• 26/04/2017

“Due rilevanti prese di posizione di organismi internazionali riaccendono l’attenzione sulla Turchia dopo l’esito del referendum sulle riforme costituzionali. Da un lato, abbiamo la decisione di ieri dell’Assemblea plenaria del Consiglio d’Europa che ha posto il Paese sotto monitoraggio, procedimento che non veniva avviato dal 1996. Dall’altro, c’è la diffusione del rapporto preliminare dell’Osce che segnala i vulnus della campagna referendaria che avevamo già precedentemente denunciato: schede ritenute valide nonostante l’assenza del timbro ufficiale, esclusione di diversi partiti politici e delle associazioni dalla partecipazione alla campagna referendaria, invisibilità sui media del comitato per il No. Al netto di tutto ciò, l’esiguo risultato ottenuto da Erdogan significa due cose: a) che in condizioni normali probabilmente avrebbe perso il referendum; b) che è terminata la sua luna di miele con il popolo. I nuovi 800 arresti sono poi un ulteriore motivo di preoccupazione e testimoniano un comportamento ormai fuori controllo”.

Così la deputata Dem Gea Schirò, componente della Commissione Politiche dell’Unione europea, che oggi alla Camera ha partecipato ad una conferenza stampa insieme a: Benedetto della Vedova, sottosegretario agli Affari esteri; Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Affari Esteri; Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale e direttore della rivista Diritto e Libertà; Carlo Marsili, già ambasciatore d’Italia ad Ankara; Elisabetta Zamparutti, Comitato europeo prevenzione tortura.