“Il cosiddetto decreto Dignità, con il suo approccio punitivo per le aziende, non c’entra nulla con l’accordo raggiunto nella vertenza Whirlpool. La soluzione trovata è il risultato naturale ed in continuità con quanto avvenuto nella scorsa legislatura grazie agli esecutivi a guida Pd che, in particolare nel luglio 2015, hanno scongiurato la chiusura dell’azienda, la perdita di 2060 posti di lavoro e permesso l’avvio di un investimento di 513 milioni di euro che ha garantito l’attività industriale fino ad oggi. L’accordo è infatti proprio agli antipodi rispetto all’impostazione del decreto Dignità. In questo nuovo atto della vicenda Whirpool, la soluzione si è trovata rendendo attrattiva per l’azienda la sua permanenza in Italia: lo Stato infatti si prende in carico gli ammortizzatori sociali e Whirlpool ci mette 250 milioni per il rilancio dell’attività industriale. Nel quinquennio 2013-2018 i governi a guida Dem hanno adottato numerose misure volte a creare un ambiente favorevole allo sviluppo della produttività e del sistema imprenditoriale in Italia, sia nel quadro delle politiche per la ripresa e l’incentivazione degli investimenti, l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, sia nel quadro delle politiche per la promozione del made in Italy e dell’attrazione degli investimenti in Italia”.
Così i deputati Dem della commissione Attività produttive Sara Moretto, capogruppo, e Gianluca Benamati, vicepresidente.