• 03/08/2020

“Ho vinto il moto di ripulsa e ho letto l'intervista a Francesca Mambro, condannata insieme al marito Giusva Fioravanti per infiniti episodi di violenza, spietati omicidi, responsabile di lutti e sofferenze indicibili. Ho letto l'ennesima autodifesa rispetto alla condanna per la strage di Bologna, condanna definitiva che il tempo si sta incaricando di rendere sempre più certa, attraverso ulteriori inchieste che squarciano il velo delle ambiguità, certificando il marchio fascista, il coinvolgimento della loro organizzazione, la presenza inquietante della loggia P2, addirittura le montagne di soldi che avrebbero ripagato questi poveri mercenari dell'ideologia per mettere in atto l'attentato. Ma lei spiega che hanno sparato a carabinieri e poliziotti per non farsi catturare, per un atto che non avevano compiuto, quindi per una sorta di legittima autodifesa, e che la responsabilità della strage, in fondo, va cercata nella politica, non tra i neofascisti. Leggo tutto questo, e la ripulsa si trasforma in rabbia, per l'ennesimo sfregio che colpisce le vittime, vilipese dalla mistificazione che si permettono perfino i responsabili del loro destino. Che paese è il nostro, ove ai carnefici è concesso questo osceno palcoscenico?”. Lo dichiara Alfredo Bazoli, capogruppo dem in commissione Giustizia alla Camera e figlio di una delle vittime dell’attentato fascista di Piazza della Loggia a Brescia.