“Il segnale che arriva da Puglia e Campania è inequivocabile: dal Sud si è alzata una spinta politica che il governo non può ignorare. La caduta di Cirielli e la straordinaria vittoria di Decaro mostrano che il consenso attorno al governo si sta incrinando e che la corsa verso il 2027 resta apertissima. Il progetto unitario promosso dalla segretaria ha dimostrato la propria solidità: quando le forze del centrosinistra si presentano con una proposta comune e coerente, gli elettori ne colgono la serietà e l’affidabilità. I risultati ottenuti nelle due regioni del Sud raccontano di una comunità che chiede un cambio di passo e che non accetta più politiche che la penalizzano. Il voto ha segnalato con forza il rifiuto delle scelte portate avanti dal governo Meloni, a partire dall’autonomia differenziata, percepita come una misura che rischia di allargare i divari invece di ridurli.” Così una nota del deputato democratico Marco Lacarra.
La memoria difensiva depositata conferma tutta la gravità con cui il governo ha gestito il caso Almasri. Non solo continui cambi di versione e una gestione opaca, ma soprattutto il fatto più grave: in Parlamento il governo ha mentito” così il democratico Marco Lacarra componente della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, al termine della seduta in cui il relatore Federico Gianassi ha illustrato i contenuti della memoria depositata dal governo.
“In Aula - prosegue Lacarra - il governo ha detto che si stavano valutando presunti vizi formali e che il ministro Nordio stava verificando la legittimità degli atti della Cpi, e addirittura che la scarcerazione era stata una scelta della magistratura, come ha poi sostenuto la presidente del Consiglio Meloni assecondando la bugia sui social. Dalla memoria emerge invece con chiarezza che già tra il 19 e il 21 gennaio si era deciso, a livello politico, di non procedere all’arresto né alla consegna alla Corte penale internazionale, scegliendo di rimpatriare il criminale Almasri in Libia per altre motivazioni mai dichiarate in parlamento. Un vero e proprio ‘patto di non intervento’, dettato da considerazioni politiche legate a rapporti economici e alla sicurezza degli interessi italiani in Libia, che sono state nascoste alla Camera e al Senato. È un fatto gravissimo: i ministri hanno tradito il giuramento pronunciato all’atto di nomina, venendo meno al dovere di verità e trasparenza nei confronti delle istituzioni e del Paese”, conclude Lacarra.
"Sul futuro dell’ex Ilva non c’è più tempo da perdere. Taranto non può vivere di annunci e rinvii, ma ha bisogno di un piano industriale certo e di investimenti adeguati, stimabili tra gli 8 e i 9 miliardi. Solo così si potrà garantire la completa decarbonizzazione dello stabilimento e la salvaguardia dei posti di lavoro in un contesto di continuità produttiva. Qualsiasi diversa alternativa è fumo negli occhi e ritorno al passato".
Così i deputati pugliesi del Partito democratico Ubaldo Pagano e Marco Lacarra, presenti a Roma nella delegazione che questa mattina ha incontrato le organizzazioni sindacali.
"Gli errori degli ultimi anni non hanno portato a nessun risultato concreto. La conseguenza è uno stabilimento sempre più fragile, migliaia di lavoratori in cassa integrazione e un territorio che paga in prima persona l’incertezza del Governo. La vendita spezzatino o soluzioni tampone non sono accettabili: occorre una visione strategica, che metta inequivocabilmente al centro l’equilibrio tra salute, ambiente e lavoro, senza cui nessun livello produttivo è più tollerabile. Il Governo Meloni e il ministro Urso devono assumersi la responsabilità di dire con chiarezza quali risorse intendono mettere sul tavolo e con quali tempi. Noi continueremo a sostenere le ragioni dei lavoratori e del territorio e vigileremo affinché il Governo non faccia passi indietro rispetto agli impegni assunti.”
“Con l’ultima revisione delle risorse destinate agli investimenti, il governo Meloni ha tolto oltre 11 miliardi di euro al Sud Italia, sottraendo fondi fondamentali per la realizzazione di opere strategiche. È l’ennesima dimostrazione che questo esecutivo continua a penalizzare il Mezzogiorno sacrificando progetti indispensabili per il suo sviluppo.”
Lo dichiara il deputato dem Marco Lacarra, commentando i dati del Rapporto Camera-Cresme.
“Il rapporto– spiega l'esponente Pd – mostra un taglio che colpirà tanti interventi, tra cui anche il Nodo ferroviario di Bari Nord, un’opera attesa da decenni. Si tratta di interventi cruciali per il nostro territorio perché avrebbero dovuto ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud. Invece, con una manovra burocratica e senza alcun confronto con i territori, il governo li ha cancellati con un tratto di penna”.
“Il risultato – conclude Lacarra – è che il Mezzogiorno viene ancora una volta trattato come una zavorra, mentre i cittadini del Sud si vedono negare opportunità di sviluppo e di crescita. È una scelta grave e inaccettabile, che denunceremo con forza in Parlamento e nel Paese".
“Non è semplice, oggi, tracciare un bilancio sullo stato delle riforme della giustizia nel nostro Paese. Non lo è soprattutto se si assume come parametro l’orientamento originario che il Ministro in carica ha inteso assumere all’inizio del suo mandato.
Un tema molto importante a mio avviso da sottolineare è che nessun intervento legislativo è stato fatto dalla attuale maggioranza sul riequilibrio delle prerogative fra parte pubblica e privata nella fase delle indagini preliminari, dove il rischio di abuso delle misure cautelari finora non è stato assolutamente mitigato.
Ci sono ancora molti interrogativi che riguardano le indagini preliminari che restano senza risposta.
E per quanto riguarda i reati, abbiamo visto che sono stati introdotti più di 60 nuovi reati e che l’aumento complessivo delle pene supera i 400 anni di carcere. È evidente che prevale nel governo e nella maggioranza un forte istinto panpenalista piuttosto che delle serie intenzioni di riforma della giustizia verso una giustizia più equa”. Lo ha detto il deputato del Pd, Marco Lacarra, nel corso del dibattito sulla Giustizia organizzato dal Partito Democratico alla Camera.
“Sono trascorsi oltre sessanta giorni da quando, il 16 aprile scorso, ho depositato l’interrogazione rivolta al ministro dell’Interno sui gravi rischi sanitari derivanti dall’esposizione ai composti Pfas per le donne e gli uomini del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. A oggi, nonostante la delicatezza del tema e l’urgenza di un piano di monitoraggio su scala nazionale, il ministro non ha ancora fornito alcun riscontro. Questo silenzio è ingiustificabile. Parliamo di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita per la sicurezza di tutti noi; pretendere tempi certi e trasparenza nelle risposte istituzionali è il minimo dovere che abbiamo nei loro confronti. Il Parlamento non può essere relegato al ruolo di spettatore muto quando in gioco ci sono salute e dignità dei lavoratori. Il ministro batta un colpo”.
Così Marco Lacarra, deputato del Partito Democratico della Commissione Giustizia.
“Conosciamo Alessandro Delli Noci. Abbiamo apprezzato la sua grande capacità di essere sempre al servizio del bene comune e mai di qualcuno in particolare, con competenza e passione politica. Ecco perché molte delle descrizioni frettolosamente emerse in questi giorni le riteniamo molto lontane dall’uomo e dal politico Delli Noci. Confidando come sempre nella giustizia e nella magistratura, siamo certi saprà chiarire a brevissimo ognuno degli addebiti che gli sono mossi".
Così in una nota congiunta i deputati pugliesi del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra.
“Annuncio con fermezza il voto contrario del mio gruppo parlamentare al decreto Sicurezza. Un provvedimento che non risponde alle esigenze concrete di tutela dei cittadini, ma rappresenta invece un atto politico repressivo e ideologico. Non si tratta di una misura tecnica, ma di un intervento che incarna una preoccupante torsione autoritaria del nostro ordinamento. Il decreto contiene norme eterogenee, alcune delle quali già rigettate per incostituzionalità, riesumate ora tramite decreto in spregio al confronto parlamentare. Tra i punti più critici vi è la norma sulla detenzione delle madri con figli piccoli, che cancella il principio del superiore interesse del minore, consentendo la reclusione anche in fase cautelare. Grave è anche l’estensione dei poteri ai servizi segreti, senza adeguati contrappesi democratici, e la criminalizzazione del blocco stradale, con pene sproporzionate che minacciano il diritto di manifestare. Infine, l’introduzione della nuova aggravante per reati commessi nei pressi di infrastrutture ferroviarie appare giuridicamente infondata e strumentale. Questo decreto non garantisce maggiore sicurezza. Al contrario, svuota lo Stato di diritto e indebolisce la democrazia. Per queste ragioni, il nostro voto è contrario, in nome della libertà, della giustizia e della Costituzione repubblicana”.
Così il deputato democratico della commissione Giustizia, Marco Lacarra.
Parteciperanno il mondo sindacale e delle imprese
Si terrà oggi mercoledì 28 maggio, alle ore 16 presso la Sala Stampa di Montecitorio, la conferenza stampa in tema di digitalizzazione e semplificazione del sistema-Paese, organizzata dall’On. Marco Lacarra in collaborazione con SEI Confimpresa, organizzazione sindacale fondata da un gruppo di imprenditori italiani con il compito di tutelare le imprese in ambito sindacale, economico-finanziario e tecnologico.
All’iniziativa, moderata da Sasha Mauro De Giovanni, interverranno Marco Lacarra, Marco Simiani, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi, deputati del Partito Democratico, Rino De Martino, Presidente Nazionale SEI Confimpresa, Claudio Capodieci, Segretario nazionale FAILM, Claudio Armeni, Segretario Generale Confederazione S.E.L.P., Laura Castelli, già Viceministra dell’Economia e delle Finanze, Luigi Troiani, Professore di Relazioni Internazionali e Storia e Politiche delle istituzioni europee alla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino di Roma.
Per accrediti inviare mail a fabio.mancini@camera.it
Parteciperanno il mondo sindacale e delle imprese
Si terrà domani mercoledì 28 maggio, alle ore 16 presso la Sala Stampa di Montecitorio, la conferenza stampa in tema di digitalizzazione e semplificazione del sistema-Paese, organizzata dall’On. Marco Lacarra in collaborazione con SEI Confimpresa, organizzazione sindacale fondata da un gruppo di imprenditori italiani con il compito di tutelare le imprese in ambito sindacale, economico-finanziario e tecnologico.
All’iniziativa, moderata da Sasha Mauro De Giovanni, interverranno Marco Lacarra, Marco Simiani, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi, deputati del Partito Democratico, Rino De Martino, Presidente Nazionale SEI Confimpresa, Claudio Capodieci, Segretario nazionale FAILM, Claudio Armeni, Segretario Generale Confederazione S.E.L.P., Laura Castelli, già Viceministra dell’Economia e delle Finanze, Luigi Troiani, Professore di Relazioni Internazionali e Storia e Politiche delle istituzioni europee alla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino di Roma.
Per accrediti inviare mail a fabio.mancini@camera.it
“Per Meloni chi vince le elezioni si prende tutto, compresi i soldi degli italiani”
Anche in questo caso, come in tutte le occasioni in cui il governo Meloni ha voluto incidere sul sistema della giustizia, il mirino non è puntato verso l’efficientamento, la buona amministrazione, l’efficacia dell’azione pubblica in tutte le sue forme. Ma, al contrario, verso l’assoggettamento degli apparati dello Stato, lo svuotamento dei poteri e delle funzioni degli organi giudiziari e di controllo. È questa la logica che pervade anche il provvedimento che abbiamo all’esame: addomesticare il controllore.
La parola “responsabilità” viene completamente cancellata dal vocabolario dell’amministrazione della cosa pubblica. E la norma che forse incarna più di tutte questa scandalosa volontà è quella sulla prescrizione. Insomma, questo provvedimento serve a voi, più che al Paese. Fare della Corte dei Conti un organo quasi esclusivamente dedito a funzioni consultive, peraltro sovrapponendosi con le funzioni di altri importanti pezzi dello Stato come il Consiglio di Stato o l’ANAC, vuol dire rinunciare ad esercitare un controllo effettivo sulla condotta di chi, per conto dello Stato e di tutte le sue articolazioni, gestisce le risorse pubbliche. La norma che prevede la sostanziale impunità per il governo è l’emblema di questa intenzione ed inaugura una nuova era dell’amministrazione della cosa pubblica nel nostro Paese: il tempo dell’irresponsabilità e dell’uso disinvolto dei fondi pubblici, come insegna il caso del centro per migranti in Albania. È questa l’Italia di Meloni, Salvini e compagnia cantante: chi vince le elezioni si prende tutto, compresi i soldi degli italiani.
Così Marco Lacarra, deputato del Pd in Commissione Giustizia, intervenendo in Aula.
“È necessaria più giustizia per i lavoratori agricoli, per questo oggi ho depositato con il collega Marco Lacarra una proposta di legge con lo scopo di porre fine alla storica disparità tra l’indennità di disoccupazione agricola (oggi ferma al 40%) e quella degli altri lavoratori (fissata al 75%)”. Così si legge sul profilo social del deputato dem Mauro Laus.
“Con questa proposta – prosegue il parlamentare PD - vogliamo portare l’indennità agricola al 75% entro il 2027, con un aumento graduale già dal 2025. È una questione di giustizia, di dignità e di rispetto per chi lavora nei campi, alimenta il Made in Italy e rappresenta una parte fondamentale del nostro sistema produttivo”. “Quella del PD è una proposta, che sostiene oltre 590 mila lavoratori agricoli stagionali e riconosce il valore di un settore che vale oltre 70 miliardi per l’economia italiana. Ora tocca al Parlamento fare la sua parte”, conclude Laus.
“Leggo di comunicati, interviste, sopralluoghi e post sulla annosa vicenda del ponte della strada provinciale 231. Chiarisco che il Partito bitontino e il gruppo consiliare del Partito Democratico di Bitonto ed in particolare i consiglieri Vaccaro, Bratta, Pinto e Giordano hanno insieme al Sindaco Ricci e all'Assessore Brandi, fin dall'insediamento di questa amministrazione, seguito passo passo la ripresa dei lavori in stretto contatto con la ex Consigliera delegata alla viabilità della città metropolitana Vaccarella e, a poche ore dal suo insediamento, con il nuovo delegato Cavone (entrambi PD). I lavori stanno proseguendo. La rappresentazione fornita da alcuni è strumentale e falsa. Nel frattempo per il completamento lato ferrotramviaria si è in attesa della stipula della convenzione con città metropolitana che avverrà dopo l'approvazione in consiglio della delibera di autorizzazione alla stipula e erogazione dei relativi oneri in favore della predetta società concessionaria. Continueremo a seguire con massima attenzione i lavori fino alla conclusione. Il resto sono chiacchiere e propaganda”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico e Commissario del PD Bitonto, Marco Lacarra.
“Un altro provvedimento in materia di giustizia che non sana affatto i problemi della giustizia. Metter mano alle intercettazioni senza ripensare nel complesso le norme che regolano la fase delle indagini preliminari, favorendo un riequilibrio tra parte pubblica e privata, significa voler soltanto esibire una bandiera, senza alcuna reale intenzione di migliorare la giustizia.”
Così Marco Lacarra, deputato PD e componente della Commissione Giustizia di Montecitorio, a commento del disegno di legge in materia di intercettazioni in esame alla Camera.
“Introdurre il limite di 45 giorni per la durata delle intercettazioni vuol dire, di fatto, legare le mani agli inquirenti. La riforma voluta dal Governo Meloni e dalla sua maggioranza non risolve nemmeno parzialmente tutte le questioni legate ad eventuali abusi dello strumento o alle lesioni del diritto della privacy dei cittadini. Molto più semplicemente questi ‘effetti collaterali’ sono stati utilizzati come giustificazione per depotenziare la capacità operativa della magistratura. Le conseguenze saranno gravissime, come abbiamo cercato di spiegare durante tutto il corso della discussione. Da una parte, sarà molto più difficile indagare sui responsabili di reati gravissimi come l’omicidio o tutti i reati legati, ad esempio, alla violenza di genere. Dall’altro, si stende un tappeto rosso ai criminali di professione, a cui basterà aspettare pazientemente il decorso dei 45 giorni per riprendere in tutta tranquillità ogni attività illegale. Insomma – conclude Lacarra – siamo di fronte all’ennesimo pasticcio di questo Governo. E a farne le spese, in termini di sicurezza e legalità, saranno come al solito i cittadini.”
“Non sappiamo più cos’è peggio, se rivelare segreti di Stato per attaccare gli avversari politici oppure gridare alla ‘sentenza politica’ ogni volta che un tribunale condanna un esponente di destra”. Così Marco Lacarra, deputato del Pd, componente della Commissione Giustizia a Montecitorio.
“Questa destra non ha alcun rispetto delle leggi ma nemmeno dell’intelligenza degli italiani. Leggiamo di una condanna al mese ma la colpa è sempre delle toghe rosse. Se il sottosegretario Delmastro avesse avuto un minimo di dignità si sarebbe già dimesso un anno fa. Ora costatiamo che nemmeno una condanna ad 8 mesi è sufficiente a suggerirgli di rimettere il mandato”, conclude Lacarra.
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