E’ una delle più antiche aree naturali protette d'Italia, quasi 9 mila ettari estesi completamente in un ambiente marino di pianura: il parco naturale del Circeo è un patrimonio che il mondo ci invidia e che invece il governo tratta come un giardino dietro casa o peggio un’altra poltrona da occupare. Infatti invece di procedere alla nomina di un nuovo direttore scegliendo tra una rosa proposta dal comitato direttivo, il ministro Pichetto Fratin ha deciso di inviare come commissaria Emanuela Zappone, esponente di Fdi ed ex assessore al comune di Terracina, su cui grava anche una condanna della Corte dei conti.
Per questo abbiamo rivolto un’interrogazione al Ministro dell’ambiente per conoscere le ragioni per cui non si sia provveduto alla nomina secondo le procedure ordinarie e le motivazioni che hanno portato al commissariamento del parco.
Così in una nota Chiara Braga, Augusto Curti, Sara Ferrari, Matteo Orfini, Rachele Scarpa, Marco Simiani, firmatari dell’interrogazione.
Nome trasmesso è diverso da quelli indicati dalla Corte dei Conti
"Vorremmo sapere dal Ministro per gli Affari europei come mai per la prima volta nella storia del nostro Paese il Governo italiano non abbia inteso seguire le indicazioni della Corte dei conti in merito all'individuazione del nome come membro italiano per la Corte dei conti UE.
La Corte dei Conti UE è composta da 27 magistrati contabili, uno per ogni stato membro; per prassi la Corte dei Conti Italiana ha sempre indicato il componente italiano e i governi hanno proceduto alla presentazione formale del nome. Questa volta invece abbiamo assistito ad una scelta piuttosto insolita: il ministro Fitto invece di trasmettere i due nomi individuati cosi come da prassi dalla Corte dei Conti, ossia Giovanni Coppola e Maria Annunziata Rucireta, ha scelto il nome di Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, magistrato contabile che nel maggio 2023 era stato scelto proprio dallo stesso Ministro come capo della nuova Struttura di Missione PNRR. Ci sembra una scelta al di fuori della prassi, rispetto alla quale chiediamo se vi siano questioni di incompatibilità con il ruolo ricoperto dal dott. Selvaggi e per questo vorremmo dei chiarimenti urgenti in merito". Lo ha detto la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che ha presentato una interrogazione al ministro Fitto.
“Il governo Meloni anche sulla vicenda dei risarcimenti per i mutui con l’Euribor manipolato si è voltato dall’altra parte. Avevamo chiesto di intervenire per informare, tutelare e garantire i diritti dei risparmiatori dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione che consente il recupero degli interessi indebitamente incassati dalle banche ma la nostra proposta è stata affossata dalla destra”: è quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani sul suo ordine del giorno al Decreto Capitali respinto dall’Aula di Montecitorio.
“Recenti stime, per i mutui a tasso variabile stipulati o in corso nel periodo tra il 2005 e il 2008, parlano di possibili rimborsi di circa 7000 euro su 100mila di prestito. Sono migliaia in tutta Italia le persone interessate che rischiano però di non ricevere i rimborsi dovuti perché interviene la prescrizione o per le difficoltà economiche di molti cittadini che non possono intraprendere singolarmente costose e lunghe battaglie legali contro gli istituti di credito. Avevamo chiesto al governo di intervenire a sostegno dei correntisti senza ottenere alcun risultato. Continueremo questa battaglia in Parlamento: ho appena depositato sulla vicenda una interrogazione al Ministro Giorgetti”, conclude Marco Simiani.
"L’ultima uscita del Ministro Urso su Acciaierie d’Italia aggiunge ulteriore inquietudine e timori in una situazione che ormai è già oltre il livello di allarme. Se c’è qualcosa di cui il Ministro è a conoscenza e che mette in pericolo la sicurezza dei lavoratori e degli impianti sarebbe utile che lo dica con chiarezza. Come sappiamo, una sentenza della Corte Costituzionale stabilisce che l'ex Ilva è un asset che rientra nell’ambito della sicurezza nazionale la cui tutela è in capo ai soggetti istituzionali, dunque al Ministro. Sarebbe utile capire che cosa si sta muovendo in questi giorni e che cosa stia facendo il ministro per mettere in atto tutte le tutele necessarie per garantire l’incolumità dei lavoratori, la sicurezza e l’integrità degli impianti e la continuità produttiva, che non può essere delegata a terzi". Così il deputato Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive alla Camera.
*Blitz notturno a Montecitorio, da maggioranza forzature e deroghe ambientali*
“Il blitz notturno di ieri notte è molto grave sia un punto di vista procedurale, perché la maggioranza ha palesemente violato i regolamenti parlamentari negando alle opposizioni di discutere, sia nel merito” dichiara il deputato democratico, Anthony Barbagallo, che stigmatizza quanto avvenuto ieri notte nelle commissioni parlamentari che discutevano nel merito i contenuti del Dl energia.
“La vicenda della gestione dei rifiuti siciliani è infatti questione complicatissima - aggiunge - per colpa della gestione del centrodestra siamo al caos da sei anni e abbiamo la Tari più alta d’Italia, la raccolta differenziata più bassa, sono continui richiami della Corte dei Conti, per non parlare dell’intreccio tra società pubbliche e private che rendono la Sicilia un’anomalia europea. Servirebbe una discussione approfondita – sottolinea - non certo un colpo di mano e un provvedimento che interviene in deroga a tutte le procedure ambientali, a partire dalla localizzazione degli impianti e dei termovalorizzatori, peraltro in assenza di un Piano dei rifiuti. Anche il modo di finanziamento di questo intervento è molto grave. Governo e maggioranza, ancora una volta, decidono di utilizzare il Fondo sviluppo e coesione della Regione Sicilia, fondo di competenza regionale, a proprio piacimento come se fosse un bancomat. Dopo la rapina di 1,6 miliardi di euro per il Ponte – prosegue Barbagallo - con questo ulteriore scippo di 800 milioni di euro il risultato è che oltre il 40% del Fsc viene usato dal governo per i propri disegni senza alcun rispetto delle scelte e delle decisioni dei siciliani che chiedono tutt’altro”.
“Il centrodestra - conclude Barbagallo - da sei anni fa solo annunci, servivano altre misure per migliorare la situazione dei rifiuti in Sicilia a partire da una norma che garantisca la concorrenza tra le ditte appaltatrici del servizio di raccolta. Chiediamo da tempo il divieto di subappalto. Non è infatti possibile che nel corso degli anni, in presenza di aggiudicatari diversi, ci sono territori in cui il subappaltatore è sempre lo stesso”.
Con l'emendamento proposto dai relatori al dl energia Schifani e il centrodestra puntano alla realizzazione degli inceneritori con l’obiettivo di eludere le procedure ambientali. Con la scusa dell’ordinanza contigibile e urgente, infatti, rischia di saltare ogni procedura paesaggistica e di valutazione di impatto ambientale afferente sia gli inceneritori sia le procedure per il piano rifiuti”. Lo dice il segretario del PD Sicilia e deputato Dem a margine dei lavori delle commissioni congiunte Ambiente e Attivita' Produttive della Camera Anthony Barbagallo, poco prima della discussione del testo che prevede la nomina di commissario straordinario ai rifiuti per il presidente della Regione siciliana.
“E’ evidente che - aggiunge - per risolvere il problema dei rifiuti in Sicilia servirebbero centinaia di impianti per lo smaltimento ma negli ultimi 6 anni dal centrodestra al governo ne sono stati finanziati meno di dieci. Servono ambiti territoriali efficienti e funzionali in linea con la richiesta della corte dei conti siciliana; e serve una natura giuridica pubblica delle societa' di regolamentazione pubbliche che invece, ancora oggi, - nonostante le tante riforme annunciate da Musumeci e Schifani e mai portare in aula all'ARS - e' privata. Ed è soprattutto necessario spezzare l’oligopolio che alcune imprese, nel silenzio del centrodestra, continuano ancora oggi ad esercitare in questo settore in Sicilia con la benedizione della criminalità organizzata. Su questi temi non intendiamo – conclude – arretrare di un millimetro e daremo battaglia alla Camera”.
Dichiarazione di Piero De Luca, capogruppo Pd commissione Politiche Ue
Continuando a decidere di non decidere sul tema delle concessioni balneari, il Governo conferma un atteggiamento irresponsabile che porta avanti da tempo, le cui conseguenze ricadono sull'intero Paese. Come si può pensare che i Comuni debbano assumersi la responsabilità di effettuare proroghe automatiche delle attuali concessioni balneari, in assenza di una norma di legge chiara ed in presenza di una sentenza del Consiglio di Stato che va in direzione opposta, con una procedura d’infrazione europea in atto sostenuta dalla giurisprudenza della Corte di giustizia UE? Per questo, abbiamo presentato un ordine del giorno alla legge di bilancio che invitava il Governo a provvedere con urgenza per consentire l’avvio delle procedure di evidenza pubblica finalizzate al rilascio dei nuovi provvedimenti concessori. Rigettando questa richiesta, la destra preferisce prendere in giro e danneggiare tutti, lasciando nel caos, senza alcuna certezza giuridica, gli operatori di questo settore così importante da un punto di vista economico ed occupazionale, ma anche gli amministratori locali degli enti concedenti. Un disastro totale.
“L’Ufficio di Presidenza della Camera su proposta del questore di Fratelli d’Italia ha deliberato la costituzione di una società in house in luogo degli appalti esterni, previ bandi pubblici, che fino ad ora hanno regolato alcune delle attività di servizio necessarie per il funzionamento materiale dell’istituzione. Avevamo proposto di provvedere ad innalzare gli stipendi degli addetti attraverso i mezzi previsti dalla scrittura degli appalti, quali il quinto d’obbligo. Avevamo anche proposto di vincolare la decisione all’esito di una due diligence - come avverrebbe in qualunque altro contesto. Entrambe le proposte sono state rigettate.
La decisione è stata assunta a maggioranza, con il voto contrario del Pd e di altri rappresentanti dell’opposizione, senza che siano stati approfonditi alcuni aspetti dirimenti segnalati anche nello studio di fattibilità confezionato dalla Ernst&Young, la società scelta dal collegio dei Questori. Nello studio infatti non c’è alcun riferimento alle tipologie di contratto che verranno applicate ai lavoratori e nella stima dei costi del direttore generale e dell’amministratore unico c’è da un lato una sottovalutazione evidente, dall’altro una casella vuota.
Il nostro voto contrario è stato dettato anche dalla necessità di tutela per i lavoratori che attualmente prestano il loro servizio alla Camera attraverso le società assegnatarie degli appalti.
Infatti manca nello studio di fattibilità una analisi approfondita e dettagliata dei costi e della ripartizione delle spese. Al tempo stesso non sono stati previsti i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e dei mezzi necessari per garantire il funzionamento delle attività da assegnare alla società in house. Dati non trascurabili per una attenta valutazione economica visto che c’è il fondato rischio che i costi per garantire le attività che oggi sono appaltate potrebbero essere notevolmente superiori a quelli oggi previsti nel bilancio della Camera. E allora dov’è la convenienza di costituire una società in house che dovrebbe avere tra le sue fondamentali prerogative quella di garantire un risparmio economico per l’ente istituzionale? Cosa dirà in quel caso la Corte dei Conti che, come avviene per i Comuni, nello svolgere l’attività di controllo, compresi la giurisdizione sulle competenze e sui limiti funzionali, si troverà a sanzionare per eventuale danno erariale l’amministrazione della Camera?
Che vi saranno perdite è una solida probabilità visto che è stata prevista già una riserva gestionale qualora i conti non tornino.
Considerato che la Camera non potrà intervenire sulle perdite della società in house, la conseguenza non potrà che essere il taglio dei costi e del personale assunto. Ed è questa la nostra principale preoccupazione.
Chi garantirà lavoratori e lavoratrici, in particolare quelli non a tempo pieno, che oggi svolgono la loro attività alla Camera in forza di un contratto di appalto, quando si tratterà di razionalizzare le spese individuando solo la manodopera necessaria?
Per tutte queste ragioni quando la società nascerà chiederemo almeno che vi sia una verifica in Ufficio di Presidenza trimestrale dei costi sostenuti per evitare che si consumi nel silenzio un eventuale percorso negativo. Non vorremmo che la Camera si trovasse tra qualche anno a dover prendere la decisione di dover chiudere la società in house, a licenziare decine e decine di persone e a rispondere del danno erariale”.
Lo dichiarano i deputati democratici Anna Ascani (vice presidente della Camera)e Stefano Vaccari (segretario di presidenza della Camera).
“Lo sospettavamo e lo avevamo gridato. Oggi sulla vicenda della cessione di ITA Airways a Lufthansa arriva la doccia fredda, ma neanche tanto: Alitalia ha infatti comunicato ai sindacati e al governo il licenziamento del personale dell’ex compagnia di bandiera, già in cassa integrazione a zero ore. Il governo dei Fratelli d’Italia non ha voluto mai accogliere le istanze del PD volte a tutelare i dipendenti di Ita in vista della cessione alla tedesca Lufthansa. E oggi con questa comunicazione il governo getta la maschera confermando, purtroppo, tutti i nostri sospetti”. Lo dichiara il capogruppo PD in commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, a proposito della comunicazione di licenziamento inviata da Alitalia a oltre 2000 dipendenti.
“Abbiamo sempre chiesto tutele e verifiche stringenti - prosegue - soprattuto quando il governo ha proposto, con il decreto legge Asset, di invertire quanto stabilito con sentenza dal giudice ordinario che dava ragione ai lavoratori. Tenuto conto di tutto ciò e del potenziale spreco di denaro pubblico - conclude - chiederemo anche l’intervento della Corte dei conti per verificare la sussistenza del danno erariale.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti
“Una clamorosa rinuncia di Rfi che mortifica ancora una volta i cittadini ed il nostro territorio, utile soltanto alla propaganda del devastante progetto del Ponte. E’ l’ennesimo ricatto alle popolazioni siciliane e calabresi nel silenzio di tutte le istituzioni e la dimostrazione che l'insensato progetto del Ponte non attira investimenti a supporto, ma prosciuga le risorse pubbliche destinabili alle infrastrutture del Sud e dell'intero Paese, come denunciato da Ance e Corte dei conti”. Lo afferma il segretario e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo che ha depositato una interrogazione sul tema rivolta al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
“Nel 2022 infatti - vien ricostruito nell’atto ispettivo – Rfi annuncia che tre traghetti veloci «con doppia alimentazione diesel/gas/elettrica» navigheranno nello Stretto di Messina. Ma, in realtà, i traghetti previsti - pubblicizzati come il prototipo del nuovo «collegamento dinamico» nello Stretto, alimentati da un sistema gas/elettrico/diesel che avrebbe permesso la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e dotati di un sistema elettrico a emissioni zero nei porti di ormeggio, grazie ai pannelli solari ubicati su una superficie di 400 metri quadri, non verrano costruiti . E c’era anche l'importo complessivo a base di gara che era stato stimato intorno ai 50 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni per la progettazione e 9 milioni assegnati dal PNRR. Tutto ciò non sarà realizzato visto che la stessa Rfi ha azzerato le procedure di gara in fase di valutazione delle offerte”.
“Di fatto, l'iter è fermo dall'ottobre 2022 – afferma Barbagallo – e a distanza di 13 mesi arriva l'avviso di Rfi, pubblicato sulla Gazzetta dell'Unione europea, con cui si dichiara conclusa la gara, senza aggiudicazione per «interruzione della procedura». “Pare che la decisione di Rfi sia legata agli sviluppi sul collegamento stabile nello Stretto, nell'ambito del quale le Fs dovranno svolgere un ruolo determinante per tutte le opere ferroviarie connesse al ponte”.
Con l’interrogazione, Barbagallo chiede di conoscere “i motivi che giustificano l'interruzione della procedura di gara e in che modo Rfi, società pubblica obbligata da un contratto di servizio, intenda garantire la continuità territoriale e la mobilità in Sicilia, in particolare nello Stretto di Messina, e al contempo migliorare l'efficienza del servizio”. Inoltre, Barbagallo chiede “quale sia oggi la destinazione dei fondi finanziati col PNRR che erano stati destinati al collegamento dinamico”.
“Quello che rischiava di essere solamente il primo doloroso giorno di udienze per decidere del destino degli atti di nascita dei 37 bambini nati da due madri, si è aperto con una grande novità: il pubblico ministero ha richiesto al tribunale di Padova di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, inviando ad essa gli atti. Questa è una svolta fondamentale, coerente con quanto sostenuto dalle associazioni di difesa legale della comunità LGBTQIA+. Possiamo trasformare quello che nasceva come un attacco alle famiglie arcobaleno in un’occasione per sanare quei vuoti nella legge italiana, per prevenire discriminazioni future. Ci aspettiamo che il tribunale di Padova accolga questa richiesta: continueremo a batterci senza sosta per il diritto di tutte le famiglie a esistere e a vivere in pace anche di fronte alla Corte Costituzionale”.
Lo dichiara la deputata del Partito Democratico, Rachele Scarpa.
"Il Ministro Fitto dovrebbe ammettere che sul Pnrr questo Governo sta fallendo. La matematica non è opinione. Quando su 31 miliardi disponibili per il 2023 se ne sono impiegati meno del 10%, se sulla non autosufficienza non abbiamo speso neppure un euro di quelli a disposizione , se per la quinta rata la metà degli obiettivi evidenzia difficoltà media e alta, se mancano tecnici e professionisti, se per la logistica il sud rimane fanalino di coda, siamo davvero in una situazione drammatica. La relazione della Corte dei Conti è la certificazione di ciò che, purtroppo, da mesi denunciamo inascoltati. La realtà è che la destra non crede nel Pnrr e questo è un vero e proprio atto contro gli interessi del Paese. Chiediamo verità alla premier Meloni, perché il governo ha trasformato una straordinaria opportunità in un vero e proprio elogio delle incertezze". Lo scrivono in una nota Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, e Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
Dichiarazione di Piero De Luca, dell’ufficio di presidenza Gruppo Pd Camera
“I dati che emergono dal rapporto della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del Pnrr sono estremamente preoccupanti perchè segnalano un ritardo drammatico rispetto all’attuazione del cronoprogramma relativo a impegni, investimenti, interventi previsti nei settori così delicati e strategici per il rilancio del nostro Paese. Chiediamo chiarezza e trasparenza. Il ministro Fitto venga in parlamento a dire qual è lo stato dell’arte su tutti i dati e le informazioni di cui siamo all’oscuro e che attengono al futuro dell’Italia”. Così Piero De Luca, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd intervenendo in aula alla Camera. "Chiediamo chiarezza sulla quinta rata – ha incalzato De Luca- poiché alla data odierna solo 10 obiettivi su i 69 inizialmente previsti sono stati realizzati. Non abbiamo poi notizie del negoziato con l’Ue rispetto all’approvazione delle modifiche evocate da Fitto, di 144 progetti sui 349 rimanenti. E non abbiamo più notizie – ha proseguito De Luca- rispetto al pagamento della quarta rata”. Per l’esponente Pd “non è più tollerabile questo stato di incertezza e di fumosità che arriva rispetto all’attuazione di un piano che riguarda settori decisivi, come sono quelli della messa in sicurezza dei nostri territori, la digitalizzazione del paese, l’efficientamento energetico, gli interventi sulle energie rinnovabili, la coesione sociale e territoriale. Per non ricordare quelli legati agli asili nido , alle palestre e alle mense scolastiche. Ci sono poi – ha concluso De Luca- gli interventi per la sanità pubblica con la colpevole scelta da parte del governo di cancellare 500 progetti di investimento in case e ospedali di comunità. Un vero disastro nei confronti di un settore dove viceversa occorrerebbe investire e non tagliare in modo da rafforzare le cure universali, garantite e gratuite per tutti.” Infine, De Luca ha ricordato come “ci preoccupano le notizie riguardanti gli oltre 13 miliardi riservati ai comuni per la riqualificazione delle periferie che il Governo ha definanziato e cancellato. Non sappiamo che fine hanno fatto quelle risorse o se saranno coperte in altro modo, e c’è il pericolo concreto di lasciare intere comunità in una situazione di enorme criticità”. De Luca ha quindi chiesto al governo e al ministro Fitto “un’operazione trasparenza” e di venire a riferire in aula.
Dichiarazione di Andrea Casu , ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera
Il Governo Meloni ancora una volta contro la giustizia sociale e climatica. Sono stati appena bocciati in commissione gli emendamenti che abbiamo presentato come @pdnetwork per destinare le maggiori entrate garantite dall’aumento iva per il caro carburante al rifinanziamento del #bonustrasporti e al rafforzamento del Trasporto Pubblico Locale nelle città di Torino Milano Bergamo Brescia Roma
Catania e tutte le zone per cui l’Italia è stata già sanzionata dalla Corte di Giustizia europea per il superamento sistematico e continuato dei valori limite previsti dalla direttiva comunitaria sulla qualità dell’aria. Grazie al collega @marcosimiani , @AntoninoIaria5 del M5S e @DevisDori di Avs per essere intervenuti a sostegno di una proposta condivisa dalle opposizioni e fondamentale per difendere il diritto alla mobilità e alla salute di tutte e di tutti.
“La Corte dei Conti del Lazio apre un’inchiesta su Open to Meraviglia per possibile danno erariale allo Stato. E magicamente la Venere del Botticelli della Santanchè torna su Instagram. La ministra non solo sta collezionando figuracce una dopo l’altra ma ora dovrà spiegare come mai una campagna di comunicazione e promozione turistica sia costata ben 9 milioni di euro e non ci sia stata alcuna gara pubblica nell’assegnazione di tale campagna”. Lo dichiara Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera.