• 20/11/2017

Mi unisco alle tante persone e ai colleghi che hanno manifestato la loro solidarietà nei confronti di Emma Bonino, ingiustamente e ingiuriosamente accostata alla figura di un delinquente pluriomicida tra i capi mafia più spietati, un nemico dello Stato.  Vorrei ricordare che nel 1978 il parlamento italiano ha votato legittimamente una legge che ha permesso al nostro     Paese di ampliare i diritti e l’autodeterminazione delle donne, legge confermata da un voto referendario nel 1981, in cui oltre 20 milioni di cittadine e cittadini italiani si sono espressi a favore di quella legge. 

Pur potendo comprendere il punto di vista di un uomo di chiesa verso l'interruzione volontaria di gravidanza, ancora una volta si registra la totale assenza di sensibilità verso il dramma e il dolore che le donne, che vivono questa esperienza,  portano con se nel proprio intimo.  Il tema dell’aborto è una questione talmente delicata che non può essere banalizzata in maniera così superficiale come un post sui social network, e soprattutto comparandolo in una scala di valore al fenomeno della criminalità organizzata. Constato che ancora una volta l’indice viene puntato contro le donne. Mai, invece, viene messa in discussione la responsabilità maschile a cominciare da quella culturale, o la necessità di  rafforzare i presupposti indispensabili e necessari ad una genitorialità consapevole e sostenibile. Spiace  soprattutto che queste parole arrivino da un uomo di chiesa che, così facendo, ha offeso un intero Paese che su questo tema si è democraticamente espresso.

Lo afferma Marilena Fabbri, deputata del Pd.