• 04/12/2017

La relazione della Commissione indagine Contraffazione oggi in aula alla Camera

Cosa c’è dietro una cintura, una borsa, una maglietta, un orologio contraffatto? C’è sfruttamento, inquinamento, illegalità, violenza e anche terrorismo. E’ quanto emerge, dati alla mano, dalla relazione della Commissione indagine sulla contraffazione su questo ormai diffuso e pericoloso fenomeno,  discussa oggi in aula.
“Una relazione – ha spiegato  la capogruppo Pd in commissione Susanna Cenni -   che ha analizzato il rapporto tra questo fenomeno,  la sua filiera e la criminalità organizzata.  Alcune delle tendenze in atto - la sua crescita esponenziale, un quadro normativo internazionale non omogeneo, una capacità dell’impresa di riorganizzarsi con flessibilità, un intreccio con lavoro nero e inquinamento ambientale - sono un humus straordinario per un intreccio tra contraffazione e varie forme di criminalità organizzata. E come ha confermato il ministro Orlando: “la scelta di talune associazioni criminali di tipo mafioso, soprattutto appartenenti ad alcune storiche famiglie criminali di camorra, di investire nel settore della contraffazione, costituisce un dato accertato in numerosi processi celebrati in territorio nazionale ed internazionale ed e sostanzialmente dovuta al basso rischio penale a cui vanno incontro gli associati”.
Alcuni dati: secondo Ocse ed Euipo (ufficio per la proprietà intellettuale dell’unione europea) il 2,5% degli scambi mondiali è costituito da beni contraffatti, per un valore corrispondente a 338 mld di euro, una cifra che si avvicina al Pil dell’Austria. Le importazioni di merce contraffatta in Europa riguardano il 5% del totale delle importazioni per un valore pari a 85 miliardi di Euro. L’Italia, dopo gli USA è il Paese più interessato al fenomeno. Le merci contraffatte provengono per lo più da Cina, Hong Kong, seguono altri Paesi. E inoltre  -  ha concluso Cenni – la contraffazione è anche sfruttamento dei lavoratori, danni alla salute, inquinamento ambientale e danno allo Stato, per l’evasione fiscale e per il degrado di intere aree urbane”.