• 14/01/2019

“La proposta di legge M5S su ‘acqua è un perfetto esempio di demagogia populista che preferisce rincorrere gli slogan orecchiabili piuttosto che risolvere davvero i problemi”. Lo scrive su Facebook Luigi Marattin, capogruppo Pd in Commissione bilancio della Camera, a proposito della proposta di legge sull’acqua pubblica.

“Richiamandosi – continua - a un referendum che non è mai esistito e buttando a mare decenni di esperienza concreta, oltre che di teoria economica, questo disegno di legge in sostanza obbliga alla gestione pubblica del servizio idrico integrato. Nell’ideologica - e miope - visione che ‘pubblico’ sia sempre e comunque meglio di ‘privato’, si compromette la capacità effettiva di fare investimenti per migliorare la rete e si sacrifica la possibilità che il cittadino possa usufruire di un servizio migliore a un costo più basso. Nel contempo, non fa niente per risolvere il vero problema del settore: la sovrapposizione di ‘regolatore’ e ‘regolato’ a livello locale, dove molti sindaci sono allo stesso tempo ‘arbitri’ e ‘giocatori’. Anzi, fa di peggio: vieta per legge (?!?) la vendita di tali azioni da parte dei comuni che volessero farlo. Incredibile il passaggio in cui la legge dice che dal 2020 tutte le gestioni attualmente affidate a terzi decadono (??) e vengono ex-lege trasformate in aziende speciali di diritto pubblico. E gli investimenti non ancora ammortizzati chi li paga? E i piani finanziari che scadevano oltre il 2020? Pazzesco”.

“Ridicolo infine - ma forse non più del resto - il passaggio in cui la legge prevede che i nuovi enti pubblici che gestiranno il servizio saranno esclusi dal patto di stabilità interno. Che è stato abolito 3 anni fa. Il modo in cui le forze politiche si posizioneranno di fronte a tale scempio contribuirà a tracciare una linea divisoria: tra chi fa politica cercando di risolvere davvero i problemi, e chi è solo interessato a inseguire lo slogan più demagogico e populista possibile”, conclude.