"Destano grande preoccupazione le notizie sulla cessione del gruppo Gedi a un imprenditore straniero. Per la tutela dei posti di lavoro e di professionalità di alto profilo. E per il rischio del venire meno di voci fondamentali del pluralismo dell'informazione, già a rischio nel nostro Paese. La mia solidarietà ai giornalisti ed. Il pieno sostegno alle giuste preoccupazioni sollevate dai Comitati di Redazione". Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Solidarietà alle giornaliste, ai giornalisti e a tutte le lavoratrici e i lavoratori de La Stampa e de La Repubblica. Quanto sta accadendo non riguarda solo Torino o le singole redazioni, è una questione nazionale, perché mette a rischio uno dei presidi più significativi del pluralismo dell’informazione nel nostro Paese. La Stampa contribuisce da sempre alla qualità del dibattito pubblico italiano e un suo ridimensionamento non sarebbe un problema locale, ma un danno per l’intero sistema informativo e per il diritto dei cittadini a essere informati. Lo stesso vale per Repubblica, dove lo stato di agitazione conferma la gravità della situazione del Gruppo GEDI e la necessità di risposte immediate. Per questo abbiamo chiesto, come parlamentari del Partito Democratico, che il Governo apra immediatamente un confronto serio e trasparente”. Cosi il deputato democratico Mauro Laus.
“Il Ddl Concorrenza è un provvedimento povero, privo di contenuti riformatori e incapace di incidere sugli ostacoli regolatori e amministrativi che frenano la concorrenza in Italia. Non solo ignora le raccomandazioni europee, le segnalazioni dell’Autorità garante della concorrenza e gli impegni del Pnrr, ma trascura anche le esigenze concrete di famiglie e imprese. La verità è che il governo Meloni ha paura di decidere, non vuole aprire, non vuole modernizzare. Preferisce la rendita alla competizione, l’attesa al cambiamento, la propaganda alle riforme. Il nostro giudizio è dunque severo. La concorrenza non è una parola astratta: è un diritto dei cittadini, è uno strumento di giustizia sociale ed economica, è un fattore di crescita e di innovazione”.
Così in una nota il deputato dem, Alberto Pandolfo, in cui spiega le ragioni del voto contrario del Gruppo Pd al Ddl Concorrenza.
“Le nostre proposte - aggiunge - avevano un tratto comune semplice ma essenziale: considerare la concorrenza come un impegno concreto di sviluppo, una promessa di libertà e progresso. Il nostro voto è contrario perché questa non è la legge che l’Italia merita, che le famiglie si aspettano, non è che le imprese chiedono e che servirebbe per attuare il Pnrr e per competere in Europa. Continueremo a proporre riforme vere, a difendere i consumatori, a batterci per mercati più aperti, trasparenti e giusti”.
“Ho inviato alla ministra Calderone una lettera formale per chiedere, ancora una volta, di intervenire su una delle ingiustizie più pesanti che gravano su centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori: la vicenda dei silenti Enasarco. Persone che per anni hanno versato contributi obbligatori e oggi si ritrovano senza pensione perché non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione”. Lo dichiara Marco Furfaro, deputato Pd in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.
“Più di un anno fa la Camera ha approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava il Governo a risolvere questo problema. Da allora, silenzio assoluto: nessun confronto, nessun percorso normativo, nessuna risposta. È un fatto grave, che mina la fiducia nel sistema previdenziale e lascia senza prospettiva chi ha fatto la propria parte. Per questo ho sollecitato e chiesto alla ministra un incontro, nonché di aprire subito un tavolo con Enasarco e le rappresentanze dei silenti, definire una soluzione normativa e prevedere risorse per risolvere la questione. Non è più il tempo dei rinvii: qui è in gioco una questione di giustizia sociale e di rispetto verso le persone”
“Questo decreto non rafforza l’economia, non supporta gli enti locali, non tutela i giovani, non rilancia gli investimenti. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico esprimerà convintamente un voto contrario, perché l’Italia merita una politica economica che guardi avanti e non misure casuali per sopravvivere un giorno di più o di meno”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio durante le dichiarazioni di voto finale al Dl Economia.
“Questo provvedimento – ha proseguito l’esponente dem - è l’ennesima dimostrazione di ciò che questo esecutivo intende per politica economica: una sorta di collage di norme disorganiche e un mosaico confuso, che non affronta le debolezze del Paese e non offre prospettiva. Il governo Meloni resta assolutamente inerte, a partire dai dazi imposti dal vostro carissimo e decantato amico d'oltreoceano, al calo della competitività europea e alla stagnazione della crescita. Avevamo già contestato in commissione la mancanza di una visione e la bocciatura di emendamenti con motivazioni piuttosto fragili, spesso puramente politiche, poiché il decreto presenta misure scollegate che disperdono risorse e tempo”.
“Il decreto – ha concluso Pagano - penalizza il Mezzogiorno, cui mancano ancora 3,7 miliardi di euro del Fondo perequativo infrastrutturale, e i Comuni con l’irrigidimento delle scadenze del Piano complementare al PNRR, ignorando che molti ritardi dipendono dallo Stato. Gli emendamenti PD per proroghe ai progetti già avviati sono stati respinti senza motivo. La nostra proposta sul Fondo prima casa per impedire polizze assicurative aggiuntive ai giovani è stata respinta, definendo la scelta un favore alla rendita bancaria. La gestione delle risorse per Milano-Cortina, con straordinari negati alla città che ospita la cerimonia inaugurale e la norma sulla cooperazione di polizia finanziata con venti milioni di euro sottratti alla riforma della polizia locale e destinati a iniziative non note, è una sorta di delega in bianco, inaccettabile e irresponsabile”.
Presentata interrogazione in vigilanza su assunzione militanti del partito di Meloni
Oggi i componenti del Partito Democratico nella Commissione di Vigilanza Rai hanno depositato un’interrogazione parlamentare a risposta in commissione all’Amministratore Delegato della Rai, per “fare chiarezza sull’arrivo di due nuovi collaboratori presso Rainews.it, come riportato recentemente da un articolo de Il Fatto Quotidiano. Secondo quanto emerso, il sito Rainews.it, diretto da Francesca Oliva, avrebbe accolto due nuove firme: Filippo Mosticone, curatore dei contenuti digitali e della parte social, e Mattia Rocco Del Balzo, studente universitario che collabora alla comunicazione. Entrambi i collaboratori risultano essere militanti del partito Fratelli d’Italia, rispettivamente a Sora e presso il circolo della Garbatella a Roma. L’arrivo dei due collaboratori avrebbe suscitato malumori all’interno della redazione, perché i contrattualizzati Rai, per garantire il pluralismo e l’imparzialità del servizio pubblico, non dovrebbero svolgere attività politica o, se lo fanno, dovrebbero richiedere apposita aspettativa. L’interrogazione dei Democratici chiede quindi quali iniziative l’azienda intenda assumere per verificare quanto riportato e accertare eventuali violazioni dei principi contrattuali Rai, nonché le responsabilità dei vertici del canale. L’obiettivo è tutelare la correttezza, la trasparenza e l’imparzialità del servizio pubblico radiotelevisivo, valori fondamentali su cui il Partito Democratico continuerà a vigilare”.
“Le recenti piogge alluvionali che hanno colpito la Basilicata, dopo mesi di siccità, stanno causando danni ingenti al comparto agricolo lucano, in particolare nel Metapontino e nella collina materana. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro Lollobrigida per chiedere interventi urgenti e adeguati a sostegno degli agricoltori colpiti” Lo dichiarano i deputati democratici Enzo Amendola e Marco Sarracino. “L’esondazione di fiumi e corsi d’acqua – si legge nell’interrogazione - ha allagato campi e compromesso coltivazioni di altissimo pregio, a partire dalle fragole, oltre a danneggiare profondamente i terreni destinati ai cereali. Le abbondanti piogge hanno trascinato via le sementi appena collocate, costringendo gli agricoltori a dover ripreparare i terreni e a sostenere nuovamente costi elevatissimi, in un contesto in cui il prezzo delle sementi supera ormai la resa economica. A questo si aggiunge un quadro aggravato dal cambiamento climatico, che rende sempre più difficile portare avanti le attività agricole. Le organizzazioni del settore hanno già sollecitato un intervento immediato delle istituzioni regionali e nazionali. Ora il Governo deve dare risposte". Nell’interrogazione i deputati del Partito Democratico chiedono al Governo “quali iniziative urgenti intenda assumere per sostenere il comparto agricolo lucano e consentire, i
Promuovere formazione esuberi call center
"La decisione di Paycare di avviare la liquidazione e chiudere le attività rappresenta un colpo durissimo per la Toscana: presenterò un’interrogazione al Ministeri del Lavoro e delle Imprese affinchè intervengano con urgenza a tutela dei 33 dipendenti del sito di Monteriggioni e degli oltre 80 interessati in tutta la regione. A loro va la mia totale solidarietà, insieme al riconoscimento dell’impegno con cui, in questi anni, hanno affrontato periodi di incertezza, ammortizzatori sociali e l’assenza di un piano industriale credibile. È necessario garantire immediatamente strumenti di sostegno al reddito e attivare un tavolo istituzionale con Regione Toscana, enti locali e sindacati per evitare l’ennesima ferita occupazionale in un territorio già provato da troppe crisi": è quanto dichiara il segretario Dem della Toscana e deputato Pd Emiliano Fossi.
"La vicenda di Paycare non è un caso isolato, ma il segnale di una crisi strutturale che sta investendo il settore dei call-center, dove automazione e sistemi di intelligenza artificiale stanno ridisegnando modelli produttivi e posti di lavoro. Nell’interrogazione ho chiesto anche al governo quali misure intenda adottare per accompagnare questa transizione, sostenere i lavoratori coinvolti e promuovere investimenti in attività ad alto valore aggiunto nei territori più fragili. È il momento di una strategia nazionale che non lasci indietro nessuno e che trasformi il cambiamento in un’occasione di rilancio industriale e occupazionale": conclude.
“La gestione del lupo e dei canidi derivanti dai processi di ibridazione del lupo stesso non è più rinviabile. Sono molti ormai i sindaci e gli amministratori locali, soprattutto di aree interne o rurali, che invitano governo e Parlamento ad assumere iniziative concrete a fronte di una presenza della specie che in alcune aree è decisamente in sovrannumero creando problemi di sicurezza ed arrecando danni ingenti ad allevatori ed insediamenti rurali anche con l'uccisione di animali da affezione. Hanno ragione gli amministratori, occorre guarda in faccia la realtà poiché non si può archiviare il problema confinandolo nell'alveo della percezione del pericolo”.
Lo dichiarano i deputati del Pd Andrea Gnassi e Stefano Vaccari.
“Si tratta di intervenire - aggiungono - evitando conflitti e superando le posizioni ideologiche e propagandistiche, sia delle destre che degli animalisti. Si tratta di intervenire usando sia criteri scientifici sul rilevamento e sia quei dati di realtà laddove questi evidenziano ormai situazioni contingibili e urgenti tanto che è messa in discussione persino la sicurezza di persone e animali domestici. Il Pd ha presentato una proposta di legge che interviene sulla prevenzione, sul monitoraggio costante, sulle tutele da attivare, sui risarcimenti immediati ed anche su una gestione attiva che prevede eventuali catture, sterilizzazione ed abbattimenti nel segno delle indicazioni europee e nel rispetto delle valutazioni della scienza. Ciò che non si può fare - concludono - è rimanere fermi ed attendere gli eventi”.
Presentata una nuova interrogazione a ministro Piantedosi
“In Puglia stiamo assistendo a una recrudescenza criminale che non ha precedenti negli ultimi anni. A farne le spese sono i cittadini, le comunità locali e l’intero sistema economico regionale, costretto a convivere con un clima di insicurezza crescente.” Lo dichiara Claudio Stefanazzi, deputato salentino del Partito Democratico, annunciando la presentazione dell’ennesima interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Interno sulla recente ondata di assalti esplosivi ai bancomat che sta colpendo l’intera regione – con particolare intensità nel Salento – e che nei soli ultimi due mesi ha fatto registrare almeno 23 episodi, uno ogni tre notti.
“Da settimane – afferma Stefanazzi – bande criminali dotate di ordigni, cariche esplosive o mezzi meccanici pesanti assaltano sportelli bancari e postali senza alcun timore. Parliamo di colpi violenti, rapidi, organizzati, che devastano interi edifici, costringono alla chiusura filiali e uffici postali, isolano comunità intere e mettono a rischio la vita delle persone. È un fenomeno che interessa tutti i territori, dalle aree rurali alle zone industriali, passando per i piccoli comuni, spesso privi di un adeguato presidio delle forze dell’ordine.”
Il deputato ricorda che già numerosi atti ispettivi sono stati depositati nel corso della legislatura per denunciare l’escalation criminale in Salento, dagli attentati alle attività commerciali alle intimidazioni contro amministratori locali, fino agli assalti agli sportelli Atm. “È una realtà che da tempo segnalo – insiste il dem – perché i segnali di una riorganizzazione delle reti criminali sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Eppure, il Ministro Piantedosi non ha ritenuto di rispondere a nessuna delle interrogazioni presentate finora. Un silenzio istituzionale che fa un rumore assordante e descrive fedelmente il totale disinteresse di questo Governo per la Puglia e per il Mezzogiorno”.
“Non possiamo permettere – conclude Stefanazzi – che in Puglia e nel Salento si consolidino zone franche in cui le bande criminali agiscono indisturbate. Le forze dell’ordine sono chiamate ogni giorno a svolgere un lavoro immane perché gli organici sono ridotti al lumicino. Il Governo ha il dovere di garantire sicurezza ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori e alle istituzioni locali. Non servono slogan: servono uomini, mezzi, coordinamento e risposte immediate. La Puglia e il Salento meritano rispetto e protezione”.
Il gruppo parlamentare del Partito Democratico ha depositato alla Commissione Affari costituzionali della Camera una proposta di indagine conoscitiva sull’astensionismo e sulle misure per favorire la partecipazione al voto. L’iniziativa è firmata dai democratici Peppe Provenzano, Simona Bonafè, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro e Matteo Mauri.
“Negli ultimi anni la partecipazione elettorale in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, dalle politiche, alle amministrative, alle regionali, alle europee fino ai referendum: ogni tornata elettorale vede un declino drammatico della
partecipazione. Un fenomeno che – sottolineano i promotori – rappresenta ormai una vera emergenza democratica”.
L’indagine punta ad aggiornare e approfondire il lavoro del Libro Bianco sull’astensionismo del 2022 e a valutare le cause del non voto, distinguendo tra astensionismo involontario, indifferenza e sfiducia nelle istituzioni.
Tra i temi da approfondire: gli ostacoli pratici al voto (in particolare per anziani, persone con disabilità, lavoratori e studenti fuori sede);
la digitalizzazione delle procedure elettorali; il voto anticipato presidiato e possibilità di votare fuori dal Comune di residenza; le campagne informative più efficaci, soprattutto per i giovani; il confronto con le migliori pratiche internazionali.
La proposta prevede un ciclo di audizioni e la redazione di un documento finale di indirizzo rivolto al Parlamento e al Governo.
«L’astensionismo rappresenta una sfida cruciale, in quanto solleva serie preoccupazioni per la salute della democrazia italiana, riduce la rappresentatività degli eletti, mina la legittimità delle istituzioni democratiche, può portare a decisioni politiche che non riflettono la volontà della maggioranza dei cittadini. Contrastare l’astensionismo e ricostruire la fiducia dei cittadini è una priorità democratica con cui si dovrebbe confrontare chiunque abbia in mente di riformare la legge elettorale», affermano i deputati del Pd.
“Il Partito Democratico ribadisce il proprio impegno a difesa della libertà di informazione e delle giornaliste e dei giornalisti che quotidianamente svolgono un ruolo fondamentale per la democrazia. Ricordiamo che, con un emendamento a mia prima firma, come PD abbiamo chiesto al Parlamento di recepire quanto prima la direttiva europea contro le querele temerarie di carattere intimidatorio rivolte ai cronisti. Per mesi la destra ha scelto di ignorare questa esigenza, voltandosi dall’altra parte di fronte a un tema cruciale per la tutela dell’informazione libera. Solo negli ultimi giorni il governo ha finalmente dato il via libera a una nostra proposta di modifica dell’ordinamento, volta a rafforzare le protezioni per i giornalisti. Un passo avanti importante, che deve però tradursi rapidamente in norme efficaci e pienamente operative. Il Partito Democratico continuerà a battersi perché ogni forma di intimidazione giudiziaria venga contrastata con strumenti chiari, certi eunzionanti”. Lo ha detto Piero De Luca, deputato del Pd e capogruppo in commissione affari europei, a 4 di Sera su Rete4
“Solidarietà a La Stampa: non c’è motivazione e ragione politica per giustificare un’aggressione alla redazione di un giornale. La libera informazione è pilastro della democrazia, nessuno può utilizzare la violenza per farla tacere”.
Cosi in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd Camera dei deputati.
“Condanno con fermezza il grave atto intimidatorio messo in atto oggi da attivisti pro-Pal contro la redazione de La Stampa. La libertà di stampa è un pilastro della democrazia e nessuna causa giustifica la violenza o la pressione contro il lavoro libero dei giornalisti. Esprimo la mia piena vicinanza al direttore, ai giornalisti e a tutta la redazione, auspicando che venga garantita piena tutela a chi ogni giorno svolge il proprio lavoro con responsabilità e indipendenza”.
Così la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Simona Bonafè.
«Siamo di fronte a un attacco al Quirinale senza precedenti da parte di Fdi. La situazione è politicamente gravissima. Colpisce la totale opacità delle ricostruzioni pubblicate da La Verità: fonti non chiare, materiali anonimi, comunicazioni di provenienza incerta. C’è da preoccuparsi altro che richieste di scuse. Ma il punto politico, forse, è un altro: questa operazione sembra servire soltanto a coprire i grandi fallimenti della politica economica del governo Meloni. Le preoccupazioni espresse dall’Unione Europea, da Bankitalia, da Confindustria e dal mondo del lavoro e produttivo parlano chiaro. L’esecutivo non sta proteggendo le nostre imprese, nemmeno sul fronte internazionale, come dimostra l’incapacità di affrontare il tema dei dazi imposti da Trump. In questo quadro, stupisce che Meloni continui a sostenere che il suo governo garantirebbe “stabilità” al Paese. Che tipo di stabilità sarebbe mai quella in cui assistiamo a conflitti istituzionali senza precedenti? Nel mirino, negli ultimi mesi, sono finiti il Quirinale, la Corte dei conti, la Ragioneria dello Stato, la magistratura, la stampa, il servizio pubblico radiotelevisivo: tutti presìdi democratici che devono poter agire con piena autonomia.
Stiamo attraversando una fase in cui il governo sembra considerare ogni controllo, ogni istituzione indipendente, come un ostacolo da attaccare. È una deriva pericolosa, che mina la credibilità dell’Italia e la qualità della nostra democrazia.» Così Stefano Graziano, capogruppo del partito Democratico in commissione difesa alla Camera.