“Desidero esprimere il mio più profondo cordoglio per la tragica scomparsa dell’assistente capo coordinatore Aniello Scarpati, deceduto in un incidente stradale mentre era in servizio a Torre del Greco. Alla sua famiglia, ai colleghi e a tutta la Polizia di Stato va la mia più sincera vicinanza in questo momento di grande dolore.
Il sacrificio e la dedizione quotidiana delle donne e degli uomini in divisa rappresentano un presidio fondamentale per la sicurezza e la coesione delle nostre comunità. A loro dobbiamo rispetto, riconoscenza e sostegno.
Un pensiero anche per il collega rimasto ferito, a cui auguro una pronta guarigione.”
Così il deputato del Partito Democratico, Stefano Graziano.
“Ottima l’audizione di Sigfrido Ranucci in commissione voluta fortemente da tutte le opposizioni. Alla luce dei recenti fatti di cronaca, gravissimi, che vedono la persona di Sigfrido Ranucci colpita nel più profondo, era necessario e doveroso ascoltarlo in audizione in vigilanza rai per ristabilire insieme delle regole democratiche nel rispetto non solo del giornalista colpito, ma di tutta la libertà dell’informazione e della nostra democrazia. La maggioranza tuteli la nostra libertà di stampa e la nostra democrazia insieme alle opposizioni, lo dice la Costituzione”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai.
“Le dichiarazioni del ministro Crosetto appaiono, quando meno, sorprendenti. Siamo contrari a ogni forma di violenza e per questo reputiamo che sarebbe stato auspicabile che affermazioni di tale portata fossero rese nelle aule parlamentari o quantomeno in sedi istituzionali, dove possano essere oggetto di verifica, dibattito e approfondimento. Alcune delle parole del ministro gettano peraltro un’ombra che rischia di derubricare come “infiltrazioni” o “manovre destabilizzanti” le tante e legittime proteste che si sono svolte nel nostro Paese in questi mesi. Se il ministro della Difesa dispone di elementi concreti relativi a presunte infiltrazioni o atti di corruzione volti a destabilizzare l’Italia, la sede opportuna non è un libro o un’intervista, ma la Procura della Repubblica, dove tali informazioni devono essere immediatamente denunciate.
È dovere delle istituzioni tutelare la sicurezza nazionale, ma anche il diritto dei cittadini e delle forze sociali a manifestare liberamente le proprie opinioni, senza essere arbitrariamente associati a presunte operazioni di influenza straniera” così il capogruppo democratico in commissione difesa della Camera, Stefano Graziano.
“L’attacco da parte dell’esecutivo ungherese al quotidiano nazionale La Repubblica è veramente sproporzionato e in palese contrasto con i principi fondamentali della libertà di stampa e dell’indipendenza dei media, valori che dovrebbero essere condivisi e rispettati a livello europeo. È imprescindibile che ogni giornale possa svolgere il proprio lavoro in piena autonomia, senza intimidazioni o ostacoli da parte di poteri pubblici o esecutivi.
Qualsiasi ripercussione, aperta o velata, nei confronti di un organo di stampa indipendente suscita allarme perché mina il valore della trasparenza e della responsabilità pubblica. Ci stupisce che né la presidente Meloni, né i vicepremier Salvini e Tajani, grandi amici di Orban, abbiano speso una parola in merito”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai.
“Il Governo deve rivedere subito il provvedimento che riduce del 10% le risorse destinate ai progetti sui beni confiscati alla criminalità organizzata. È un taglio miope e ingiusto, che colpisce soprattutto i piccoli Comuni, già impegnati con lavori appaltati e interventi avviati grazie ai fondi PNRR.
Queste risorse non sono solo numeri di bilancio, ma strumenti di riscatto civile e di rigenerazione sociale. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo concreto di legalità, e bloccare o ridurre questi progetti significa indebolire la risposta dello Stato contro le mafie.
Penso al caso di Cesa e a tanti altri Comuni del Mezzogiorno che rischiano di fermare cantieri già avviati per mancanza di copertura finanziaria. È inaccettabile. Il Governo Meloni garantisca la piena copertura dei fondi originari e introduca norme di salvaguardia per i progetti in corso. La lotta alla criminalità non può subire tagli: servono coerenza, visione e rispetto per il lavoro dei sindaci e delle comunità locali”. Lo dichiara Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico, in seguito all’appello del sindaco di Cesa, Enzo Guidi, ai parlamentari casertani, alla presidente del consiglio Meloni e all’Anci sul no al taglio del 10% dei fondi per i beni confiscati per progetti già appaltati.
“Il Governo deve rivedere subito il provvedimento che riduce del 10% le risorse destinate ai progetti sui beni confiscati alla criminalità organizzata. È un taglio miope e ingiusto, che colpisce soprattutto i piccoli Comuni, già impegnati con lavori appaltati e interventi avviati grazie ai fondi PNRR.
Queste risorse non sono solo numeri di bilancio, ma strumenti di riscatto civile e di rigenerazione sociale. Ogni bene confiscato che torna alla collettività è un simbolo concreto di legalità, e bloccare o ridurre questi progetti significa indebolire la risposta dello Stato contro le mafie.
Penso al caso di Cesa e a tanti altri Comuni del Mezzogiorno che rischiano di fermare cantieri già avviati per mancanza di copertura finanziaria. È inaccettabile. Il Governo Meloni garantisca la piena copertura dei fondi originari e introduca norme di salvaguardia per i progetti in corso. La lotta alla criminalità non può subire tagli: servono coerenza, visione e rispetto per il lavoro dei sindaci e delle comunità locali”. Lo dichiara Stefano Graziano, deputato del Partito Democratico, in seguito all’appello del sindaco di Cesa, Enzo Guidi, ai parlamentari casertani, alla presidente del consiglio Meloni e all’Anci sul no al taglio del 10% dei fondi per i beni confiscati per progetti già appaltati.
“Le dichiarazioni del presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, contro la trasmissione Report e il suo conduttore Sigfrido Ranucci, rappresentano un ulteriore episodio grave e preoccupante. Parlare di “giornalismo militante” e invocare “un intervento della Rai” dopo la messa in onda di un’inchiesta giornalistica costituisce una forma evidente di ingerenza e pressione politica su un servizio pubblico che deve restare autonomo, libero e indipendente da qualsiasi condizionamento del potere. Invece di confrontarsi nel merito dei fatti riportati — che riguardano la gestione dei fondi pubblici da parte di esponenti di FdI e le modalità di nomine nel settore culturale — Mollicone sceglie di attaccare chi fa informazione, tentando di delegittimare il lavoro dei giornalisti. Un atteggiamento che stride con le parole di solidarietà espresse appena pochi giorni fa da Giovanni Donzelli e dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei confronti di Ranucci e della libertà di stampa. Ci chiediamo: quelle dichiarazioni valgono ancora, o oggi condividono la posizione di Mollicone?
La libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati non possono essere messi in discussione ogni volta che un servizio televisivo tocca nervi scoperti del potere politico. Il servizio pubblico non deve essere compiacente verso il governo di turno, ma deve rispondere unicamente al mandato costituzionale di garantire pluralismo, trasparenza e informazione indipendente” così una nota del capogruppo del Pd nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
“La libertà di stampa è un principio fondamentale e irrinunciabile in ogni democrazia. Il tentativo di isolare o intimidire i giornalisti rappresenta un segnale grave e preoccupante per la salute del nostro sistema democratico. È inaccettabile che si cerchi di limitare l’informazione o di colpire chi svolge con serietà e indipendenza il proprio lavoro. Per questo chiediamo che il Governo e tutti coloro che hanno promosso querele temerarie contro il giornalista Ranucci le ritirino immediatamente. Allo stesso modo, è urgente che venga sbloccata la Commissione di Vigilanza RAI, ferma da oltre un anno. Il suo stallo impedisce il corretto funzionamento del servizio pubblico e costituisce, di fatto, un ostacolo alla libertà e al pluralismo dell’informazione. Bloccare l’informazione di un Paese significa minare le basi stesse della democrazia. È tempo che le istituzioni dimostrino rispetto per la libertà di stampa e per il diritto dei cittadini ad essere informati” così il capogruppo democratico in commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano a margine della manifestazione di piazza stanti apostoli a Roma ‘per la libertà di stampa’.
“L’attentato che ha colpito Sigfrido Ranucci e la sua famiglia è un fatto di una gravità inaudita, che scuote profondamente le istituzioni e tutto il mondo dell’informazione. Due ordigni esplosivi, piazzati sotto le automobili del giornalista e della figlia, avrebbero potuto causare una tragedia. È un attacco diretto non solo a Ranucci, ma alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini a essere informati.”
“Chiediamo che venga immediatamente accertata la verità su quanto accaduto e che le autorità competenti agiscano con la massima urgenza per individuare i responsabili di questo vile gesto. Ancora una volta il giornalismo libero è sotto attacco, e non possiamo restare indifferenti.” Così Stefano Graziano, Capogruppo Partito Democratico Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
“Esprimo la mia piena solidarietà a Sigfrido Ranucci, alla sua famiglia, alla redazione di Report e a tutta la Rai - conclude Graziano - i questo momento difficile, le istituzioni, la politica e l’opinione pubblica devono stringersi attorno a chi ogni giorno lavora per la verità e per la trasparenza. Colpire un giornalista significa colpire la democrazia stessa.”
“In una giornata di grave lutto per il Paese, esprimiamo il nostro profondo cordoglio per i tre carabinieri che hanno perso la vita nella tragica esplosione di Castel d’Azzano (VR). La nostra vicinanza va ai feriti, alle loro famiglie e a tutte le Forze dell’Ordine che ogni giorno servono lo Stato con coraggio e dedizione.”
Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
“Al ministro della Difesa Crosetto vanno i più sinceri auguri di pronta e completa guarigione. A nome del gruppo del Partito Democratico in Commissione Difesa, esprimo vicinanza e un sentito augurio di rapido ritorno alle sue funzioni istituzionali” così una nota di Stefano Graziano, Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Difesa alla Camera dei deputati.
“Esprimiamo la nostra solidarietà a Bruno Vespa per le intimidazioni e le offese subite. Questo inaccettabile clima d’odio che si è venuto a creare non è più tollerabile soprattutto all’interno dell’azienda dell’informazione pubblica, l’informazione di tutti i cittadini, la casa della democrazia. Occorre una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche perché solo in questo modo si riuscirà a ristabilire un clima civile”. Così in una nota il capogruppo pd in commissione di vigilanza sulla Rai Stefano Graziano.
“Esprimo la mia piena solidarietà alla giornalista dell’Adnkronos vittima di minacce da parte di un gruppo di persone incappucciate durante la manifestazione pacifica in solidarietà a Gaza e alla Flotilla. Si tratta di un episodio gravissimo, che colpisce non solo una professionista dell’informazione, ma l’intero principio della libertà di stampa, pilastro fondamentale di ogni democrazia”.
Lo dichiara il deputato Stefano Graziano, capogruppo PD in commissione di Vigilanza Rai
“In un contesto già carico di tensioni, chi sceglie la strada dell’intimidazione e della violenza tradisce lo spirito stesso della protesta pacifica. Ai giornalisti deve essere garantito il diritto di lavorare in sicurezza e senza paura, qualunque sia il tema che stanno raccontando. Mi auguro che le autorità competenti facciano piena luce sull’accaduto e che si adottino tutte le misure necessarie per tutelare chi ogni giorno assicura ai cittadini il diritto all’informazione”.
“L’incendio che il 16 agosto scorso ha devastato l’impianto Campania Energia a Teano, in provincia di Caserta, è stato un disastro ambientale e sanitario di proporzioni enormi. I Vigili del fuoco hanno impiegato quindici giorni per domare le fiamme e le conseguenze sulla salute dei cittadini e sull’ambiente sono evidenti. Per questo avevo presentato un emendamento al disegno di legge Terra dei Fuochi che stanziava 15 milioni di euro destinati alle bonifiche e agli interventi di messa in sicurezza. Ma il governo lo ha respinto».
Lo dichiara il deputato casertano del Pd Stefano Graziano, capogruppo in Commissione Difesa e Vigilanza Rai.
“Ancora una volta – sottolinea l’esponente dem – l’esecutivo si schiera contro il Mezzogiorno, contro la provincia di Caserta e contro la tutela della salute pubblica. È inaccettabile che davanti a un’emergenza così grave si scelga di voltarsi dall’altra parte, negando le risorse necessarie a caratterizzare i terreni, avviare le bonifiche e garantire sicurezza ambientale e sanitaria ai cittadini”.
“Avevo rivolto un appello – conclude Graziano - affinché l’Aula votasse in maniera trasversale, al di là degli schieramenti, perché la difesa del territorio e della salute non hanno colore politico. Purtroppo il mio emendamento è caduto nel vuoto. Avrei voluto almeno che i deputati del centrodestra eletti in provincia di Caserta facessero sentire la propria voce, invece è calato un silenzio assordante. Il Partito Democratico continuerà a battersi con forza per la Terra dei Fuochi e per la sicurezza dei nostri cittadini.
“Contestiamo questo decreto sia nel metodo che nel merito. Avevamo chiesto un approccio diverso, con alcune proposte chiare, che la maggioranza ha però respinto: più risorse per le bonifiche e con continuità pluriennale; più strumenti per i comuni, che devono poter disporre di fondi per videosorveglianza, controlli e raccolta straordinaria; maggiori strumenti per l'educazione ambientale, a partire dalle scuole; più trasparenza nella gestione dei fondi, con la pubblicazione periodica dei dati sugli interventi e sulla spesa. Era necessaria l’istituzione di una cabina di regia nazionale che lavorasse insieme alla regione Campania, agli enti locali, alle associazioni e ai cittadini per evitare che la salute e la sicurezza ambientale fossero sacrificate ai tempi della burocrazia, all'assenza o alla ricerca di risorse che appaiono insufficienti, e invece nulla di tutto questo. Nel decreto ci sono solo inasprimenti di pene senza una adeguata corrispondenza con il rafforzamento delle politiche di prevenzione e di bonifica”.
Così il deputato democratico, Stefano Graziano, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Terra dei Fuochi.
“Ma non è tutto - ha aggiunto - perché nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto un emendamento che nulla ha a che vedere con la Terra dei Fuochi: e cioè l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un nuovo Dipartimento per il Sud, che dovrebbe acquisire le competenze e le prerogative della Struttura di missione per la zona economica speciale unica. Una scelta improvvisata, di cui non si era discusso prima, calata dall'alto, che cambia l'architettura e l'impianto organizzativo e istituzionale della Zes, senza alcun confronto, senza alcun dibattito preventivo, senza alcun ascolto dei territori, senza chiarezza sulle risorse e sugli obiettivi. Del resto - ha concluso - la grave vicenda dell’incendio di Teano e il voto contrario al nostro emendamento sono l’esempio che questa maggioranza è contro il Mezzogiorno”.