Preinvestigazione, aggressione patrimoniale, prevenzione e collaborazione interforze sono le nostre eccellenze
“Abbiamo avuto il piacere di audire ieri, nel comitato parlamentare Infiltrazioni mafiose nel periodo Covid-19, Antonio Laudati, sostituto procuratore alla direzione nazionale Antimafia”. Così il deputato dem Paolo Lattanzio, membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul Fenomeno delle Mafie e presidente del comitato Infiltrazioni mafiose nel tessuto socio-economico determinate dalle condizioni causate dall'emergenza sanitaria Covid-19.
“E’ stata una audizione fondamentale - prosegue il deputato dem - per sottolineare ancora una volta, come dal grande insegnamento di Giovanni Falcone, che il contrasto patrimoniale alla mafie è fondamentale. Laudati ci ha illustrato il loro lavoro che viene fatto grazie a un'analisi basata anche su algoritmi e che è sostanzialmente preventiva. Riassumendo con un efficace slogan: la loro attività punta a rendere l’intelligence evidenze, un'attività pre-investigativa che permette di trasformare in fatti in evidenza.
Se nel primo periodo della pandemia abbiamo notato l'influenza della criminalità organizzata nella trasformazione di alcune società tramite cessione di quote o investimenti di nuovo capitale da altri settori merceologici alla produzione di mascherine e gel, nel secondo periodo abbiamo assistito a una fase in cui sono arrivati molti fondi dallo Stato che hanno evidenziato la capacità delle mafie di adattarsi immediatamente provando a ottenere in maniera indebita quei benefici statali che invece sarebbero toccati a imprenditori in difficoltà onesti e mortificato e colpito ulteriormente le comunità”.
“La mia opinione - conclude Lattanzio - è che se si distribuisce senza controllo denaro, si rischia di andare ad arricchire i criminali. Quindi è necessario certo un intervento dello Stato, ma senza abbassare la guardia sul controllo, soprattutto preventivo. Stiamo assistendo a fenomeni per cui le mafie penetrano il sistema economico ma lo fanno in maniera invisibile, perché l'economia di guerra è una economia del nero, per cui i cambi di proprietà non si manifestano in maniera esplicita ma rimangono nascosti sfruttando prestanome. Intanto le mafie prendono il controllo delle aziende o con metodi violenti o svuotando le compagini dall’interno con l’afflusso di capitali illeciti.
Inoltre ritengo auspicabile che anche in altri ambiti si possano mettere a frutto le eccellenze pre-investigative messe a punto da quella parte di istituzioni per aggredire anche altre forme di illecito che, pur non essendo direttamente collegati alla criminalità organizzata, possono essere considerati reati spia come la corruzione, la criminalità finanziaria, l’usura. Sarebbe quindi necessario sistematizzare e rendere disponibili quei metodi anche per altre indagini, ciò aiuterebbe molto e velocizzerebbe il lavoro di investigazione perché permetterebbe una maggiore circolazione di informazione tra le banche dati e permetterebbe di usare le Sos anche in altri ambiti,utilizzando l’esperienza che abbiamo nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso”.