Votando contro l'emendamento che prevedeva di mantenere la sospensione della pena per le donne incinta e le detenute madri Forza Italia ha barattato l'interesse superiore dei minori, previsto dal diritto internazionale, con la tenuta del governo". Lo ha detto la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase intervenendo stamattina durante l'esame degli emendamenti al ddl Sicurezza.
"In tre anni - ha aggiunto rivolta ai deputati di Forza Italia - siete passati dal votare a favore alla legge Siani, che prevedeva di sospendere la pena alle donne incinta e alle madri di bambini fino a tre anni, fino al voto di oggi. Cosa è cambiato? Temiamo che siano intervenuti i ricatti dei vostri alleati di Governo, ed è preoccupante per il futuro" ha evidenziato la deputata Pd."L'emendamento del relatore che proponete è irrilevante semplicemente perché esiste già una legge, approvata dal Partito Democratico, per il monitoraggio delle misure detentive" ha sottolineato la deputata Di Biase.
"Rendetevi conto, avete fatto peggio del ventennio fascista, anche il codice Rocco prevedeva la sospensione della pena per le donne incinta e per le madri di bambini al di sotto dei sei mesi di età" ha concluso Di Biase.
"Il ritiro dell'emendamento di Forza Italia, successivo alla presentazione di un emendamento ridicolo dei relatori, conferma il cedimento del partito guidato da Tajani, che, dopo una serie di dichiarazioni pompose durante l'estate, ha sacrificato i propri valori sull'altare della tenuta della maggioranza". È quanto afferma Federico Gianassi, capogruppo democratico nella commissione giustizia della Camera, criticando duramente la linea assunta da Forza Italia sulla norma sulle detenute madri contenute nel ddl sicurezza.
"Siamo davanti a un evidente passo indietro di Forza Italia – prosegue Gianassi – attendiamo adesso di vedere come si comporteranno nel voto di domani. Quella sarà l’occasione per capire chi si oppone realmente a una norma crudele che condanna bambine e bambini al carcere e chi, al contrario, sta sfruttando questo delicato argomento per portare avanti speculazioni politiche".
C’è una svolta a destra nel paese e passa per il decreto sicurezza. Si vuole reprimere ogni espressione di dissenso e si aggravano le pene per tutte le manifestazioni di critica. Norme gravissime che colpiscono i valori sostenuti e tutelati dalla Costituzione. Forza Italia, che aveva espresso un minimo disaccordo liberale, si è rimessa in riga e lascia bambini di meno di un anno in carcere con le madri. È in gioco la libertà delle persone, una deriva pericolosa e inaccettabile.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Una norma crudele che ribalta i principi del nostro ordinamento giudiziario. Governo e maggioranza criminalizzano l’infanzia” così la Responsabile giustizia del Pd, la deputata Debora Serracchiani interviene sull’articolo del ddl sicurezza sulle detenute madri dopo la presentazione di un nuovo emendamento da parte dei relatori. “Con queste norme - aggiunge - viene criminalizzata l’infanzia e le bambine e i bambini dovranno espirare le pene delle loro madri. Per tutta l’estate, Tajani ha detto che, per rispondere allo spirito del fondatore di Forza Italia, il partito si sarebbe impegnato per norme di civiltà come lo ius scholae e l’abolizione del carcere per i bambini. Parole vuote: per Forza Italia la civiltà finisce sulla porta di Palazzo Chigi”.
“L’emendamento presentato dai relatori al ddl sicurezza sulle detenute madri è pura fuffa che può servire, forse, a cercare di lavarsi la coscienza ma non elimina lo scandalo di una norma crudele che mette in discussioni le basi del nostro diritto e mina un principio sacrosanto per cui le bambine e i bambini non devono stare nelle carceri”. Così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della camera, Simona Bonafè commenta la presentazione di un nuovo emendamento dei relatori che ha sostituito quello di Forza Italia e che prevede che il governo ogni anno dovrà relazionare al parlamento sullo stato di attuazione delle nuove norme contenute nel ddl sicurezza. “Tajani e molti esponenti di Forza Italia hanno dichiarato a più riprese per tutta l’estate la contrarietà alle norme sulle detenute madri. Prendiamo atto che erano solo parole vuote. È da ieri che il parlamento è bloccato su questo tema, ma dopo ore di riunione la montagna ha partorito il topolino”.
“Un'immagine conta più di mille parole e l'immagine della prima vittoria della nostra nazionale di pallavolo femminile alle Olimpiadi, accompagnata a tanti altri podi e gare olimpiche e paraolimpiche è la rappresentazione di un'Italia migliore, aperta dove non ci sono differenze. Questa Italia è anche in ogni settore giovanile sportivo e nelle scuole dove ragazzi e ragazze hanno colore della pelle, religione, provenienza geografica differenti. Perché questi ragazzi che vivono e studiano in Italia non sono italiani?”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Berruto intervenendo in Aula di Montecitorio sul ddl Sicurezza
“Il Pd – continua Berruto - propone un emendamento al ddl Sicurezza proprio sullo ius scholae: il completamento di un ciclo scolastico di 5 anni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Lo ius scholae è una promessa di speranza, una risposta ai ragazzi al loro desiderio di appartenere, la possibilità di essere riconosciuti per quello che i realtà già sono: italiani nella mente, nel cuore e nella cultura”. “La maggioranza voti questo emendamento pensando di spiegare questo voto ai propri figli e nipoti con coerenza”, conclude Berruto.
“È fondamentale conoscere se e quando il governo fornirà i pareri di sua competenza sul ddl Sicurezza. Se passa l'idea che l'Aula lavora come le Commissioni parlamentari, con un iter spesso caotico, si corrono molti rischi di scrivere incongruenze e senza senso nella stesura delle leggi. Come volete proseguire i lavori? É necessario avere almeno una vostra risposta prima di continuare l'iter legislativo. Non c'è nulla di strumentale o ostruzionistico ma è una ragione di buon senso”. Lo dichiara il deputato dem Federico Fornaro, delegato d'Aula del Pd, in apertura dei lavori di Montecitorio sul ddl Sicurezza.
Da governo norme liberticide che violentano codice penale
“Il governo non è in grado di dare pareri agli emendamenti perché non ha ancora sciolto i tanti nodi politici che riguardano numerose norme contenute nel ddl sicurezza. Su molti temi la maggioranza è profondamente spaccata, a partire dalle norme sulle detenute madri” così in aula alla camera la capogruppo democratica, Chiara Braga ha stigmatizzato l’assenza dei pareri della commissioni bilancio su numerosi aspetti del ddl che la capogruppo dem definisce “pessimo, perché introduce norme liberticide che colpiscono le libertà individuali e collettive e attaccano il dissenso violentando il codice penale”.
Governo violenta codice penale per coprire propri fallimenti
“Il ddl sicurezza colpisce le libertà individuali e collettive, attacca il dissenso ed è finalizzato ad ottenere una pubblica opinione e una cittadinanza addomesticata. È, per questo, un provvedimento che costruisce e delinea una deriva assolutamente pericolosa e inaccettabile. Anche perchè non garantisce affatto un accrescimento in materia di sicurezza pubblica nelle nostre città. Con numerosi interventi sul codice penale, si introducono nuovi reati, si prevedono nuove aggravanti e si innalzano le pene, ma non è una strada nuova: è quella che questo Governo ha imboccato già dal momento del proprio insediamento”. Così il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, ha illustrato in aula la questione pregiudiziale di costituzionalità al ddl sicurezza presentata dal gruppo democratico.
“A due anni di distanza dall'insediamento del Governo Meloni, la verità sotto gli occhi di tutti: la maggioranza cerca di coprire i propri fallimenti violentando e stravolgendo il codice penale, introducendo norme contraddittorie, demagogiche, talvolta inutili e, in altri casi, dannose. Nessun investimento aggiuntivo per aumentare la pianta organica delle Forze dell'ordine, nessun investimento per i comuni italiani, che sono il primo presidio per la diffusione della legalità e del decoro nelle nostre città, nessun investimento in azioni di rigenerazione urbana, nella cultura e nell'educazione”
“Quello sulla sicurezza è un ddl tutto incentrato sull'ideologia securitaria e repressiva. Il pacchetto di norme rischia di smantellare la funzione rieducativa e di mettere in crisi alcuni baluardi della civiltà giuridica e del diritto internazionale. Siete garantisti con i più forti e repressivi con i più fragili. Dispensate paura e costringete il Parlamento ad una campagna elettorale perenne senza risolvere i problemi”. Lo dichiara la deputata dem Michela Di Biase intervenendo a Montecitorio sul ddl sicurezza in discussione generale.
“Con la norma sulle detenute madri - continua Di Biase - arrivate a superare la stato di diritto liberale: l'abolizione della sospensione della pena per le donne con figli minori di un anno è inaccettabile perché viola l'interesse superiore del bambino così come riconosciuto dalla Convenzione Onu”. “È una norma che nasce per punire un'etnia. Non è il carcere il luogo dove far nascere e crescere un bambino. I minori non hanno colpe e non possono rispondere delle colpe delle loro madri” conclude Di Biase.
Meloni renda pubblici ordini di servizio
"La Presidente del Consiglio dimostra di non fidarsi della polizia italiana. Ne è prova l'allontanamento degli agenti di polizia dal piano in cui si trovano gli uffici della Presidente del Consiglio. Questo è un fatto di estrema gravità, considerando che quegli agenti hanno sempre avuto il compito di garantire l'incolumità di chi ricopre temporaneamente questa carica istituzionale. Tentare di sminuire quanto accaduto è inutile e infantile, soprattutto cercando di giustificare la decisione derubricandola all’accompagnamento negli ascensori. Noi abbiamo la certezza assoluta di quanto avvenuto ma, viste le dichiarazioni di Meloni e del suo staff, chiediamo alla Presidente del consiglio di rendere pubblici gli ordini di servizio relativi a questi ultimi giorni. Chiaramente quelli veri” così Matteo Mauri, Deputato e responsabile sicurezza del Partito Democratico, ex Viceministro dell’Interno con delega alla Polizia.
“Questa situazione - aggiunge Mauri -
è la cartina di tornasole che quando il governo parla di sicurezza lo fa solo propaganda come è evidente dal ddl
attualmente in discussione alla Camera. Piuttosto che garantire risorse per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli agenti delle forze dell'ordine, il governo si limita a inventare nuovi reati e ad aumentare le pene, senza investire un euro nel miglioramento reale della sicurezza".
“Nel rispetto delle leggi, il dissenso è un diritto fondamentale in uno Paese democratico. Quello che con questo ddl il governo propone è la repressione del dissenso non violento, ponendosi fuori dalla cornice di una democrazia liberale con norme liberticide”. Lo dichiara il deputato dem Federico Formaro intervenendo a Montecitorio sul ddl sicurezza durante la discussione generale.
“È un provvedimento – continua il parlamentare - impregnato anche di scelte ideologiche e propagandistiche come sulle norme dei bambini da crescere in carcere e sulla filiera agroalimentare della canapa. Un ddl espressione di una cultura illiberale e di un panpenalismo emozionale che disconosce la storia perché è noto che l'aumento di pena non ha mai risolto nulla e, anzi, contribuisce a rendere sempre più ingestibile la situazione dei penitenziari”. “La sicurezza è un bene comune, fermatevi. Fermate finché siete in tempo questa deriva verso una democrazia illiberale” ha concluso Fornaro.
"Un provvedimento pessimo. Comprime la libertà personale, restringe gli spazi di manifestazione, istituisce nuovi reati e aumenta ulteriormente le pene. Questo approccio, questo uso ideologico del diritto penale, questo panpenalismo emozionale è non solo sbagliato, perché non risolve i problemi e i dati lo certificano; ma è anche molto pericoloso. Mette in moto una spirale in base alla quale tutte le volte si aumentano le pene, o si prevedono nuovi reati. In questo modo si rischia di arrivare a prevedere il carcere per tutti e per tutto". Lo ha detto intervenendo in Aula Simona Bonafè, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
"Non ci sono azioni di prevenzione in questo ddl sicurezza - ha aggiunto Bonafè -. Non è questione di buonismo del Pd, ma siamo realisti. Disagi sociali e psicologici e cultura vanno considerati quando si parla di sicurezza. Servono interventi di riqualificazione urbana per garantire la sicurezza urbana. Ma il vero limite di questo provvedimento è che non sono previste risorse, è un provvedimento a risorse zero. E' un provvedimento pericoloso e liberticida".
“Parlate tanto e siete tanto preoccupati delle forze dell'ordine e poi apprendiamo dalla stampa che addirittura la Presidente del Consiglio Meloni le considera degli 'spioni' e allontana la Polizia a sicurezza del suo ufficio a Palazzo Chigi perché non si fida. Non è proprio il massimo sentire che Meloni pensi questo delle forze dell'ordine e forse le andrebbe spiegato meglio il ruolo che con orgoglio e responsabilità svolge la Polizia”. Lo ha detto la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd, intervenendo a Montecitorio sul ddl sicurezza durante la discussione generale.
“In realtà con questo ddl c'è la scientifica volontà di eliminare ogni forma di dissenso e non si fa nulla per risolvere i problemi. Ad ascoltare la maggioranza sembra che viviamo in un Paese fuori controllo ma, se così fosse, si dimenticano che sono al governo da due anni e quindi qualche responsabilità è anche loro” conclude Serracchiani.
A rischio filiere eccellenza Made in Italy e 10mila posti di lavoro
“Sulla cannabis light Salvini ordina e Lollobrigida obbedisce infischiandosene di una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, sbattendo altresì la porta in faccia alle organizzazioni agricole e alle imprese di settore che in questi anni, con successo, hanno investito ingenti risorse per arrivare ad un fatturato annuo di 500 milioni per oltre 10mila posti di lavoro. Il furore ideologico della destra porterà oggi alla Camera con il Ddl Sicurezza, al divieto di coltivazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze della canapa industriale e dei suoi derivati che ha consentito la nascita di tante piccole imprese a conduzione giovanile, e che ha permesso di utilizzare proficuamente il prodotto, principalmente, in cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile. Ora il governo e la destra intendono azzerare tutto e gli unici a non lamentarsi saranno mafie e criminalità organizzata pronte ad accaparrarsi lo spazio fino ad oggi gestito in piena trasparenza e legalità. Un vero e proprio capolavoro che si intesta la presidente Meloni, i suoi ministri e la destra italiana”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.