• 04/07/2019

“Il ministro Di Maio dica subito quando metterà i Comuni in grado di sapere chi riceve il reddito di cittadinanza, il suo ammontare o le altre prestazioni sociali erogate dall’Inps. Perché senza queste informazioni gli enti locali non hanno la possibilità di coordinare i necessari interventi di presa in carico per l’inclusione sociale o per affrontare emergenze come sfratti o richieste di contributi economici. L’introduzione del Rdc prevede, infatti, anche l’istituzione di un sistema informativo con due apposite piattaforme (presso Anpal e ministero del Lavoro e delle politiche sociali) proprio per il coordinamento con i Comuni. Ma la loro non attivazione fa sì che ad oggi i comuni siano abbandonati a sé stessi. Qual è l’iter per l’istituzione di queste due piattaforme e quali Comuni, se ve ne sono, hanno stipulato dei patti per l’inclusione sociale, visto che la povertà è un fenomeno multidimensionale legato anche ad aspetti diversi dal lavoro o dal mero sussidio economico?”.

Sono le domande contenute nell’interrogazione al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, a prima firma Elena Carnevali, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.

“Con l’introduzione del Rdc - si legge nell’interrogazione - scompare il modello di welfare locale unitario del reddito di inclusione, che assegnava a un solo soggetto, i comuni coordinati a livello di ambito territoriale, la gestione dell'accesso alla misura e la definizione della tipologia del percorso d’inclusione per ogni famiglia; inoltre lo stesso comune era subito informato dell'esito della domanda e dell'eventuale importo ricevuto. Ora, invece, le domande possono essere presentate a Caf, Poste, patronati e online ma non più ai comuni e, questi ultimi non svolgono più il pre-assessment di tutti i nuclei per decidere verso quale tipo di percorso inviarli”.

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