“Nel ddl sicurezza norma per farlo pagare con prelievo dal lavoro dei detenuti”
“È aberrante la proposta contenuta nel ddl sicurezza, presentato dal governo, secondo cui i fondi negati in legge di bilancio per il fondo per le vittime dell’usura e delle vittime di mafia dovrebbero essere trovati con un prelievo forzato del 5 per cento sugli stipendi dei detenuti che lavorano dentro e fuori dal carcere. In pratica il governo si disimpegna in modo vergognoso sul finanziamento di un fondo che ha un valore sociale ed etico lasciando che sia finanziato dal lavoro dei detenuti”. Lo dichiarano la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani e il capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi.
“Si cerca di affrontare un tema molto importante, ancora una volta – aggiungono - , penalizzando gli ultimi e negando uno dei principi fondanti della nostra Costituzione e cioè che la pena ha principalmente il fine rieducativo e del reinserimento sociale. Auspichiamo che il Ministro Nordio finanzi adeguatamente il fondo delle vittime, senza ricorrere però a questa previsione, peraltro contraria a quanto egli stesso affermato sin qui”.
Dichiarazione di Antonella Forattini, deputata Pd e componente la commissione Agricoltura della Camera
“Il provvedimento sulla cosiddetta carne coltivata è l’ennesima, pomposa bandierina da sventolare per distrarre gli elettori a cui è stato promesso cose che non stavano in piedi prima e continuano a non stare in piedi oggi. Un provvedimento che nasceva già falsato nella sua terminologia e infatti, anche grazie al lavoro del Pd , oggi parliamo di carne coltivata e non di carne sintetica.” Così Antonella Forattini, deputata del Pd e componente la commissione Agricoltura nel motivare il voto di astensione del suo gruppo al Ddl sulla carne coltivata. “E’ bene infatti specificare e chiarire – ha aggiunto Forattini- che in Europa la carne coltivata, come tutti i novel food, è soggetta a una valutazione del rischio di condotta dall’Agenzia per la sicurezza alimentare (l’EFSA). Tale Agenzia dà il proprio nulla osta solo se e quando accerta che il profilo nutrizionale e quello di rischio sono analoghi rispetto ai prodotti che vanno ad affiancare. In caso sia riconosciuto, la Commissione può autorizzarne sia il commercio che il consumo.” Rivolgendosi poi al governo e alla maggioranza, l’esponente Pd ha dichiarato: “sapete benissimo che questo provvedimento verrà bocciato dall’Unione Europea. Ma prima che ciò avvenga ci vorrà del tempo, e allora meglio passare all’incasso con un po’ di fumo negli occhi agli italiani. Ecco perché, per noi, si tratta solo di populismo legislativo. Pur convinti della sua inconsistenza, siamo altrettanto consapevoli che il percorso di innovazione che la scienza ha avviato deve essere calato opportunamente nella nostra società, deve tener conto delle esigenze e anche delle preoccupazioni di chi, tutti i giorni, porta avanti le produzioni del nostro made in Italy. E siccome non è pensabile di fermare i progressi della scienza, - ha concluso Forattini- superato questo provvedimento faccio un appello affinché si inizi da subito, con serietà e responsabilità, a costruire le condizioni perché l’Italia possa farsi trovare pronta di fronte ai progressi che la scienza può fare in questi settori e in questa materia. E lo faccia insieme a quelle filiere e a quei soggetti che subiranno in prima persona gli effetti del progresso scientifico.”
“Finalmente, dopo quasi 13 mesi dalla sua presentazione, siamo riusciti ad inaugurare alla Camera l’iter della discussione della proposta di legge sulla gestione della Laguna di Orbetello. La finalità di questo atto è dare vita ad una nuova forma di gestione ordinaria che sia capace di realizzare opere di prevenzione e manutenzione e intervenire con tempestività ed efficacia per far fronte ad eventi emergenziali. Attraverso il consorzio infatti lo Stato, con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, potrà garantire direttamente risorse economiche, strutturali e logistiche, fino ad oggi insufficienti per proteggere e valorizzare un ecosistema fragile e prezioso come quello della Laguna. L’obiettivo è ora quello di approvare un testo di legge condiviso ed efficace prima possibile: confido nel senso di responsabilità dei colleghi di maggioranza”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani, sulla Pdl che ha depositato lo scorso ottobre.
“I tragici fatti di Caivano hanno scosso le coscienze del Paese intero. La violenza perpetrata da un gruppo di ragazzi, la gran parte minori, ai danni di due bambine di 10 e 12 anni ci ha lasciati sgomenti, senza parole. Dobbiamo però constatare, con amarezza, che avete reagito costruendo un decreto sbilanciato, che richiama alla sicurezza, al carcere e alla repressione, omettendo colpevolmente di formulare una proposta in termini di riabilitazione e reinserimento sociale. Soprattutto, lo avete fatto replicando ancora una volta lo schema che già abbiamo visto troppe volte in questo primo anno di legislatura: questo è il 46esimo decreto legge approvato. Soffocate il confronto parlamentare, utilizzate impropriamente lo strumento della decretazione d’urgenza. Avete messo a segno il peggiore record nella storia della nostra Repubblica. L’annullamento del confronto democratico!”.
Lo ha detto la deputata democratica delle commissioni Giustizia e Infanzia e adolescenza, Michela Di Biase, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Dl Caivano.
“Questa legge - ha aggiunto - contrariamente a quanto recita nel titolo, si occupa solo della criminalità giovanile, senza tenere in considerazione ciò che serve sul fronte della povertà educativa e sul disagio dei più giovani. Aumentate la possibilità per i minori di custodia cautelare in carcere. Estendete la misura dell’ammonimento anche ai minori di 14 anni. Con i vostri emendamenti avete addirittura peggiorato il testo, riducendo il perimetro di applicazione dello strumento più efficace per recuperare i minori, ossia la messa alla prova. Avete invece colpevolmente bocciato tutti i nostri: risorse per la rigenerazione urbana delle periferie; investimenti sullo sport e sul servizio di assistenza psicologica nelle scuole; per colmare fenomeni di vulnerabilità sociale e ridurre l’abbandono scolastico. Volevamo si cambiasse paradigma, che oltre alla repressione ci si occupasse anche della cura. E’ da un anno - ha concluso - che per inseguire la logica della comunicazione rispondete con provvedimenti spot alle emergenze. Decreto Ong, decreto Rave, Cutro ed oggi Caivano la dicono lunga: in ognuna di queste leggi, per dirla con le parole del costituzionalista Staiano, alcuni capisaldi della civiltà giuridica in campo penale, presenti in Costituzione, sono stati spinti fuori dall’orizzonte”.
“E’ un provvedimento nato per dare fiato alla propaganda piuttosto che per intervenire su un tema complesso che avrebbe richiesto equilibrio, responsabilità e assonanza con le indicazioni dell’Unione Europea. Una legge che si discosta anche dalle motivazioni che hanno spinto molte organizzazioni, da quelle agricole a quelle dei consumatori, dalle Acli a Slow Food, da Fedeperparchi a Kyoto Club, alla Cna tanto per citarne alcune, a sottoscrivere un manifesto in favore della cultura del cibo di qualità e contro il cibo artificiale e di laboratorio. In quel manifesto non si chiedeva di alzare una bandiera ideologica, ma di sostenere le aziende agricole che intendono restare fedeli ad un’idea di rispetto e rigenerazione delle risorse naturali. Con questo obiettivo, ci dicono quelle organizzazioni, dobbiamo accompagnare le aziende attente alla propria impronta ecologica, affinché sia garantito il diritto ad un cibo di qualità per tutti e perché siano protagoniste di un percorso verso una produzione sempre più sostenibile e una contestuale riduzione dei consumi della carne sempre nel segno di quella salute che la recente pandemia ha dimostrato non essere più rimandabile. Non dunque una crociata, ma un’alleanza con la natura per qualificare la transizione ecologica e costruire un nuovo modello di sviluppo improntato a qualità, sostenibilità e giustizia sociale. Temi urticanti per la destra che continua a tergiversare di fronte ai mutamenti climatici con un atteggiamento negazionista e si riempie la bocca di parole roboanti senza conseguenze negli atti normativi. Parlano di Made in italy e poi si girano dall'altra parte quando chiediamo di intervenire strutturalmente sulle criticità del comparto agricolo”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, intervenendo in Aula nella discussione generale sul Ddl Alimenti coltivati.
“Per tutti gli auditi in Commissione - ha aggiunto - occorreva dare concretezza normativa alla transizione proteica riducendo il consumo di carne. Intervenire sugli allevamenti intensivi per rafforzare lo stato brado e semibrado, perché questa possibilità consente di avere carni di qualità e sostenibili. Così si può rispondere positivamente a chi vorrebbe promuovere la carne coltivata puntando sulla grande industria. Per evitare il conflitto tra allevamenti intensivi e produzioni in laboratorio, di cui ancora non si conosce qualità, salubrità e sostenibilità, occorreva puntare alla modifica del modello di produzione attuale o quantomeno avviare un processo per una soluzione di maggiore equilibrio. Non lo avete voluto fare perché c'era la famosa bandierina da alzare e state per approvare una legge che avete nascosto all'Unione Europa perché conoscete benissimo le forzature ideologiche che avete imposto. A cominciare dall'inosservanza del principio di precauzione. Avevamo proposto di istituire presso i ministeri della Salute e dell’Agricoltura un tavolo tecnico scientifico, composto da ricercatori e tecnici dei vari settori, delle associazioni di categoria e del terzo settore, per tutelare gli interessi del Paese e degli agricoltori italiani. In Commissione abbiamo presentato emendamenti volti a rispettare le autorità europee, a partire dall’Efsa, che svolgono già un lavoro attento sulla sicurezza alimentare. Il rischio infatti è quello di favorire, anche in questo settore, l’importazione e dunque sfavorire il tanto decantato Made in Italy, anche e solo nella ricerca e nello studio su cui da sempre siamo avanguardia. Insomma - ha concluso - abbiamo provato in ogni modo a evitare al governo la figuraccia che sta per fare agli occhi del mondo. Ma il ministro Lollobrigida ha preferito solo mettere una medaglia di cartone ai nostri cuochi per scimmiottare ben altri premi e riconoscimenti. Si è persa l’ennesima occasione”.
"Tra le poche cose che ci sono in questo decreto ce n'è una che testimonia tutta la furia ideologica di una destra che, quando è in difficoltà sul piano economico e sociale, fa due cose: mettere in campo le riforme istituzionali, con la scusa del “non riusciamo a fare le cose, abbiamo bisogno di più poteri” e su questo noi vi fermeremo, o scagliarsi contro le persone che fuggono da guerre e povertà, additandole come il problema. Nessuno ci ha ancora spiegato cosa c'entrano con un decreto, che dovrebbe occuparsi dei problemi del Mezzogiorno, due articoli in cui si aumenta la possibilità di trattenere un migrante in un CPR fino a 18 mesi e in cui si qualificano questi siti quali strutture per la difesa e la sicurezza nazionale. Ma cosa c'entra questa cosa con il Sud? Ma dove lo avete scritto questo decreto, a Pontida?". Lo ha detto il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino in dichiarazione di voto alla Camera sul Dl Sud.
"La prova più evidente dello spirito antimeridionale del Governo è rappresentata dall'autonomia differenziata - ha aggiunto l'esponente dem - un disegno che spaccherà il Paese, che tradisce il Sud, che ha visto critiche da tutti, non solo dalle opposizioni, ma dalla Banca d'Italia, dalla Commissione europea, dalla Conferenza episcopale, dalle imprese, dai sindacati; eppure, fate finta di non sentire. Ma che fine hanno fatto i patrioti? Qui si sta mettendo in discussione l'unità e la tenuta del Paese. Certe volte mi capita di dire ad amici e regioni del Nord, che mostrano più difficoltà a riconoscere il Mezzogiorno, che questo patrimonio è anche vostro, è il patrimonio dell'Italia unita e dovreste essere orgogliosi anche voi, perché senza il Mezzogiorno non ci sarebbe stata l'Italia, e non ci sarebbe stata l'Italia senza il Mezzogiorno: sono parole del Presidente Giorgio Napolitano; lui che, assieme a tanti altri, aveva capito che la questione meridionale è, innanzitutto, una questione nazionale, che con gli egoismi non si va da nessuna parte, che le diseguaglianze sono un freno alla competitività di tutto il Paese, anche del Nord. Quando parliamo del Sud credo ve ne sia una che supera le altre: le migliaia di ragazze e ragazzi che vanno via dal nostro Paese non perché vogliono farlo ma perché costretti, perché non hanno un'alternativa. Così come quelle ragazze e quei ragazzi che, invece, hanno deciso di restare, di lottare, che sognano di costruire il proprio futuro nel luogo in cui sono nati, che vedono nello sviluppo del Sud una speranza di cambiamento delle proprie prospettive, una grande opportunità. Ecco, quando noi difendiamo il Sud - ha concluso Sarracino - il Partito Democratico lo fa principalmente per loro ed anche per questo votiamo contro questo provvedimento".
Dichiarazione di Sara Ferrari, dell’ufficio di presidenza gruppo Pd Camera
“Siamo soddisfatti di aver contribuito a migliorare il testo del governo con le raccomandazioni della commissione femminicidio: dalla formazione obbligatoria dei diversi professionisti che prendono in carico le donne e del personale della giustizia alle misure cautelari più’ gravi se il braccialetto non funziona. Abbiamo inoltre evitato che la violenza sessuale fosse trattata con il semplice ammonimento. Ci aspettiamo ora la stessa collaborazione da parte del governo per la prevenzione primaria, quella scolastica rinviata a successiva norma e perché nel bilancio si trovino i finanziamenti che qui non ci sono. La sicurezza delle donne lo merita.”
“Con i nostri emendamenti abbiamo provato a migliorare un decreto che anziché parlare di coesione e sviluppo, crea solo una grande illusione. L’illusione nei confronti delle imprese che vorranno usufruire dei vantaggi che offrono le Zes, ma che al momento, non hanno alcuna copertura economica. Per non parlare delle tante piccole e medie imprese che verranno tagliate fuori da una norma insensata che prevede una soglia minima di investimento pari a 200mila euro. Avevamo chiesto inoltre di avere nuove assunzioni per la nostra pubblica amministrazione, così come la stabilizzazione degli attuali lavoratori precari che hanno acquisito importanti conoscenze. Ma questo decreto, oltre a non affrontare nessuna delle importanti questioni che riguardano il Sud continente anche due articoli che il Pd ritiene assolutamente inaccettabili. Due articoli in materia di immigrazione che non solo aumentano fino a diciotto mesi la possibilità di trattenere in un Cpr chi fugge da guerra e povertà, ma che definisce addirittura tali strutture quali siti per la difesa e la sicurezza nazionale. Per queste ed altre ragioni ci siamo opposti e continueremo ad opporci ad un provvedimento che è contro il Mezzogiorno, mentre dovrebbe rappresentare una grande occasione di sviluppo e crescita del nostro Paese. Ma da un governo che sostiene un progetto come quello dell’autonomia differenziata, c’era da aspettarselo”.
Lo scrivono in una nota i componenti della commissione Bilancio della Camera.
“Accogliendo il nostro emendamento è stato fatto un importante passo avanti contro la violenza di genere, un fenomeno non emergenziale ma strutturale, profondamente radicato nella nostra società e che per essere contrastato ha bisogno di interventi multiformi. Per questo abbiamo apportato il nostro contributo correggendo e modificando il testo del governo per garantire alle donne maggiore tutela e sicurezza. Con questo emendamento abbiamo chiesto che venisse escluso dall’applicazione dell’ammonimento un reato grave come la violenza sessuale. Un passo importante che accoglie una richiesta arrivata da chi ogni giorno sul territorio si occupa di sostenere e supportare le donne vittime di violenza. La violenza sessuale è uno fra i reati più gravi contro le donne e quindi pensiamo che siano reati che debbano essere ascritti da subito alla sfera penale escludendo un semplice ammonimento che li derubrica e magari pregiudica anche la tutela delle donne. Con questo emendamento e con altri correttivi che abbiamo contribuito ad inserire nel testo, a partire dalla formazione degli operatori, ne esce un testo, ancora incompleto, ma migliorato per quanto riguarda la tutela delle donne". Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo Pd, durante l’esame del ddl per il contrasto della violenza sulle donne.
“E’ un dovere costituzionale e per il Legislatore un impegno intrinseco alle sue funzioni quello di promuovere attività lavorative e regolamentare – nel perimetro di riferimento – nuove figure a tutela del mercato, delle imprese e dei lavoratori.
Così vorrei che fosse per il recepimento, in Italia, di quella figura che già gli standard certificativi individuano sotto il nome di HSE (Health, Safety and Environment) manager, autoregolamentata con la UNI 11720:2018.
Il Manager HSE è quella figura professionale in grado di intercettare la domanda di quelle organizzazioni che vedono sempre più l’integrazione tra i temi della sicurezza sui luoghi di lavoro, della salute e dell’ambiente come la modalità più efficiente ed efficace per perseguire la conformità legislativa e le strategie aziendali, in una prospettiva di miglioramento continuo.
Dunque, una nuova professionalità all’interno del mondo aziendale deputata alla gestione complessiva e integrata dei processi e sotto processi in ambito sicurezza, privacy, salute e prevenzione del rischio.
Secondo la norma UNI 11720, il Manager HSE ha due “anime”: supporta l’organizzazione nella gestione operativa e nell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi per i lavoratori, per l’ambiente e per il patrimonio aziendale, coerentemente con la legislazione vigente; definisce la strategia aziendale e imprenditoriale, analizzando anticipatamente i rischi per i lavoratori e per l’ambiente derivanti da scelte decisionali alternative.
Da qui un DDL scritto col supporto giuridico di Alessandro Parrotta ed ingegneristico di Rossella Parrotta per presentare un progetto legislativo completo, fattibile e fruibile per le imprese, facendo diventare la figura HSE volano per la crescita aziendale”. Lo ha detto il deputato del Pd, Nicola Carè, aprendo la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge a sua prima firma sul ruolo del manager Hse.
“Condividiamo e sosteniamo l'iniziativa delle più importati Associazioni italiane a internazionali contro il Dl Immigrazione e Sicurezza. È assolutamente fondata la loro preoccupazione ed è sacrosanto l'appello che hanno lanciato contro le ultime norme volute dal governo con il Dl 133, che mettono a rischio i diritti dei minori stranieri migranti. È un grave errore pensare di introdurre procedure che rischiano di far espellere minorenni, che devono essere tutelati più di chiunque altro e che sono protetti dal diritto internazionale. Così come è un errore mettere giovani ragazze e ragazze stranieri non accompagnati negli stessi centri di accoglienza con gli adulti costringendoli a una condizione di promiscuità pericolosa, inaccettabile e da sempre vietata. La scelta di derogare al numero massimo di persone nei centri di accoglienza è la dimostrazione dell'associazione incapacità del governo di affrontare questa fase in modo adeguato. Non solo condividiamo l'iniziativa autorevole del mondo dell'associazionismo contro il Decreto appena incardinato alla Camera, ma come Partito Democratico faremo di tutto in Commissione e in Aula per impedire che anche questo scempio venga realizzato”.
Così il deputato democratico della commissione Affari costituzionali ed ex vice ministro dell’Interno, Matteo Mauri.
“‘nessuna scuola è un’isola’, qualunque cosa avvenga nella scuola e nella comunità scolastica, ci riguarda direttamente e chiama in causa la nostra responsabilità. Nel bene e nel male. E lo dico proprio con riferimento agli episodi di violenza che si verificano o si sono verificati all’interno della scuola. Dobbiamo provare a dare soluzioni a fenomeni che esprimono un profondo e forte disagio che tocca tutta la comunità scolastica. Perché è il benessere complessivo di quella comunità che dobbiamo avere a cuore e sui cui dobbiamo investire”. Lo ha detto in Aula alla Camera, la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, che ha svolto la dichiarazione di voto finale sulla pdl sicurezza del personale scolastico, annunciando il voto di astensione del Gruppo del Partito Democratico.
“Con una consapevolezza – ha aggiunto l’esponente Pd - però. Che, ancor più a scuola, l’esclusiva cultura della sanzione e della punizione, molto cara all’attuale governo, non produrrà risultati, se non inserita in un contesto preventivo e di recupero. La punizione da sole non servono. E’ necessaria una visone di sistema che promuova un’azione educativa necessaria ed importante sul disvalore che azioni come queste esprimono. Favorendo una reale consapevolezza degli studenti che da sola la sanzione non può assicurare”.
“E’ prevista – ha concluso Manzi - la creazione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico. Un nuovo organismo con obiettivi ambiziosi ma con una ‘clausola di invarianza finanziaria’ che ci fa sospettare che siano le risorse per la prevenzione e il contrasto a tali fenomeni a mancare. Serve creare presidi di comunità, ambienti scolastici ed educativi capaci di comunicare con le famiglie, in cui favorire realmente il dialogo e la consapevolezza tra tutti i componenti della Comunità scolastica, docenti, studenti, famiglie. Serve investire nella comunità educante, nelle retribuzioni dei docenti, in ambienti di apprendimento accoglienti e moderni. Perché da sola la sanzione senza un intervento strutturale a sostegno complessivo rischia, purtroppo, di essere un’occasione persa”.
“Cesare Terranova fu tra i primi ad intuire la potenza criminale e violenta della mafia, in cui si stava manifestando la scalata dei corleonesi capeggiati da Riina e Provenzano. Lo ricordiamo oggi, nel 44esimo anniversario del barbaro omicidio per mano mafioso, in cui morì anche il suo fidato collaboratore, il maresciallo di pubblica sicurezza, Lenin Mancuso”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia e componente dell’ufficio di presidenza della commissione nazionale Antimafia, Anthony Barbagallo.
“Terranova fornì – prosegue - un grande contributo di conoscenza del fenomeno mafioso in un’epoca in cui era praticamente impossibile anche solo pronunciare la parola mafia. Lo fece sia da magistrato sia, dl 1972 al ‘79, in qualità di componente della commissione nazionale antimafia, firmando insieme a Pio La Torre la relazione critica di minoranza in cui venivano evidenziati i rapporti tra mafia, politica e imprenditoria. Ricordarlo oggi - conclude – è particolarmente significativo: facciamo memoria su un simbolo integerrimo dello Stato proprio nel giorno in cui l’ultimo simbolo dell’ala stragista di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, è morto”.
Investire in più cultura, più scuola, più assistenti sociali
“La politica deve dare un segnale forte sia dal punto di vista della sicurezza ma anche della cultura, quindi investire in educazione ed istruzione in maniera forte come per esempio nel caso di Caivano.
Attenzione ad immaginare che basti solo la repressione perché sarebbe un errore molto grave da parte del Governo. C’è bisogno di fare investimenti tanto la sicurezza quanto sull’istruzione. Molti più assistenti sociali molti più insegnanti insieme controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Dobbiamo cambiare questo territorio e dare la possibilità alle nuove generazioni di farlo in modo che non succedano più fatti gravi come quello di Caivano”. Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo PD in commissione difesa di Montecitorio ai microfoni di Radio Rai Uno.
“Così com’è il Dl Caivano è ancora troppo fumoso e demagogico; c’è bisogno di investire in tanti settori importanti e non solo la sicurezza. Quindi cultura, sociale, combattere il degrado. Solo così si migliorerà il territorio”, ha aggiunto Graziano.