09/12/2025 - 13:15

«Quello che è avvenuto ieri al Consiglio dell’Unione Europea va spiegato bene, perché non coincide affatto con la narrazione trionfalistica del ministro Piantedosi.

Il Consiglio UE ha approvato due proposte: una definizione aggiornata di ‘Paese terzo sicuro’ e una lista europea di ‘Paesi di origine sicuri’. Lo ha fatto con il voto contrario di Francia, Spagna, Grecia e Portogallo, cioè quattro dei Paesi più esposti ai flussi migratori. E il testo approvato non è definitivo: si apre ora il negoziato con il Parlamento europeo.

In nessun passaggio l’Europa ha sdoganato, autorizzato o richiamato l’accordo Italia–Albania. Lo ha ricordato oggi anche Monsignor Perego, presidente della Commissione CEI per le migrazioni, definendo i centri in Albania “costosi, scandalosi e finora inutilizzati”. Le sue parole confermano che non c’è alcuna base giuridica per considerare l’intesa un modello europeo. La propaganda non può sostituire le norme.

Inoltre, la lista europea dei Paesi sicuri non conferma quella italiana: la restringe. La CEI ha parlato di un elenco “più che dimezzato” rispetto alle scelte del governo. E resta fermo un principio fondamentale: il diritto d’asilo riguarda sempre la persona e la sua situazione concreta, non la semplice provenienza da un Paese inserito in un elenco.

Il ministro parla di ‘svolta voluta dall’Italia’, ma i fatti dicono altro: l’UE non ha adottato il modello Meloni–Piantedosi, non ha avallato i centri in Albania, non ha modificato il Patto Asilo e Migrazione, e non ha cancellato la valutazione individuale delle domande.

Siamo di fronte all’ennesima operazione propagandistica del governo, che usa il tema della migrazione per rivendicare successi inesistenti invece di cercare soluzioni serie e condivise». Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.

 

13/11/2025 - 14:50

“L’ordinanza del Consiglio di Stato che rimette alla Corte di Giustizia Europea la decisione sulla produzione e vendita delle infiorescenze di canapa è un passo nella giusta direzione. È tempo che il massimo organo giudiziario europeo faccia chiarezza sulle scelte del Governo italiano, che stanno penalizzando un comparto agricolo innovativo e con migliaia di giovani addetti come questo. Il Governo smetta di alimentare confusione sul tema della canapa, faccia un passo indietro dalle decisioni assurde che ha assunto e affronti la questione con serietà, aprendo un confronto con la filiera per definire regole certe e nel pieno rispetto delle norme europee. La canapa industriale, proveniente da varietà certificate e a basso contenuto di THC, non è una minaccia per la sicurezza ma una grande risorsa per l’economia verde e per il Made in Italy.

Serve una cornice normativa stabile che tuteli chi lavora nella legalità, con tracciabilità e controlli seri, e che metta finalmente fine a un approccio ideologico e punitivo. Con un decreto legge urgente la maggioranza ha messo in ginocchio un intero settore. La vera urgenza che dovrebbe avere il Governo adesso è quella di porre fine a questa follia. Così come si dovrebbero sospendere tutti i procedimenti penali attesa di pronuncia della Corte Europea. Come Partito Democratico continueremo a batterci per una regolamentazione chiara, europea e moderna, che valorizzi un settore strategico e garantisca legalità e sviluppo sostenibile.”

Così Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza del Partito democratico.

 

18/09/2025 - 17:51

“Nessuna minaccia, nessun insulto, nessuna intimidazione. Le parole del ministro Tajani rappresentano una ricostruzione falsa e infondata, che non corrisponde a quanto avvenuto oggi in Aula. I deputati del Pd hanno semplicemente, seppur vivacemente, richiamato il ministro alla prassi parlamentare che impone un comportamento istituzionale ai rappresentanti del governo, ai quali non è consentito applaudire, esultare o assumere atteggiamenti provocatori dai banchi dell’esecutivo. La capogruppo del PD è intervenuta più volte per sollecitare la Presidenza della Camera a ristabilire l’ordine, stigmatizzando comportamenti non consoni da parte del governo. Non vi è stata alcuna intimidazione o minaccia verbale nei confronti del ministro degli Esteri, ma soltanto la difesa delle regole - anche non scritte ma dettate dalla prassi e dal buonsenso - che garantiscono il corretto svolgimento dei lavori parlamentari. Riteniamo pertanto indispensabile che la presidente del Consiglio Meloni venga alla Camera a riferire con comunicazioni formali, su cui l’Aula possa esprimersi. È una questione di chiarezza istituzionale: il Parlamento non può restare all’oscuro della linea che l’esecutivo sta seguendo sul piano internazionale ed europeo, né del mandato affidato alla nostra diplomazia. Come già rappresentato al presidente Fontana, se non vi saranno risposte già dalla prossima settimana, il gruppo del Partito Democratico continuerà a esercitare con determinazione la propria funzione critica e parlamentare, finché non sarà garantito il pieno rispetto delle prerogative dell’Aula. Non siamo disponibili a riprendere i lavori in assenza di comunicazioni del governo che portino a un impegno concreto, e quindi a un voto dell’Aula, sulla posizione avrà sulle sanzioni proposte dall’ Europa e sulle decisioni conseguenti” così una nota del gruppo parlamentare del Pd della Camera.

12/09/2025 - 14:44

“Il ministro Tajani smentito dal suo stesso partito in Europa”

Ieri in Parlamento abbiamo visto la solita storia: parole tardive e ancora troppo timide da parte del governo italiano nella condanna al macellaio di Gaza, Benjamin Netanyahu. Tajani non esprime soltanto le contraddizioni interne alla maggioranza di governo, ma è lui stesso in contraddizione. Forza Italia ieri ha votato al Parlamento Europeo una risoluzione che chiede il riconoscimento della Palestina e di appoggiare le sanzioni proposte da Ursula von der Leyen che, seppur in ritardo, comunque rappresentano un passo avanti importante. In Europa Forza Italia è d'accordo alle sanzioni e al riconoscimento della Palestina e il ministro degli Esteri di Forza Italia, nonché vice presidente del Consiglio del nostro Paese, è il protagonista di un'Italia che sta frenando misure e azioni conseguenti per fermare il massacro a Gaza.
Così il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito Democratico.

 

24/07/2025 - 17:59

“Accogliamo con favore l’attenzione che il Governo ha voluto riservare al settore agricolo con il ddl 'Coltivaitalia' e con l’annuncio di nuove risorse destinate alla sovranità alimentare, alla filiera del frumento, al ricambio generazionale e alla digitalizzazione. Tuttavia, ancora una volta si tratta di interventi frammentati e non strutturali, privi di una visione strategica di lungo periodo che servirebbe per accompagnare davvero la transizione ecologica, sostenere la qualità delle produzioni e rafforzare la competitività del nostro sistema agricolo”. Lo dichiara la deputata Pd Antonella Forattini commentando le misure del governo sul settore agricolo definite dall'ultimo Consiglio dei ministri.

“È sul piano europeo – sottolinea l'esponente dem - dove è mancato un segnale politico forte. Mentre la Commissione UE porta avanti l’ipotesi di un fondo unico che rischia di depotenziare la Politica Agricola Comune, non abbiamo registrato alcun impegno concreto da parte del Governo italiano per difendere le prerogative nazionali e garantire risorse stabili e certe ai nostri agricoltori”.
“Serve una strategia coerente che tenga insieme politiche nazionali e azione europea, con l’obiettivo di tutelare il reddito agricolo, promuovere il ricambio generazionale e valorizzare la qualità che contraddistingue il Made in Italy”, conclude Forattini.

 

17/07/2025 - 14:52

“La decisione del presidente americano Donald Trump di aumentare i dazi al 30 per cento a partire dal 1° agosto rappresenta un serio rischio per il settore agroalimentare italiano,” dichiara Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera. “Parliamo di misure che colpiscono prodotti simbolo del Made in Italy – dai formaggi alla pasta, fino al vino – in un contesto già segnato dalla svalutazione del dollaro. Il mercato americano è tra i principali sbocchi per le nostre esportazioni agroalimentari, e questa escalation tariffaria rischia di generare pesanti ricadute economiche”.

“La questione – sottolinea l’esponente dem - non riguarda solo l’Italia. Anche altri Paesi europei, con cui condividiamo un sistema commerciale integrato, si trovano nella stessa condizione. Le conseguenze di questi dazi potrebbero quindi riflettersi sul PIL di diverse economie dell’Unione e sull’intero sistema dell’export agroalimentare europeo. È necessario attivare con urgenza un confronto a livello comunitario”.


“In questa fase delicata – conclude Forattini - riteniamo fondamentale che il governo italiano assuma un’iniziativa politica chiara. Abbiamo chiesto che la Presidente del Consiglio venga a riferire in Parlamento su quanto sta accadendo e sulle azioni che l’esecutivo intende intraprendere. È importante che l’Italia faccia sentire la propria voce, anche in sede europea, per difendere un comparto chiave della nostra economia e tutelare migliaia di imprese e lavoratori coinvolti”.

 

16/07/2025 - 11:59

"L'atteggiamento assunto finora dalla Premier Meloni sui dazi è stato di totale e assoluta subalternità nei confronti di Trump e questo sta danneggiando pericolosamente il nostro Paese, lo sta rendendo irrilevante a livello internazionale, ma sta mettendo a rischio la nostra economia e la nostra occupazione in settori strategici. Pensiamo all'automotive, all'agroalimentare, alla meccanica farmaceutica, dove rischiano di saltare centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Non bisogna assecondare Trump a tutti i costi. Bisogna negoziare a schiena dritta con una posizione unitaria e coesa dell'Europa. Non con azioni bilaterali come quelle che la presidente del Consiglio ha provato a mettere in campo nei mesi scorsi o come quelle che propongono ancora oggi esponenti della Lega, come il senatore Borghi. Bisogna fare, insomma, l'esatto opposto della strategia fallimentare messe in campo finora dal Governo e da Meloni che doveva fare da Pontiere e si ritrova a fare da portabandiera invece di Trump". Lo ha dichiarato Piero De Luca, deputato del Pd e capogruppo in commissione affari europei a Quattro di Sera su Rete4

Giorgetti ha avvisato che oltre il 10% i dazi sarebbero insopportabili per il sistema Paese: lo dico per tutti quelli della maggioranza che hanno minimizzato l'impatto e questo ha portato a non adottare ad oggi nessuna misura economica di sostegno all'economia al lavoro, come fatto in Spagna.

Chiediamo con forza -ha ribadito il dem- che la premier venga in Parlamento a dire cosa intende fare a livello nazionale ed a livello europeo. perché l'unica proposta che è arrivata finora è quella fantasiosa del Ministro Lollobrigida sulla bresaola. Noi chiediamo si lavori a un’azione che porti l'Europa a negoziare un'intesa sostenibile non una resa, mettendo sul tavolo delle trattative anche contro dazi, delle contromisure e misure anti coercitive come quelle legate, per esempio, alla tassazione delle Big Tech. Bisogna poi adottare misure di sostegno al lavoro e alle imprese sul modello Sure, e ampliare i mercati per esempio, ratificando gli accordi come il Mercosur. Bisogna cioè difendere gli interessi dell'Italia e dell'Europa. Il governo non lo sta facendo e il nostro Paese rischia di pagarne un costo drammatico". Così ha concluso De Luca.

 

09/07/2025 - 15:24

“Sempre più inconsistente su politiche industriali”

Il governo continua a sottovalutare i rischi di ridimensionamento produttivo e occupazionale dello stabilimento Stmicroelectronics di Agrate Brianza. Il piano industriale presentato dall'azienda lo scorso 10 aprile condanna ad un ruolo marginale uno stabilimento che già negli scorsi anni ha visto l’accumularsi di pesanti ritardi negli investimenti sui macchinari previsti da tempo, tanto da non aver ancora raggiunto la taglia critica e con una capacità produttiva 14 volte inferiore rispetto al corrispettivo stabilimento francese di Crolles. Ancora più grave il fatto che, ad oggi, non siano previste linee di produzione di prodotti innovativi. Anche oggi la risposta del governo alla nostra interrogazione è particolarmente deludente perché non prevede alcuna novità e non garantisce alcuna disponibilità del governo, né del ministro Urso competente per materia né del ministro Giorgetti che rappresenta l'azionista (al pari del governo francese) della società, ad incontrare i sindaci del territorio che hanno chiesto con urgenza parole chiare sul futuro dello stabilimento. Lo stesso ministro Urso, che si è precipitato nelle scorse settimane a Catania per un incontro con le rappresentanze territoriali sul futuro dell'impianto siciliano e che si è prodigato in dettagli su quanto prevede il piano Stm per Catania, non riesce a trovare il tempo né le parole per rispondere alle istituzioni brianzole. Neppure il lombardo Giorgetti ha tempo per rispondere ai sindaci e al Consiglio regionale lombardo. La vicenda Stm sta diventando sempre più paradigmatica dell'inconsistenza del  governo Meloni sulle politiche industriali. In un settore fondamentale come quello dei semiconduttori un governo azionista di una società tra le più rilevanti a livello europeo non riesce ad incidere sulle scelte strategiche di carattere industriale.

Così il democratico Vinicio Peluffo, vicepresidente in Commissione Attività Produttive, Silvia Roggiani, deputata e segretaria regionale Pd Lombardia  e  Alberto Pandolfo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive.

 

28/06/2025 - 12:42

"I dazi al dieci per cento sono un grave errore perché provocherebbero danni enormi all'economia e all'occupazione europea e soprattutto italiana. Anche Confindustria esprime una posizione estremamente preoccupata di cui la premier dovrebbe prendere atto. Rischiamo sei miliardi in meno di export. Rischiano di saltare sessanta mila posti di lavoro, rischiano di chiudere venticinque mila aziende. Purtroppo, anche su questa vicenda la premier Meloni sta preferendo fare gli interessi dell'amministrazione americana, essere la portavoce di Trump e difendere il rapporto col proprio alleato piuttosto che difendere gli interessi nazionali delle imprese e dei lavoratori italiani. Noi ci saremmo aspettati parole chiare di condanna che non sono arrivate neppure durante le ultime comunicazioni in vista del Consiglio Europeo. La vicenda sarà drammatica da un punto di vista economico per l'Europa, che ha un surplus importante. E danneggerà in particolare l'Italia, che ha un surplus commerciale solo per quanto riguarda i beni di quaranta miliardi di euro nei confronti degli Stati Uniti. La presidente del Consiglio non ha adottato nessuna misura per difendere le imprese, i lavoratori italiani, come ha fatto per esempio Sanchez, in Spagna. E soprattutto dovrebbe agire in modo compatto a livello europeo per negoziare un accordo che non sia controproducente. Guai a dividere l'Europa. Perché la politica commerciale è competenza esclusiva dell'Europa e andare in ordine sparso, rischia di penalizzare l'intero continente e soprattutto il nostro Paese”. Lo ha detto Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee, a Sky Agenda

27/06/2025 - 14:50

"Giulio Tremonti, presidente della commissione esteri della camera ed ex ministro dell'economia, esprime oggi una posizione che appare antitetica a quella della premier Meloni sulla difesa. Ma siamo ormai abituati a una maggioranza di governo che sulla politica estera va in ordine sparso. Prendiamo atto che per Tremonti la via maestra è quella della difesa comune europea da finanziare in particolare con gli eurobond. È nella sostanza la posizione che stiamo invitando il governo a sostenere da mesi. Per avere maggiore sicurezza è indispensabile creare una vera difesa UE con fondi comuni, per programmi condivisi ed interoperabilità in mezzi, tecnologie e infrastrutture, con rafforzamento dell'industria europea in modo anche da razionalizzare le spese, invece di aumentarle in modo non coordinato e instabile. Invitiamo allora la presidente del consiglio a correggere la rotta. È tempo di costruire un pilastro europeo nella Nato, per evitare il rischio di impegni per centinaia di miliardi solo di risorse nazionali, a vantaggio peraltro soprattutto dell'industria statunitense, oggi privi di copertura economica, che richiederebbero dunque più debito o tagli pericolosi. Ci fa piacere che questa idea si faccia largo tra importanti esponenti della maggioranza. La premier dovrebbe ascoltarli di più". Così Piero De Luca, deputato del Pd e capogruppo in commissione politiche europee.

25/06/2025 - 18:17

“Sulla drammatica situazione che vive la Repubblica democratica del Congo, con una gravissima crisi umanitaria che ha colpito oltre 25 milioni di persone, e le violenze del gruppo ribelle M23, sostenuto dal Rwanda, che ha generato violenti scontri nelle province del Nord e del Sud Kivu, con migliaia di morti e 7 milioni di sfollati, il governo Meloni ha scelto di mettere la testa sotto la sabbia. La bocciatura della risoluzione del Pd a mia prima firma in commissione Esteri alla Camera, che conteneva giudizi netti sulle responsabilità del governo ruandese per il suo diretto sostegno delle attività dell’M23, dimostra ancora una volta che la destra italiana, come avvenuto anche nel via libera all’accordo commerciale con l’Egitto nonostante il caso Regeni, sceglie di barcamenarsi e non prendere alcuna posizione, anche nelle situazioni più gravi. Questo nonostante il coinvolgimento attivo e diretto del governo di Kigali nelle azioni terroristiche dell’M23 sia ormai di dominio pubblico, grazie alle prove raccolte da esperti, giornalisti e osservatori delle Nazioni Unite”.

Così Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Una bocciatura - aggiunge - attuata dalla maggioranza di destra dopo la mia contrarietà ad indebolire la richiesta al governo di impegnarsi in sede europea a sospendere il memorandum d’intesa UE-Rwanda sulle materie prime, come chiesto anche da una risoluzione del Parlamento europeo del 13 febbraio scorso che chiedeva inoltre di bloccare i fondi per l'esercito ruandese e di imporre sanzioni ai leader dell'M23. E queste ambiguità e reticenza del governo stridono clamorosamente con le dichiarazioni roboanti della presidente del consiglio Meloni sul Piano Mattei e sul protagonismo dell’Italia nel continente africano”.

 

25/06/2025 - 14:49

“Il governo Meloni arriva al Consiglio Europeo in una condizione di marginalità evidente. Mentre Francia, Germania e Regno Unito lavorano da tempo in modo coordinato per costruire una voce europea autorevole sullo scenario internazionale, a partire dalle crisi in Medio Oriente, l’Italia appare isolata e priva di una strategia. È una debolezza che non danneggia solo il governo, ma l’interesse dell’intero Paese”. Così il deputato dem Gianni Cuperlo.

“La presidente Meloni – prosegue l’esponente Pd - si difende dicendo che quel formato a tre esiste da vent’anni, ma questo non è un buon motivo per restare passivi. È urgente colmare il vuoto di credibilità e autorevolezza della nostra diplomazia. In merito al rapporto con gli Stati Uniti, preciso che parliamo di un alleato storico, che ha contribuito alla nostra liberazione. Ma l’amicizia vera si misura nella capacità di dire con franchezza quando l’alleato sbaglia. E oggi, le scelte dell’amministrazione Trump rischiano di incendiare il quadro globale. Prometteva pace in 48 ore, ma stiamo assistendo all’esatto contrario”.

“L’uso dello slogan ‘Si vis pacem, para bellum’ – conclude Cuperlo - va bene al liceo classico in tempo di esami, ma usato fuori contesto rappresenta una forzatura culturale. L’Unione Europea è nata per garantire pace dopo i drammi del Novecento, non per militarizzarsi. Serve un investimento politico e diplomatico nella pacificazione del continente, dove da tre anni l’Ucraina subisce un’aggressione che ha già provocato oltre 600 mila vittime. Il Partito Democratico chiede il riconoscimento dello Stato palestinese, il cessate il fuoco immediato, la liberazione incondizionata degli ostaggi e l’apertura di corridoi umanitari. Quella carneficina è un’offesa alla civiltà.

 

25/06/2025 - 13:34

Il governo Meloni isola l’Italia.

“Il governo Meloni ha dimostrato finora un’assoluta mancanza di chiarezza e determinazione nella politica estera, non all’altezza della tradizione diplomatica dell’Italia. La subalternità della premier al presidente americano Trump ha condotto il nostro Paese all’irrilevanza internazionale e all’isolamento in Europa”. Così il deputato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche dell’Unione Europea, alla vigilia del Consiglio Europeo.

“In Aula – prosegue l’esponente dem – la Presidente del Consiglio si è limitata a un elenco sterile delle crisi in atto nel mondo, senza assumere una posizione politica, senza indicare responsabilità, né avanzare proposte concrete. Nulla sulle gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza, nulla sulla crisi delle istituzioni multilaterali sotto attacco proprio da parte dell’amministrazione Trump. È questo silenzio che contestiamo con forza. Non si difende la pace preparando la guerra come ha dichiarato Giorgia Meloni. L’aumento delle spese militari senza copertura, a discapito del welfare e dei servizi ai cittadini, è una strada sbagliata e pericolosa. La pace si difende rafforzando l’Europa, rilanciandone il ruolo diplomatico e politico”.

“Il Partito Democratico – conclude De Luca – chiede con forza la costruzione di una vera difesa europea, con investimenti comuni, interoperabilità e coordinamento tra Stati membri. Solo così potremo dare corpo a un’autentica autonomia strategica, rafforzare il pilastro sociale europeo e consolidare l’Unione come attore internazionale credibile. Serve un’Europa protagonista, non un’Italia allineata in silenzio a una visione sovranista e regressiva della politica globale”.

 

23/06/2025 - 19:05

“Di fronte all’escalation delle tensioni internazionali, che mettono a rischio la sicurezza e la stabilità globale, è ormai evidente che solo a livello europeo possiamo offrire una risposta all’altezza della gravità del momento. Le sfide di oggi richiedono visione, fermezza e una chiara assunzione di responsabilità da parte dei governi europei. Tentare di ‘fare da ponte’ tra posizioni inconciliabili si è rivelato un approccio fallimentare della Meloni: l’Italia è isolata e, peggio ancora, silenziosa. Anche oggi, nell’ennesimo intervento parlamentare, il Governo Meloni si è sottratto alle sue responsabilità. La Presidente del Consiglio non ha affrontato i nodi centrali della crisi internazionale. Non ha mai citato Netanyahu, non ha preso posizione sull’atteggiamento aggressivo di Trump, né ha fatto alcun riferimento ai dazi che rischiano di colpire in modo drammatico la nostra economia. Essere così subalterni e nascondere la polvere sotto il tappeto non serve a nulla. Anzi, è proprio così che si mettono a rischio gli interessi nazionali. La sicurezza dell’Italia oggi è minacciata non solo dalle crisi internazionali in corso, ma anche dagli atteggiamenti avventuristi degli alleati di Giorgia Meloni, sia all’estero che in Italia. Serve un governo all’altezza della storia, che sia capace di agire con autorevolezza e nel solco della migliore tradizione diplomatica italiana. Serve una linea chiara in Europa, una posizione netta nel rispetto del diritto internazionale e dei nostri interessi strategici. L’ambiguità, l’isolamento e il silenzio non sono un’opzione.” Cosi Piero De Luca, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Affari Europei della Camera.

18/06/2025 - 17:59

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha rappresentato e rappresenta una leva fondamentale per il rilancio economico e sociale del Paese. Per questo, come richiesto dal gruppo PD al Parlamento europeo, ritengo utile lavorare in UE, se possibile, per una modifica normativa che consenta una proroga di 18 mesi rispetto all'utilizzo dei fondi restanti del Next Generation EU non ancora spesi”, dichiara Piero De Luca, capogruppo del Partito Democratico nella commissione affari europei della Camera.
“Il Governo italiano – prosegue – cosa intende fare? Intende sostenere in Consiglio questa istanza, considerato anche i gravi ritardi nell'attuazione del Piano in Italia di cui è responsabile, e che rischiano di mettere in discussione milioni di euro destinati a opere pubbliche nei nostri territori? È una richiesta del resto che arriva da sindaci, amministratori locali e cittadini, che non possono essere penalizzati per colpe non loro. Con la stessa chiarezza – aggiunge De Luca – diciamo no all’ipotesi di destinare le risorse del PNRR e del Next Generation EU alla spesa militare. Chiediamo al Governo Meloni e alla sua maggioranza – conclude – di fare ogni sforzo per rispettare il cronoprogramma stabilito, ma di attivarsi comunque con urgenza in sede europea per evitare di perdere questa occasione storica per colpa della sua inerzia ed incapacità.”

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