• 26/05/2021

“Oggi ho letto una cosa che farebbe molto ridere se non si rivelasse profondamente tragica. Sto parlando dell'ennesimo post del senatore Pillon contro quella che lui ritiene ‘la teoria del gender’. In questo caso si è scagliato contro la sacrosanta decisione dell'Università di Bari di ridurre le tasse alle studentesse nei corsi di laurea con tasso di frequenza femminile al di sotto del 30 per cento, per incentivare le iscrizioni delle donne. Secondo il fantasioso esponente della Lega ‘è naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come ostetricia’. Trovo curiosa la sua perseveranza nell’ignorare un secolo di ricerca scientifica, oltre che la basilare conoscenza degli esseri umani, donne e uomini. Continua poi ovviamente inserendo nel suo ragionamento il ddl Zan, suo autentica ossessione, ‘proprio sulla base della stessa ideologia gender, orgogliosamente propugnata dal Ddl Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all'atto dell'iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto’. Mi unisco quindi al Rettore dell’Università di Bari nell’augurargli ogni buona fortuna, soprattutto nella capacità di lettura e interpretazione del mondo. Però sopra scrivevo tragica non a caso: la sua ottusità su queste questioni rischia di contribuire a un clima pericolosamente transomofobico di cui l'Italia non ha bisogno e la questione delle lauree Stem è profondamente seria”.

Così in una nota il deputato del Pd Paolo Lattanzio, membro della commissione Cultura della Camera.