E quattro. È il numero dei condoni edilizi che la maggioranza propone di inserire nella legge di bilancio. Si fa cassa sugli abusi, le superfetazioni e le costruzioni non sicure che affliggono costruzioni di mezza Italia. Si va indietro nel tempo e si arriva a recuperare illeciti realizzati nel 1983: per dire, la Meloni aveva 5 anni.
Una maxi sanatoria per qualche voto in più prima delle regionali, per qualche soldo in più in manovra ma sbagliata, ingiusta e pericolosa, che premia chi ha violato le regole e penalizza chi le ha sempre rispettate.
In un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico, con territori che ogni anno pagano un prezzo altissimo in termini di sicurezza e vite umane, condonare significa legittimare l’abusivismo e indebolire ulteriormente gli strumenti di tutela del territorio. Serve esattamente l’opposto: investimenti, controlli efficaci e rigore nelle norme urbanistiche.
Questo Governo continua a usare il condono come strumento elettorale, ignorando i bisogni reali delle comunità e scaricando sulle amministrazioni locali costi e responsabilità. La sicurezza delle persone e la qualità delle nostre città vengano prima di qualsiasi calcolo politico.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.