• 21/02/2019

Dichiarazione dell’on. Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd Commissione Agricoltura.

“Dopo anni di cattiva informazione e dopo avere alimentato tra cittadini e agricoltori notizie infondate e lontane dall’evidenza scientifica in merito alla diffusione del fitopatogeno Xylella, il M5S finalmente viene sulle posizioni che il governo precedente di centro sinistra aveva sostenuto. La mala informazione e il credito che forze politiche hanno dato a posizioni non comprovate da risultati effettivi, ha contribuito a minare le misure che erano state messe in campo con il Piano Silletti giungendo a un numero enorme di ettari coinvolti. Cambiare idea talvolta è positivo, l’economia pugliese è in ginocchio e non è più possibile tergiversare.” Così la deputata Maria Chiara Gadda, capogruppo del Pd in commissione Agricoltura, commenta le conclusioni dell’indagine conoscitiva sulla Xylella che è stata approvata oggi da tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione, ad eccezione del voto contrario della grillina on. Sara Cunial.

“Oggi sono esplose tutte le contraddizioni del M5S – ha sottolineato Gadda - con l’on. Cunial che sui patogeni vegetali avalla posizioni agli antipodi della comunità scientifica. Con il suo intervento oggi ha ulteriormente confermato che le posizioni del suo movimento hanno portato solo ad avere ulivi infetti e una economia, quella pugliese, pesantemente compromessa. Le conclusioni dell’indagine conoscitiva – ha proseguito Gadda - rafforzano viceversa la correttezza delle scelte operate dal governo precedente, e che dovrebbero pertanto avere una loro continuità. Servono certo risorse ed un piano strategico per l’olivicoltura pugliese piegato da Xylella e dalle gelate dello scorso anno. Attendiamo il decreto più volte promesso dal ministro Centinaio, ma soprattutto ci aspettiamo sul territorio un mea culpa di quanti hanno soffiato sul fuoco. Bisogna rimediare ora ai danni fatti dal M5S, giocando sulla disperazione degli agricoltori. Bisogna ripartire con un progetto per l’intera filiera produttiva, dagli olivicoltori e dai frantoi che trasformano un prodotto del Made in Italy riconosciuto in tutto il mondo.” conclude.