31/07/2025 - 16:19

“È gravissimo che fondi europei destinati all’agricoltura possano finire, anche indirettamente, a soggetti russi sottoposti a sanzioni internazionali. Per fare piena luce su ciò che sta accadendo in Toscana ho presentato un’interrogazione parlamentare”. E’ quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana sulle inchieste giornalistiche emerse in questi giorni e relative ad aziende vinicole toscane, formalmente italiane ma riconducibili agli oligarchi Konstantin Nikolaev e Roman Trotsenko, che avrebbero beneficiato di oltre un milione di euro tra fondi Pac e Pnrr.
“Si tratta di soggetti sanzionati che, grazie a strutture societarie opache, aggirerebbero i divieti UE e riceverebbero risorse pubbliche. Un fatto inaccettabile che danneggia l’agricoltura onesta, l’immagine del Made in Italy e la credibilità nell’uso dei fondi europei. La Corte dei Conti ha infatti già chiarito che, a norma dei regolamenti comunitari, i soggetti sottoposti a sanzioni non dovrebbero poter ricevere finanziamenti. L’interrogazione chiede al governo di verificare la reale proprietà delle aziende, accertare eventuali irregolarità e recuperare le somme indebitamente erogate”, conclude Fossi.

29/07/2025 - 16:09

"E' stato importante che Francesca Albanese, oggi, abbia presentato alla Camera il suo ultimo rapporto “Dall’economia dell’occupazione all’economia di genocidio” sulle aziende e gli interessi economici che hanno sostenuto prima la colonizzazione della Cisgiordania e ora il genocidio a Gaza. L'attacco nei confronti della Relatrice speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi occupati, che ha visto l'apice nelle vergognose sanzioni imposte dagli Usa nei suoi confronti, è l'ultimo atto di una campagna di delegittimazione che punta a indebolire lei ma anche l'intero sistema multilaterale e il diritto internazionale. Dall'Onu, all’Unrwa, alla Corte penale internazionale, assistiamo alla volontà di smantellare un intero sistema e imporre la legge del più forte. A prevalere, secondo alcuni governi nazionalisti, Usa in primis, non deve più essere il diritto, ma l’uso della forza, la potenza militare ed economica.
Contro questo tentativo di gettare il mondo nel caos continueremo a batterci in tutte le sedi e continueremo a sostenere chi, come Francesca Albanese, rischia in prima persona in difesa del diritto internazionale e delle vittime dei crimini di guerra, contro l'umanità e del genocidio. Il governo italiano, invece, non ha speso una parola in difesa di Albanese, cittadina italiana: un silenzio indegno". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, a margine della conferenza stampa che si è svolta oggi alla Camera dei Deputati alla presenza della dott.ssa Francesca Albanese

24/07/2025 - 15:27

“La recente sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un importante passo avanti verso l’uguaglianza e la tutela dei diritti dell’infanzia. Riconoscere il diritto ai 10 giorni di congedo obbligatorio, e il pari accesso a quello parentale anche alla madre intenzionale, nelle coppie omogenitoriali legalmente riconosciute, significa garantire pari dignità a tutte le famiglie e, soprattutto, mettere al centro il benessere del bambino”. Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile nazionale Lavoro del Pd, commentando, sui canali social dei deputati dem, la decisione della Consulta che equipara i diritti tra genitori di coppie eterosessuali e omosessuali composte da due donne, in materia di congedi.

“La Corte – prosegue l’esponente Pd – ribadisce che il diritto al congedo non può essere negato sulla base dell’orientamento sessuale. Ma ancor più significativo è il riconoscimento dell’importanza della relazione affettiva con entrambe le figure che hanno responsabilità genitoriali nei suoi confronti, nei primi giorni di vita del bambino. Non si tratta solo di accudimento fisico, ma di costruzione di legami fondamentali per lo sviluppo affettivo del minore”.

“Dispiace constatare – conclude Guerra - che esponenti della maggioranza abbiano reagito con diffidenza o confusione a questa decisione, dimostrando ancora una volta una visione stereotipata e discriminatoria che ignora la realtà delle famiglie italiane. Qui non si tratta di teorie, ma di diritti concreti di persone già legalmente riconosciute come genitori. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un Paese in cui la genitorialità non sia discriminata e dove i diritti dei bambini vengano sempre messi al primo posto”.

 

24/07/2025 - 11:56

“La sentenza della Corte Costituzionale è una vittoria della giustizia e della democrazia. Ha dichiarato incostituzionale il tetto alle sei mensilità per i risarcimenti da licenziamento nelle piccole imprese, riconoscendo nei fatti la fondatezza del referendum promosso dalla CGIL sul lavoro. Quei 13 milioni di cittadine e cittadini che si sono recati alle urne avevano ragione: i diritti non possono essere legati alla dimensione aziendale”. Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, in un video pubblicato sui social dei deputati dem.

“In un Paese come l’Italia – sottolinea l’esponente Pd - dove la maggioranza della struttura produttiva è composta da piccole e medie imprese con meno di 15 dipendenti, è inaccettabile che lavoratori e lavoratrici abbiano meno tutele rispetto a chi è impiegato in realtà più grandi. Questa sentenza ristabilisce un principio di equità fondamentale. Ora il governo deve spiegare come intende procedere. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un lavoro dignitoso, stabile e tutelato: dove non si può essere licenziati senza giusta causa, dove i contratti sono rispettati e i salari adeguati”.

“Servono – conclude Scotto - un salario minimo legale, una legge sulla rappresentanza per contrastare i contratti pirata e il ripristino del contratto a tempo indeterminato come forma prevalente, come ha fatto la Spagna. Occorre intervenire anche sul part-time involontario, che colpisce soprattutto donne e giovani. Altro che un milione di posti di lavoro: quelli creati sono in larga parte precari, a basso valore aggiunto. L’Italia sta esportando competenze e importando manodopera sottopagata. Serve un cambio di passo vero, che investa nella qualità del lavoro. È questo che il governo Meloni non sta facendo”.

 

23/07/2025 - 14:13

"Oggi alla Camera dei deputati abbiamo presentato la proposta di legge per introdurre il codice dei crimini internazionali nell'ordinamento italiano. Se avessimo avuto questa legge qualche mese fa, l'Italia avrebbe potuto processare Almasri e le vittime delle sue torture, dei suoi stupri, delle sue violenze avrebbero avuto giustizia. Senza sotterfugi, senza aerei di stato che lo riportano in patria a continuare a torturare e violentare bambini, senza alibi". Lo dichiara, a margine della conferenza stampa, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Con il codice dei crimini internazionali, che molti altri paesi dell'Ue già hanno, chiunque, di qualsiasi nazionalità, sia sospettato di avere commesso crimini di guerra o contro l'umanità ovunque nel mondo, nel momento in cui si trova in Italia può essere indagato, arrestato e processato nel nostro paese. Vladimir Putin, Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant tutti accusati di crimini di guerra e contro l'umanità, se venissero in Italia, dovrebbero rispondere dei loro crimini davanti a un giudice italiano. Un importante cambio di paradigma che introduce nel nostro ordinamento il principio di giurisdizione universale - spiega Boldrini -. In un momento in cui il diritto internazionale è sotto attacco così come i tribunali internazionali, in cui Trump emette sanzioni ai giudici della Corte Penale internazionale come se fossero dei narcotrafficanti, in cui Netanyahu continua a commettere crimini di guerra e contro l'umanità indisturbato, il Partito Democratico manda un segnale chiaro in difesa del diritto internazionale e dell’impianto multilaterale che dalla fine della seconda guerra mondiale ha consentito che non prevalesse la legge della giungla ma il diritto".
"All'inizio del suo mandato il Ministro Nordio aveva annunciato l'introduzione del codice dei crimini internazionali. Poi, però, a questa promessa non è stato dato seguito e di quel provvedimento si sono perse le tracce - prosegue la deputata dem -. Perché il codice dei crimini internazionali è sparito dall’orizzonte di governo e maggioranza? Adesso che la proposta di legge l'abbiamo presentata noi, ci aspettiamo il sostegno della maggioranza. Altrimenti Nordio dovrà spiegare cosa o chi gli ha fatto cambiare idea".
"Ringrazio Amnesty International per avere ispirato questa proposta di legge, la professoressa Alessandra Annoni e i professori Triestino Mariniello e Antonio Marchesi le cui competenze giuridiche in tema di diritto internazionale sono state fondamentali per la stesura del testo. E ringrazio la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga, la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani e il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Federico Gianassi per avere fatto loro questa proposta fin da subito" conclude.

17/07/2025 - 15:47

“Presentata interrogazione al ministro Piantedosi”

“Continuare a far subire discriminazioni ai bambini è una ingiustizia intollerabile, soprattutto se riguarda questioni basilari come l'ottenimento della carta di identità. Per questo chiediamo al ministro Piantedosi quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di garantire la piena attuazione della sentenza della Corte Costituzionale e assicurare su tutto il territorio nazionale il riconoscimento effettivo dei figli di coppie omogenitoriali, nel rispetto del principio del superiore interesse del minore e del diritto all’uguaglianza”. Così la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera Valentina Ghio che, con i colleghi Bakkali, Scarpa, Furfaro, Forattini, Pandolfo, Ferrari, Girelli, Malavasi ha depositato un’interrogazione al ministro dell'Interno.
“Con la sentenza n. 68 del 22 maggio 2025, la Corte Costituzionale ha infatti dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 8 della legge n. 40 del 2004, nella parte in cui non prevede la possibilità per la madre non biologica, all’interno di una coppia formata da due donne, di essere riconosciuta come genitrice del minore nato in Italia a seguito di una procreazione medicalmente assistita effettuata all’estero, purché nel rispetto della normativa vigente nel Paese dove la procedura è stata eseguita. La pronuncia ribadisce inoltre che il superiore interesse del minore debba essere il principio guida del diritto di famiglia, anche qualora ciò implichi il superamento di modelli familiari tradizionali. Il figlio nato mediante tecniche di PMA, se voluto e cresciuto da entrambe le madri, ha il diritto di essere riconosciuto legalmente come figlio di entrambe. In diversi comuni italiani il riconoscimento della doppia maternità avviene da anni, in questi giorni è accaduto anche a Genova con la nuova amministrazione della Sindaca Salis, ma spesso ci sono molte difficoltà, in particolare di carattere burocratico e amministrativo.
Una delle criticità maggiormente segnalate riguarda la procedura di registrazione anagrafica e di rilascio della carta d’identità elettronica. Il sistema informatico in uso presso gli uffici anagrafici comunali, gestito dal Ministero dell’interno, prevede infatti esclusivamente due campi predefiniti: “madre” e “padre”. Questo schema impedisce tecnicamente l’inserimento del codice fiscale di una donna nel campo “padre”, generando un ostacolo diretto alla corretta registrazione del minore. Questa limitazione ha portato, in diversi casi, alla sospensione delle pratiche o al ricorso a soluzioni di ripiego, creando disparità di trattamento tra cittadini e gravi disagi per le famiglie. Chiediamo pertanto l’intervento del governo per garantire pienamente il rispetto di una sentenza e di questo diritto su tutto il territorio nazionale”, conclude Ghio.

 

10/07/2025 - 14:27

“Come Pd abbiamo presentato un'interrogazione a prima firma Provenzano e ribadiamo la necessità qui in Aula, affinché il ministro Tajani venga a riferire al più presto su Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, su cui gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni”. Lo dichiara alla Camera il deputato Andrea Casu, Segretario Pd d'Aula.
“Vogliamo sapere – continua il parlamentare - cosa il governo intenda fare per garantire l'indipendenza dell'ONU e l'autonomia della Corte penale internazionale da tutte quelle pressioni politiche e da interferenze esterne che possano compromettere l'azione e il funzionamento delle istituzioni multilaterali e anche i diritti di una cittadina italiana nell'esercizio del suo mandato per conto delle Nazioni Unite”. “Il tema è troppo importante e il governo non può voltarsi dall'altra parte ma rispondere alle richieste delle opposizioni e all'interrogazione del Pd per dire da che parte sta”, conclude Casu.

 

08/07/2025 - 15:30

“Per quanto riguarda la difesa e l’acquisto di armi e materiale bellico, non dobbiamo ridurre la trasparenza. Abbiamo la corte dei conti che già svolge un egregio lavoro capillare di controllo, quindi non vedo l’esigenza di creare un altro organo appositamente per questo. Se la questione riguarda i tempi, c’è da sottolineare che la trasparenza sicuramente non rallenta le procedure, ma grazie alla digitalizzazione semmai le accelera. Diciamo quindi che la creazione di una commissione ad hoc è una tesi poco convincente e che va a creare una grande confusione a discapito della trasparenza. Ci auguriamo quindi che il governo e il ministro Crosetto riflettano su questi punti e facciano retromarcia definitivamente, tenendo conto non solo delle forze di opposizione ma anche di esperti del settore”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, a proposito delle indiscrezioni apparse sui quotidiani di un emendamento del governo al dl Infrastrutture sulle procedure di acquisto di materiale bellico e militare.

02/07/2025 - 12:20

“Non ci sorprende affatto che anche l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione sollevi seri dubbi di legittimità costituzionale sul decreto Sicurezza voluto dal governo Meloni. È quanto da tempo sosteniamo e che, con coerenza, ribadiscono costituzionalisti, penalisti, le Camere penali e ora l’autorevole Ufficio del massimario della Corte di Cassazione”.
 Lo dichiara la deputata Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del Partito Democratico.

“È singolare – prosegue l’esponente dem – che il presidente del Consiglio e il ministro Nordio si dicano stupiti o addirittura increduli di fronte a questi rilievi. Al contrario, ci saremmo aspettati maggiore rispetto per i principi costituzionali da parte di chi ha la responsabilità di aver scritto il provvedimento, visto che si tratta di un testo del governo. Il ministro Nordio, magistrato per quarant’anni, invece di liquidare con sarcasmo il parere della Cassazione, dovrebbe preoccuparsi del livello sempre più basso di qualità normativa raggiunto dal suo governo. Il decreto Sicurezza non fa sicurezza. Introduce misure che nulla hanno a che fare con la tutela dei cittadini e molto con la propaganda. Si passa da un panpopulismo emozionale a un vero e proprio sadismo penale: carcere per donne incinta e bambini, la pena per la resistenza passiva, la repressione del dissenso civile e pacifico. Si colpiscono lavoratori in presidio come accaduto a Bologna, smentendo le promesse fatte in Aula da esponenti della stessa maggioranza”.

“La denuncia del presidente Mattarella sulla drammatica condizione degli istituti penitenziari – conclude Serracchiani – impone al governo un cambio di passo che finora è mancato. Il decreto
Carcere, tanto sbandierato, si è rivelato inutile. Le carceri italiane restano sovraffollate, le condizioni di vita e di lavoro sono intollerabili. I suicidi tra detenuti e agenti sono un segnale drammatico. Il Partito Democratico continuerà a vigilare, a presentare interrogazioni, a ispezionare gli istituti e a chiedere soluzioni concrete. Il ministro Nordio si svegli”.

 

27/06/2025 - 19:26

«La Corte di Cassazione ha confermato numerose criticità nel cosiddetto decreto sicurezza. Non c'erano i requisiti di “necessità e urgenza”, sono stati introdotti molti nuovi reati e si sono alzate le sanzioni in modo sproporzionato.

Tutte le persone audite nel corso dei lavori parlamentari – giuristi, magistrati, avvocati e altri esperti – avevano segnalato simili criticità, soprattutto per quanto riguarda norme che incidono direttamente su diritti fondamentali. Ma anche in questa occasione il Governo è rimasto sordo a ogni rilievo, respingendo tutte le nostre proposte di modifica e rifiutando qualsiasi confronto di merito» – così il deputato democratico Matteo Mauri, Responsabile Nazionale Sicurezza del Partito Democratico.

«Il decreto sicurezza, invece di garantire maggiore sicurezza, mette a rischio il nostro sistema di libertà e diritti.

È grave e preoccupante che le forze di governo usino la sicurezza come strumento di propaganda, anziché affrontarla seriamente.

E dopo poche settimane da questo sciagurato decreto il Governo ne sta già addirittura annunciando un altro.

È arrivato il momento di correggere gli errori commessi, non di farne altri. Questa continua rincorsa a dannose politiche securitarie deve finire immediatamente. L'Italia non può pagare le spese della continua rincorsa a chi fa peggio tra Meloni e Salvini», conclude Mauri.

 

27/06/2025 - 15:52

“Decreto Sicurezza un vero disastro. A certificarlo la Corte di Cassazione con la relazione dell'Ufficio del Massimario e del Ruolo, Servizio Penale. Cosa diranno ora Meloni e le destre Che è sempre colpa dei giudici politicizzati o che, come si dovrebbe, avvieranno una rigorosa riflessione per correggere le astruse e pericolose norme approvate? Non siamo in realtà così ottimisti poiché è ormai chiaro che le destre non vogliono governare ma comandare, su tutto e su tutti, anche annullando i poteri di equilibrio e di bilanciamento imposti dalla Costituzione. Ed allora continuano ad abusare della decretazione d'urgenza anche quando le circostante non lo consentirebbero, mettendo insieme argomenti tra loro eterogenei”.

Così il capogruppo Pd in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli Ecoreati e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Severa - aggiunge - è la critica della Cassazione su questa metodologia ma anche nel merito sono molti i rilievi che attestano l'esuberanza legislativa del governo pronta a colpire il dissenso anche quello pacifico, ad aggravare le criticità nelle carceri, a superare il buon senso con l'allargamento dello spettro dei reati e delle pene.
Come se non bastasse il governo si inventa la misura proibizionista sulla canapa in spregio alle regole comunitarie e inventandosi una pericolosità inesistente. Mettono sul lastrico un intero comparto senza prevedere periodi transitori per consentire, attraverso sostegni economici dovuti, la riconversione delle imprese. Ed ora? Sorgeranno conflitti costituzionali e ci saranno vertenze nel Tribunali. Non se ne sentiva davvero il bisogno - conclude - ma ancora una volta in sede di governo si ragiona con la pancia e le manette anziché utilizzare testa e costituzione per rispondere agli interessi del Paese”.

 

18/06/2025 - 18:32

"Lo dice anche la Corte dei Conti: serve un sistema unico di condivisione dei dati tra gli istituti deputati alla vigilanza. Ed è un’urgenza a cui pensare subito, perché la strage dei morti sul lavoro si combatte anche così: concentrando la raccolta e l’analisi dei dati per poi meglio coordinare le azioni e i processi”.

Così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro, in merito a quanto evidenziato dalla Corte dei Conti nella analisi sull'azione di vigilanza svolta dall'Ispettorato nazionale del lavoro in materia di salute e Sicurezza in ambito professionale, nel triennio 2022-2024

“Senza una banca dati si rischia di vanificare il grande sforzo di lavoratrici e lavoratori di tutte le agenzie e gli enti che si occupano di sicurezza sul lavoro - prosegue Gribaudo - Va in questo senso anche la mia proposta di una procura speciale, Non dobbiamo lasciare sole le piccole procure che spesso non riescono a gestire al meglio i procedimenti sugli incidenti sul lavoro, perché se no rischiamo di non dare giustizia ai famigliari. Quella degli infortuni, delle malattie professionali e delle morti è una piaga sociale da combattere con ogni mezzo”.

 

 

12/06/2025 - 14:21

“Faremo, lavoreremo, stanzieremo: queste sono le parole della ministra Calderone oggi in Aula come se in questi due anni e mezzo fosse stata altrove, la ministra del Lavoro di un altro Paese. Le morti sul lavoro sono un dramma che va affrontato come una vera emergenza nazionale perché la sicurezza è il metro della civiltà di un Paese. E in questo l'Italia non è all'altezza. Non è cortesia il fatto che Calderone sia a Montecitorio, ma è grazie alla proposta del Pd che il governo è tenuto a riferire ogni anno in Parlamento sulla sicurezza sul lavoro”. Lo ha detto il deputato Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale del Pd, intervenendo sulla relazione della ministra Calderone per la sicurezza sul lavoro.

“Il metodo voluto dal governo – continua l'esponente Pd - si basa sulla svalutazione del lavoro da un lato e sulla compressione dei diritti dall'altro ed è incurante della condizione di milioni di lavoratori. Meloni dichiarò che il suo governo sarebbe stato di 'chi lascia fare e chi vuol fare', ma lo ha fatto sdoganando tutto: le tasse come un pizzo di Stato, il lavoro senza tutele, l'impresa senza regole, addirittura la vita umana come un costo da tagliare”. “Così non si può andare avanti, la sicurezza non può essere un tema isolato in un Paese dove si lavora tanto e si guadagna troppo poco, dove i salari sono fermi da decenni, dove intere generazioni vivono nella costante precarietà o vanno all'estero perché non si sentono rispettati. Il lavoro deve dare dignità, ma il governo Meloni toglie la speranza”, conclude Sarracino.

 

10/06/2025 - 19:14

"Governo e maggioranza continuano a strumentalizzare il recente rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, sostenendo che contenga un attacco diretto alla professionalità delle forze dell’ordine italiane. Il documento del Consiglio d’Europa, in realtà, non contiene accuse, ma raccomandazioni e sollecitazioni volte a prevenire ogni forma di discriminazione" — così in una nota il deputato democratico Piero Fassino è intervenuto in Aula alla Camera, sottolineando che, peraltro, saremmo davanti a una polemica tardiva, visto che tutti i rapporti dell’ECRI, e quindi anche questo, vengono inviati preventivamente ai governi per essere esaminati e per consentire eventuali controdeduzioni prima della pubblicazione. "E in questo caso — ha aggiunto — il Governo ha anche risposto pacatamente, un atteggiamento che nulla ha a che vedere con la veemenza con cui oggi la questione viene sollevata. Nel rapporto sull'Italia — ha continuato Fassino — non vi è alcuna accusa di razzismo rivolta alle forze dell’ordine italiane. Si chiede semplicemente al Governo di vigilare affinché non si verifichino episodi riconducibili a pregiudizi razziali. Siamo dunque di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua — ha proseguito — che però desta forte preoccupazione, poiché conferma l’attacco sistematico da parte del Governo italiano alle principali istituzioni internazionali incaricate della tutela dei diritti umani, come l’ECRI, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), la Corte Penale Internazionale e vari organismi dell’Unione Europea. Questo rappresenta un grave rischio per la democrazia del Paese: non si tratta di episodi isolati, ma di una strategia intenzionale volta a delegittimare questi organismi, a ridurre i controlli esterni sui diritti fondamentali e a trattare ogni istituzione che esercita un ruolo sovranazionale come un impaccio o un ostacolo da rimuovere” — conclude Fassino.

27/05/2025 - 18:30

"Quasi sedici anni dopo la strage di Viareggio, ci troviamo ancora a fare i conti con una ferita aperta. Oggi, la Corte di Appello di Firenze ha riconfermato la pena massima di cinque anni per l’ex amministratore delegato di FS e RFI, Mauro Moretti, insieme alle condanne per gli altri undici imputati, da quattro a sei anni di reclusione. È una giustizia parziale, perché nessuna pena può riportare in vita le 32 vittime e risarcire le famiglie che hanno pagato il prezzo più alto di questa negligenza e dei tagli alla sicurezza ferroviaria. Eppure, seppur dopo così tanto tempo, riconoscere responsabilità così chiare è un passo fondamentale per evitare che simili tragedie si ripetano. Un abbraccio commosso alle famiglie delle vittime, che non hanno mai smesso di chiedere verità. La loro forza ci ricorda che la memoria non è mai passiva, ma impegno concreto. La vittoria di oggi è amara, ma chiara: per cambiare davvero serve mantenere alta l’attenzione sulle questioni di sicurezza e prevenzione. Continueremo a lavorare in Parlamento affinché ogni sacrificio non sia stato vano e affinché l’Italia sia un Paese più sicuro e responsabile". Così Marco Furfaro, deputato toscano e membro della segreteria del Partito Democratico, sulla sentenza della Strage di Viareggio.

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