• 05/02/2019

“Il governo del cambiamento si conferma il governo che non intende consentire al Parlamento di esprimersi”. Lo ha dichiarato in Aula Enrico Borghi, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito della questione di fiducia posta dal governo sul Dl semplificazioni.

“Ma ormai – continua - questa è diventata una consuetudine. Questo Parlamento doveva esprimersi perché il Dl semplificazioni non è un provvedimento ordinario. Questo è un provvedimento arrivato alla Camera dopo un intervento straordinario del Presidente della Repubblica che ha censurato in maniera esplicita il fatto che, ancora una volta, il governo abbia infarcito un testo di norme che nulla hanno a che vedere con l’oggetto del provvedimento, perché è in evidente stato ansiogeno da compattezza a rischio. Noi vorremmo far rilevare la gravità di quanto accaduto perché avremmo voluto continuare il lavoro emendativo iniziato ieri in Commissione senza che un componente della maggioranza dimostrasse il buongusto di un minimo confronto, un minimo dialogo, la minima dialettica. Come se questo non fosse il Parlamento ma un luogo di pura ratifica. Vogliamo stigmatizzare questo atteggiamento. Oltre a questo noi veniamo espropriati del diritto di dire la nostra su una vicenda clamorosa come il mancato riconoscimento di Guaidò come presidente, quando tutto il mondo occidentale va in una direzione e noi, invece, ci allineiamo alle dittature orientali”.

“Il Parlamento è stato espropriato di tutto questo, è stato espropriato della possibilità di intervenire sui decreti, viene espropriato nella discussione costituzionale. Ma di quale cambiamento si parla? Dove ci vuole portare la maggioranza? Noi non possiamo accettare questa situazione”, conclude.