"Ancora una volta il Governo sceglie la via dell’arroganza istituzionale. Sullo spettacolo dal vivo – un settore strategico per la cultura italiana – si procede a colpi di decisioni unilaterali, senza ascoltare i territori, le comunità, chi ogni giorno costruisce cultura dal basso. Sette Regioni chiedono solo una cosa semplice e ragionevole: essere ascoltate. Ma il Ministero della Cultura, invece di aprire un confronto serio, si trincera dietro tavoli inconcludenti e scelte opache. Ancora più grave è la tendenza, ormai evidente, a penalizzare realtà teatrali storiche e festival di valore internazionale solo perché considerati "ostili" politicamente come nel caso del teatro La Pergola e del festival di Santarcangelo. È un uso punitivo e opaco delle risorse pubbliche che non ha nulla a che fare con la libertà culturale e con il pluralismo, ma molto con il controllo e la censura. Così si rischia di uccidere l’innovazione, marginalizzare le periferie e ridurre la cultura a un prodotto da vendere, ignorando il suo valore sociale, educativo e democratico. Serve subito un tavolo vero, trasparente, paritario. La cultura non si governa da soli. E non si governa contro chi la fa. Giuli cambi passo e inizia ad ascoltare i territori". Così il deputato democratico Matteo Orfini componente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati commenta la richiesta di confronto avanzata al ministro Giuli da sette assessorati alla Cultura di altrettante Regioni penalizzate dalle scelte ministeriali.