• 26/11/2016

"Giornata importante per le parti sociali: i metalmeccanici raggiungono un accordo che, accanto all'aumento salariale per il recupero dell'inflazione pari a circa 52 euro mensili a regime, prevede interventi per il premio di risultato, la previdenza e la sanità complementari e per la formazione. Si tratta, in totale, di 93 euro mensili. Era dal 2008 che, allora con la mediazione del Governo Prodi, non si firmava un contratto unitario: si apre dunque una stagione nuova". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.

"La seconda buona notizia - prosegue - riguarda la disponibilità di Confindustria ad aprire il confronto sul modello contrattuale. Condividiamo, con Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria, l'obiettivo di lasciare agli accordi aziendali il compito di definire il salario di produttività e di consolidare il ruolo del contratto nazionale con compiti di regolazione e, soprattutto, di definizione del "salario di garanzia".

"Quest'ultimo punto è particolarmente importante perché, nel tempo del dumping sociale che deprime le retribuzioni e mette fuori gioco le aziende che praticano il rispetto delle leggi, fissare standard salariali inderogabili è una scelta lungimirante che favorisce la concorrenza leale e di qualità e la tutela dei lavoratori. Dopo il confronto con il Governo sulla previdenza, la ripresa di protagonismo delle parti sociali può favorire lo sviluppo e la produttività del Paese", conclude.