• 08/07/2025

“Non mi sorprende affatto che l’Unione Europea stia contestando al Governo italiano l’utilizzo disinvolto e opaco della golden power, come riportato oggi da alcuni organi di stampa in merito al dossier Unicredit-Banco BPM. L'eventuale apertura di una procedura d'infrazione conferma quanto da tempo denuncio nelle sedi parlamentari”. È quanto dichiara Bruno Tabacci, deputato del Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, commentando la notizia di una possibile iniziativa della Commissione europea contro l’Italia. “La vicenda della cessione del 15% di Monte dei Paschi di Siena, effettuata dal MEF nel novembre 2024 tramite procedura accelerata (ABB), aveva già sollevato numerosi dubbi che ho formalmente rappresentato al Ministro dell’Economia nel corso di una mia interrogazione parlamentare,” ricorda Tabacci. “Avevo messo in guardia dal rischio concreto di una possibile violazione delle regole comunitarie, evocando proprio l’eventualità di una procedura a carico del nostro Paese. Questa cessione – spiega ancora Tabacci - si discosta in maniera evidente dalle precedenti, portando a una concentrazione della quota venduta in mano a soli quattro soggetti – tra cui Caltagirone, Delfin e Banco BPM – con elementi che suggeriscono un’azione concertata. Tali azioni andrebbero dichiarate, pena un rischio di manipolazione del mercato” . L’esponente Pd-Idp ha quindi sollevato interrogativi sul “possibile conflitto di interessi nella scelta di Banca Akros – controllata da Banco BPM – come intermediario unico italiano, incaricato dal MEF per il collocamento: l’incarico è avvenuto nel rispetto della direttiva del 2020, ma l’intreccio tra ruoli pubblici e soggetti acquirenti, unito all’esclusione di altri operatori interessati come Unicredit, impone una riflessione seria sulla trasparenza e sull'equità della procedura”. “Siamo di fronte a dinamiche che non possono essere archiviate come normali operazioni di mercato. La commistione tra ruoli pubblici e interessi privati, la rapidità dell’operazione e l’assenza di un confronto aperto ricordano stagioni opache della finanza italiana – quelle dei cosiddetti ‘furbetti del quartierino’ conclude Tabacci.