• 03/10/2018

“Quali iniziative intende prendere il governo per consentire agli aventi diritto di beneficiare del bonus sociale idrico, o bonus per la fornitura di acqua, istituito nella precedente legislatura, che ha la finalità di ridurre la spesa per il servizio alle famiglie in condizione di disagio economico e sociale? L’esecutivo è a conoscenza che sia i comuni che i Centri di assistenza fiscale risulterebbero non adeguatamente attrezzati per recepire le domande e che, inoltre, la piattaforma (Sgate), che dovrebbe consentire ai gestori di lavorare le richieste, sembrerebbe non essere pienamente operativa?”.

Sono le domande alle quali intende dare una risposta l’interrogazione presentata da Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, e rivolta al presidente del Consiglio e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

“Si tratta di una misura importante - spiega la deputata Dem - che consente di non pagare un quantitativo minimo di acqua a persona per anno, 50 litri al giorno corrispondenti al soddisfacimento dei bisogni essenziali, e che avrebbe dovuto essere erogato a partire dal 1° luglio 2018. Siamo di fronte a un ritardo inaccettabile, che si somma all’incomprensibile rinvio dell’introduzione dell’erogazione automatica per i bonus gas ed energia e anche alle inefficienze segnalate, da cinque mesi a questa parte, riguardo il Reddito di Inclusione. Dare esecutività al bonus acqua significa incidere positivamente in una fase come quella attuale, in cui la povertà energetica è divenuta un fenomeno sempre più diffuso e allarmante. Usciamo dalla retorica delle frasi roboanti - conclude Stefania Pezzopane - e passiamo ora dalle parole ai fatti”.

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