• 19/10/2017

“L’approvazione della legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis a uso medico permette di dare maggiore dignità ai pazienti gravi e ai loro familiari. Stiamo parlando di persone resistenti alle terapie convenzionali e affette da patologie gravi come la Sla, l’Hiv o affette da dolore cronico. Queste persone, che hanno seguito i nostri lavori con grande interesse, da oggi guardano al Senato chiedendo di arrivare presto all’approvazione definitiva di questa legge entro la fine della legislatura”. Lo ha detto Giuditta Pini, deputata del Pd durante l’intervento nell’Aula di Montecitorio per la dichiarazione di voto a nome del Gruppo del Pd sulla proposta di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico.

“Abbiamo visto in questi anni - ha proseguito Pini - come il proibizionismo abbia creato molti problemi. L’equiparazione tra le sostanze ha fatto sì che aumentasse l’uso di droghe più pesanti con un incremento della repressione e la fine della prevenzione. La Fini-Giovanardi, se possibile, ha fatto di peggio: ha sancito che i cannabinoidi fossero ‘privi di utilità terapeutica’ escludendo così migliaia di persone dall’accesso a questi farmaci con il paradosso di avere giustamente dei limiti per gli oppiacei e il divieto totale per i cannabinoidi. Abbiamo ascoltato gli appelli di medici e pazienti che chiedevano di separare l’uso medico dall’uso ricreativo per dare priorità al primo. La legge si è resa necessaria per avere una ricerca sulla cannabis terapeutica pubblica finanziata da Aifa e per capire se i suoi impieghi possono essere allargati ad altre patologie. Durante il dibattito parlamentare abbiamo ascoltato affermazioni vergognose che paragonavano i medici a dei pusher insultando la scienze e la professionalità del personale medico che tutti i giorni è a contatto con il dolore dei pazienti. Questo intervento normativo si è reso necessario anche perché non tutte le Regioni hanno approvato una legge in materia e quelle che lo hanno fatto sono andate in direzioni diverse fra loro. Con questo provvedimento si uniforma l’accesso al farmaco prevedendo la sua gratuità su tutto il territorio nazionale”.