• 21/03/2021

“Oggi è la giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia, fortemente voluta e difesa da Libera. Lavoro e partecipo a questa iniziativa dal 2008, quando la organizzammo a Bari su forte impulso di Michele Emiliano. Erano gli anni di una lotta quartiere per quartiere a mafia e illegalità, anche dal punto di vista sociale. A Bari si sperimentava la lotta non repressiva alla criminalità organizzata, grazie alle intuizioni e agli studi di Stefano Fumarulo, prima della sua prematura scomparsa.

I familiari delle vittime innocenti, i coniugi Fazio e Marchitelli, erano con noi quotidianamente nelle scuole e nelle strade cittadine per costruire argine, prima, e legami, dopo. C’era spazio per una cultura antimafia egemone e sensibile, che dialogava con magistratura, cultura, scuola, politica. Anche per l’antimafia è il tempo del rilancio, del coraggio e della costruzione. Il valore della memoria e del ricordo, oggi, è preziosissimo. Soprattutto in questa fase, in cui l’assuefazione al male, al dolore, alla morte è forte. Soprattutto adesso, che serve rilanciare con estrema decisione la lotta alle mafie, che vedono enormi possibilità grazie alla pandemia. Soprattutto ora, con il fronte sociale diviso, stremato, impoverito. Soprattutto adesso, che si deve combattere le mafie proteggendo e rilanciando i diritti. Ognuno deve fare il suo, mettendo finalmente da parte passerelle e personalismi. Superando, anche in questo settore, una certa forma di populismo.

Ho depositato in commissione antimafia, che a breve sarà discussa, una relazione voluminosa, frutto di mesi di lavoro e decine di audizioni e ore di ascolto, sulle infiltrazioni mafiose in epoca di pandemia da covid-19. Sono a disposizione per discuterla in ogni circolo, in ogni piazza, in ogni webinar per unire conoscenze e saperi, e cementare quel fronte comune che deve rilanciare e non solo difendere le conquiste e che deve avere il coraggio di innovare e aggregare forze nuove. Siamo in un momento chiave in cui memoria e ricordo devono sopravvivere alla tragedia della pandemia.

Credo sia il momento per ripensare anche l’antimafia sociale, facendo in modo che torni diffusa, quotidiana, partecipata, creativa e organizzata. Che si sganci dalla tradizione che la vuole ingessata e legata spesso a controllori cittadini. Ci sono esperienze meravigliose e creative, innovative da Foggia a Palermo, da Barra a Carugo. Non è il giorno della polemica, ma serve una nuova stagione per l’antimafia sociale: che sia sempre più in grado di costruire ponti e legami, di prendere in mano i beni confiscati per fare impresa sociale, che innovi, che coinvolga i bambini e le bambine e abbia voglia di partecipare e costruire il fronte largo democratico che nella fase post crisi sarà fondamentale”.

Così in una nota il deputato del Partito Democratico Paolo Lattanzio, membro della Commissione Parlamentare Antimafia.