umanitari a una popolazione stremata, il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine delle violenze perpetrate dal Governo di Netanyahu, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania.
Certo, rimane anche il rammarico per il fatto e il pensiero di essere arrivati tardi, troppo tardi, a questa iniziativa: 64.000 minori uccisi o mutilati nella Striscia di Gaza, lo ha detto ieri l'UNICEF; migliaia e migliaia di persone che hanno perso la vita; odio seminato in 2 anni di un'aggressione che ha portato soltanto a rendere più difficile la costruzione di un processo di pace. Noi però ci appelliamo e ci attacchiamo a questa speranza che oggi si apre. Ci auguriamo che il Governo italiano voglia venire qui a confrontarsi con il Parlamento, da cui una settimana fa è arrivata anche da parte delle opposizioni una posizione di responsabilità, e ci auguriamo che questo non sia il tentativo di appropriarsi di un risultato, oppure di strumentalizzare un passaggio importante, storico, a cui noi guardiamo con grande fiducia, nel rispetto però anche del lavoro che è stato compiuto, delle voci che in questi 2 anni si sono alzate, non in maniera eguale in tutte le parti di questo Parlamento e di questo Paese. Credo che vada ricordato e speriamo che ci sia un avanzamento nelle prossime ore, ma che ci sia anche uno scatto di iniziativa e di responsabilità politica da parte del Governo italiano, che per troppo tempo è stato silente, e da parte dell'Europa, che deve mettere in campo tutto il suo peso politico per accompagnare e gestire tutte le fasi di questo complesso e articolato processo di pace.