• 19/09/2022

“Per me il ritratto di Mussolini a Palazzo Chigi può anche rimanere. Del resto i Governi di centrosinistra che hanno governato in passato non lo hanno mai messo in discussione, almeno non mi risulta. Quel ritratto è anche la traccia di una certa storia italiana che andrebbe spiegata bene ai nostri studenti e giovani. Mussolini soppresse la democrazia ma facendo firmare delle leggi al Re e non abolì mai la Costituzione di allora, che era lo Statuto Albertino, di cui era garante il Re, ma svuotandolo con la istituzione del Gran Consiglio del Fascismo per creare un simulacro di legittimità del suo agire. Nello stesso modo e con la stessa furbizia e opportunismo, Mussolini fu fatto dimettere senza essere formalmente arrestato sulla base di un voto formalmente costituzionale, nel Gran Consiglio, come pretese il Re”. Così in una nota il deputato Pd, Roberto Morassut.

“Insomma - continua - una storia tutta italiana di trasformismo, rivolgimenti, consumati nella apparente continuità della cornice generale per evitare di essere magari un giorno processati per reati contro la Nazione.  Anche per questo il fascismo non è mai morto in Italia e c’era in seme già prima di Mussolini, che infatti disse: non l’ho inventato io ma l’ho tratto dalle viscere degli italiani. Alla fine quel ritratto è quello di uno dei Presidenti del Consiglio che si sono alternati nella storia unitaria che seppure dittatore fu nominato e revocato dal Capo dello Stato di allora, cioè il Re. Una roba tutta italiana”.

“Ecco, credo che questa storia andrebbe semmai  raccontata ai nostri studenti per fargli comprendere che tra i mali della nostra nazione c’è stato il fascismo e c’è stato il trasformismo nelle sue forme più o meno acute e che non è mai tramontato. Altra cosa sarebbe togliere tutti i ritratti dei Presidenti del Consiglio che hanno esercitato quella carica in epoca monarchica, prima della Repubblica. E allora sarei d’accordo a discuterne Perché la nascita della Repubblica con un referendum popolare a suffragio universale è stato il primo atto fondativo vero della nostra democrazia che ha segnato una rottura netta con le forme politiche del passato trascinate dal Medioevo”, conclude.