• 27/02/2019

Interrogazione a Moavero su arresto e torture Testimoni di Geova

“Il ministro degli Esteri è a conoscenza che, a quanto riferiscono gli organi di stampa, almeno sette Testimoni di Geova detenuti in Russia sarebbero stati torturati e che con l’accusa di ‘estremismo’ la congregazione è stata messa al bando nel territorio della Federazione e i suoi beni confiscati? Moavero Milanesi sa che la base normativa di tale discriminazione è la legge Yarovaya, firmata dal presidente Putin, che introduce nuove fattispecie criminose, impone agli operatori telefonici ed internet di conservare i dati di traffico tra utenti ed a fornirli, se richiesti, al Servizio federale di sicurezza (Fsb) e dispone notevoli limitazioni alla libertà religiosa? Quali iniziative e in quali tempi il governo italiano intende mettere in campo nei riguardi della federazione Russa e in sede dell’Ue perché cessino le persecuzioni e le violenze e vengano ristabilite le garanzie a tutela dei diritti umani di chi professa religioni diverse da quella ortodossa?”.

Sono le domande rivolte al ministro degli Esteri, Moavero Milanesi, nell’interrogazione presentata da Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.

“Si tratta di una situazione molto grave - aggiunge la deputata Dem – denunciata in una lettera a Putin anche da alcuni rappresentanti delle Chiese protestanti in Russia. Una legge inizialmente rivolta a combattere il terrorismo si è trasformata in poco tempo in uno strumento assai efficace per combattere tutto quello che non è ‘ortodosso’ nella Federazione russa. L’‘incitamento alla discordia religiosa’ è posto sullo stesso piano della violenza e del richiamo all’odio. L’Osce ha parlato di ‘campagna di persecuzione sponsorizzata dallo Stato’ contro i Testimoni di Geova, avviata negli anni ’90 e fatta di perquisizioni, attacchi vandalici, confische e raid, oltre a inchieste penali e arresti. Mentre per Human Rights Watch la legge Yarovaya è ‘un attacco alla libertà di espressione, libertà di coscienza e diritto alla privacy’. L’Italia - conclude Stefania Pezzopane - non può far finta di non vedere: si attivi immediatamente utilizzando tutti i canali diplomatici che ha a disposizione”