• 29/07/2021

“L’Italia deve molto a Rocco Chinnici. Con lui nacque un nuovo e rivoluzionario modo di interpretare il contrasto dello Stato all’organizzazione mafiosa. Sua, infatti, fu l’intuizione di mettere in campo un ‘pool antimafia’, anziché proseguire con l’isolata azione di singoli e più vulnerabili magistrati e poliziotti non coordinati tra di loro. Una svolta decisiva, un salto di qualità straordinario, nella lotta a Cosa Nostra. Chinnici fu uomo coraggioso, visionario, consapevole della portata sociologica dell’evento mafia e della necessità di intervenire sul tessuto sociale, soprattutto sulle nuove generazioni, per estirparlo. 'Parlare ai giovani, alla gente - disse - raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai'. Quando lo uccisero, la barbarie mafiosa portò via con lui altre tre vittime del dovere, raggiunte in pieno dall’esplosione dell’autobomba: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. A Rocco Chinnici e a tutti questi uomini, oggi, va il nostro ricordo commosso, il rispetto e l’assunzione di un impegno solenne: proseguire senza sosta, né timore, il loro operato”.

Così il deputato dem della commissione Antimafia, Carmelo Miceli.