“Da governo e maggioranza nessuna politica di incentivi per riqualificare e mettere in sicurezza gli edifici anche in vista della Direttiva europea Casa Green”. Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera, sul suo ordine del giorno al decreto sul Superbonus respinto dall’Aula di Montecitorio.
“Anche sull’efficienza energetica degli immobili il governo Meloni decide di non decidere: i problemi non si risolvono da soli. Il Partito Democratico in sede comunitaria, mentre la destra italiana faceva solo sterile opposizione, è riuscita a modificare la Direttiva inserendo un apposito fondo complementare per sostenere i cittadini a realizzare gli interventi edilizi. Occorrono ora politiche nazionali capaci di finalizzare queste possibili risorse; per questi motivi abbiamo chiesto una rimodulazione delle detrazioni basate su tre principi: creare incentivi in base alle classi di reddito; dare incentivi in base alla classe energetica della propria abitazione; e, con una scelta ideale, dare a tutti gli edifici pubblici, scuole, ospedali, caserme e, segnatamente, alle case popolari, la possibilità di efficientamento al 100 per cento. Purtroppo la nostra proposta è stata respinta”, conclude Marco Simiani.
Il decreto bollette approvato ieri in consiglio dei ministri prolunga alcuni interventi già messi in campo dal governo Draghi, come gli sconti sulle bollette del gas e il bonus energia per le famiglie con in redditi più bassi. È invece profondamente sbagliata la scelta del ritorno degli oneri di sistema sull'elettricità (senza peraltro accompagnarla con alcuna ipotesi di riforma degli stessi), che inciderà per circa il 22% in più su ogni bolletta elettrica. Risulta assolutamente iniqua e incomprensibile la scelta del governo di ridurre la tassazione sugli extra profitti per le aziende dell'energia che nei mesi scorsi hanno ottenuto utili miliardari.
Il governo, rispondendo oggi al question time in commissione Attività produttive della Camera ad una nostra interrogazione, ha perso l'occasione di chiarire i contenuti del decreto che rimangono ancora indefiniti, come la percentuale del credito d'imposta riconosciuto alle imprese. Era del 45% per le aziende energivore ma ad oggi rimane l'incertezza sulla effettiva consistenza dal 1 aprile, lasciando nell'insicurezza tante aziende che così non saranno in grado di mettere mano al ribasso dei listini, necessario per il calo dell'inflazione che dipende sostanzialmente dall'energia. È infine inaccettabile che il governo abbia inserito all'ultimo secondo, in un decreto urgente per ridurre i costi dell'energia, lo scudo penale per evasori, l'ennesimo condono che chiediamo alla Meloni di togliere subito dal provvedimento.
Così il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera Vinicio Peluffo.
"Le periferie, che comprendono aree della città più o meno densamente popolate, rappresentano sicuramente la situazione urbanistica e sociale più complessa e talvolta di maggiore criticità. Storicamente le periferie erano luoghi abitati da ceti bassi, ma negli ultimi anni abbiamo assistito allo sviluppo delle periferie con attività produttive, centri commerciali e industriali e grazie a politiche di urbanizzazione residenziale le periferie si sono sempre più popolate di residenti appartenenti al ceto medio.
Sicuramente sono delle realtà articolate e complesse, spesso caratterizzate da situazioni di degrado e criminalità e per questo è necessaria una riqualificazione di queste aree per migliorare la qualità di vita dei residenti offrendo loro servizi, un efficace controllo da parte delle Forze dell'ordine, scuole, aree verdi e palazzi condominiali. Inoltre è spesso rilevabile un degrado ambientale: discariche a cielo aperto, roghi di materiali e smaltimento illegale di rifiuti.
Per questi motivi all'inizio di questa legislatura ho ripresentato la proposta di legge per istituire una commissione parlamentare d'Inchiesta sulle periferie insieme al collega Morassut e con il sostegno del gruppo del Pd e questa volta registro, con grande soddisfazione, l’unità di intenti di tutto il Parlamento nella volontà di istituire tale commissione di inchiesta, seppure come Commissione Monocamerale.
Questa volta con il consenso di tutti i gruppi parlamentari potremo avviare un importante lavoro di riqualificazione delle periferie con rinnovi edilizi, interventi sociali e per la sicurezza dei cittadini". Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea De Maria, dichiarando in Aula il voto favorevole del Pd, alla proposta di legge che istituisce la commissione di Inchiesta per le periferie.
Una nuova legge che abbia l’obiettivo di superare la Bossi-Fini e permettere al nostro Paese di avere nuove norme in grado di dotarsi di un sistema di ingressi legali per motivi di lavoro e, a determinate condizioni, regolarizzare gli stranieri già presenti non è più rinviabile. Per questo come componenti della commissione Affari costituzionali del Partito democratico insieme alla segretaria Elly Schlein e alla capogruppo Debora Serracchiani abbiamo sottoscritto la proposta depositata dall’on. Riccardo Magi che ha ripresentato la legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero. All’esame della commissione di domani sarà esaminata anche la proposta della Lega che mira a reintrodurre i decreti sicurezza voluti da Salvini che consideriamo un pericoloso passo indietro dopo le modifiche introdotte nella scorsa legislatura.
Lo dichiara la vice capogruppo del Pd alla Camera Simona Bonafè
Chiediamo al governo un confronto su politiche industriali per il Paese, da costruire con forze sociali.
"Noi, signori del governo, chiediamo un confronto e magari anche un patto per le politiche industriali necessarie al paese, da costruire prima di tutto con le forze sociali. Un lavoro da fare con metodo e sostanza diametralmente opposti a quelli che connotano questo provvedimento. Avevate le risorse per far cambiare strada ad Ilva, o almeno per condizionare e correggere le disfunzioni più macroscopiche, anche mettendo in conto un cambio di governance. Le avete usate per pagare le bollette e così comprare un po’ di tempo. Ma il tempo non utilizzato per costruire strategie è tempo sprecato. Noi crediamo, come voi qualche mese fa, che questo sia il tempo di mettere in campo nuove politiche industriali e per questo diciamo no ad un provvedimento che suona come una capitolazione della politica, oltre che come una occasione sprecata". Lo ha detto il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando nella dichiarazione di voto sul Dl Ex Ilva alla Camera dei Deputati.
"In un contesto obiettivamente difficile, come notato diversi osservatori, Arcelor Mittal ha dato più volte l’impressione - ha aggiunto Orlando - di fare tutto ciò che poteva per peggiorare la situazione. La multinazionale franco indiana vuole e, forse, ha mai voluto davvero il rilancio di Ilva? Non è un processo all’intenzioni, perché mentre è perdurata l’agonia di Taranto e Acciaierie d’Italia, la multinazionale ha raggiunto un livello di profitti record per la sua storia imprenditoriale, conquistando spazi di mercato proprio da dove Acciaierie d’Italia si è dovuta giocoforza ritirare".
"Questo decreto fallisce l’obiettivo. I difensori di Arcelor Mittal giustificano il progressivo disimpegno con l’abolizione del cosiddetto scudo penale. Ci sarebbe molto da discutere se questa sia una ragione o un alibi. Fatto sta che voi mettete sul tavolo - ha ricordato l'esponente Pd - sia i soldi sia lo scudo, in cambio avete la garanzia che la realizzazione dei piani, sia quello ambientale sia quello industriale, riprenderà? E con che tempi? Non ha niente da dire, la ministra Calderone, rispetto al fatto che lo scudo rischia di essere un esimente anche per responsabilità legate alla sicurezza sul lavoro? Avete ottenuto garanzie su un cambio di atteggiamento verso i fornitori? E soprattutto, al di là delle buone intenzioni del ministro competente che ha accennato recentemente a un nuovo accordo di programma, ci sono garanzie riguardo al ripristino di rapporti con la città più ferita, Taranto, e con le istituzioni locali in generale? La risposta a tutte queste domane è un sonoro no!".
"Sull’acciaio, e non solo sull’acciaio, alla luce dell’aumento del costo strutturale dell’energia, di quello dei noli marittimi - ha spiegato l'ex ministro dem - di fronte ad una guerra commerciale che non accenna a placarsi o ai piani protezionistici di alcuni paesi concorrenti come gli Stati Uniti e la Germania e in conseguenza dei ritardi nell’attuazione del PNRR, che fa l’Italia? Su quale piattaforma porta avanti una battaglia per nuovi strumenti in Europa, per difendere e potenziare le filiere strategiche, per garantire gli approvvigionamenti, per conquistare produzioni mentre si riorganizzano le catene a livello globale? Questa sarebbe la discussione da fare. E per la verità il Ministro Urso ne è parso consapevole. Lo ha detto in alcune interviste, nelle audizioni in commissione. E qual è la conseguenza? Qualche dichiarazione propagandistica contro il passaggio all’elettrico, ininfluente nei rapporti con Bruxelles, qualche lamentela contro i piani nazionali che alterano le regole della concorrenza, nessuna misura nella legge di bilancio e poi la fuga dal confronto di oggi".
Chiediamo al governo di ritirare o rivedere profondamente il decreto sulla condotta delle Ong approdato oggi alla Camera. È un provvedimento che non migliora la sicurezza ma viola apertamente le convenzioni internazionali e si accanisce contro le organizzazioni no profit che salvano vite in mare. Crea confusione nei porti di sbarco e maggiori rischi di morti nel Mediterraneo. Molto esplicita è la condanna del Consiglio d'Europa, nella lettera al ministro Piantedosi della commissaria per i diritti umani, sulle disposizioni del decreto che ostacolando le operazioni di ricerca e soccorso delle ong sono in contrasto con gli obblighi dell'Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale. Il governo Meloni ha scelto deliberatamente di usare il tema dei migranti come diversivo per nascondere la crisi economica che non sa affrontare, ma questa politica demagogica e disumana mette a rischio il nostro Paese e non è un buon viatico in Europa per lavorare ad una gestione strutturale e comune dei flussi migratori.
Così Piero De Luca, vicecapogruppo del Pd alla Camera.
Stefano Graziano, capogruppo PD in commissione Difesa di Montecitorio e il deputato Pd Nicola Carè, membro della commissione in questa legislatura e anche nella precedente, hanno incontrato il CoCeR Interforze confrontandosi su numerose questioni dell'interesse del personale in divisa.
"È solo un primo incontro - ha precisato Graziano - ci sono diversi argomenti da approfondire: trattamento pensionistico, tutela sanitaria, tutela legale, procedure di attribuzione e corresponsione dello straordinario, riduzione e invecchiamento degli organici militari”.
“Tra le problematiche più sentite vi è senza dubbio quella della previdenza che vedrà a breve una categoria di lavoratori con pensioni dimezzate rispetto alle ultime retribuzioni.
Al riguardo è emerso il forte risentimento dei militari tutti in merito alle affermazioni del Dottor Boeri alla trasmissione "che tempo che fa" dove considerava privilegiate le previdenze dei militari. Dissenso al quale tutto il gruppo si è unito”. In merito a tale argomento su iniziativa del deputato Graziano è stata presentata una iniziativa legislativa che si intende calendarizzare al più presto audendo le stesse parti sociali.
“Stiamo vivendo in un mondo che cambia continuamente, però il fattore umano rimane indispensabile, anche e soprattutto ora nell’ era della digitalizzazione delle Forze armate”, sottolinea Nicola Carè.
“Altro grave problema è la scarsità di personale dovuto agli effetti della riduzione imposta dalla legge Di Paola n.244/12”. Al riguardo i deputati si sono riservati di proporre una eventuale indagine conoscitiva riguardo la condizione professionale come conseguenza di tali effetti.
Tale percorso appena iniziato si ritiene prezioso sia per il contributo delle rappresentanze e soprattutto al fine di creare i presupposti perché i nostri militari possano servire con maggior efficacia e sicurezza il Paese e la comunità.
"Sussistono posizioni contraddittorie del Governo sulla Giustizia. Avete richiamato l'importanza di fare investimenti sul carcere e avete fatto con la manovra di bilancio tagli sull'amministrazione penitenziaria. Avete detto che avreste limitato le intercettazioni e impedito l’estensione del diritto penale ma avete creato un nuovo reato, il cosiddetto Dl anti-rave, con più carcere e più intercettazioni e ora si parla di un nuovo reato per imbrattamenti.
Troppe incoerenze anche sulla riforma Cartabia tra esponenti del governo che dicono di difenderla senza se e senza ma e altri che la ritengono inutile e dannosa. Le contraddizioni sono anche all'interno del Governo, la Presidente Meloni ha detto che la sicurezza dei cittadini si consegue con più carcere, ma il ministro Nordio ha espresso posizione opposta e cioè meno carcere e più misure alternative. Nonostante gli annunci, idee e azioni sono discordanti. Viene poi completamente dimenticato il lavoro già fatto dal Parlamento. La nostra posizione è invece che le riforme approvate devono essere attuate con un impegno forte da parte del governo anche attraverso il monitoraggio sul successo di quelle riforme rispetto ad obiettivi importanti. Non c’è quindi bisogno di agitare temi divisivi portando indietro di anni le lancette dell’orologio. Su intercettazioni, prescrizione, separazione delle carriere, obbligatorietà c’è da attuare le riforme fatte.
Guardiamo al futuro e a una giustizia giusta al fianco dei cittadini, senza sollevare inutili scontri che non B servono a niente e che noi respingiamo.
Nella nostra agenda restano prioritari gli investimenti sul Pnrr e noi saremo sentinelle vigili perché siano spesi presto e bene; gli investimenti sull'ufficio del processo; occorre contrastare lo scandalo dei suicidi, delle cattive condizioni delle carcerie e valorizzare la giustizia riparativa.
Infine, tutela vera dei sindaci partendo dalle nostre proposte su chiarezza di separazione dei poteri politici e tecnici degli amministratori locali, le modifiche del testo unico degli enti locali che aiutano gli amministratori locali a lavorare in sicurezza. Il governo non li strumentalizzi, noi siamo al loro fianco". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Federico Gianassi, intervenendo in dichiarazione di voto sulla giustizia in Aula.
“Il Decreto legge 186/2022 affronta con misure purtroppo insufficienti la grave emergenza che si è determinata sull’isola d’Ischia, nel territorio del Comune di Casamicciola, a causa degli eccezionali eventi del 26 novembre 2022. Grazie al nostro lavoro di opposizione, svolto in piena collaborare e con spirito costruttivo rispetto alla maggioranza e al Governo, sono state aggiunte ulteriori risorse per i primi interventi di messa in sicurezza del territorio. Le somme stanziate sono tuttavia ancora inadeguate per la ricostruzione, per le opere di prevenzione, per il sostegno alla sistemazione alloggiativa transitoria e definitiva delle famiglie colpite, per il supporto economico ai nuclei familiari, alle imprese, alle attività economiche, ai lavoratori e agli enti locali. Per questo ci siamo astenuti sul voto finale al provvedimento, rilevando con chiarezza l'urgente necessità di fare molto di più, ma confidando al tempo stesso nell'impegno del Governo a reperire quanto prima ulteriori risorse, come indicato nel nostro ordine del giorno, a mia prima firma, approvato a larghissima maggioranza in Aula. Resteremo vigili e continueremo a seguire costantemente la vicenda, affinché la popolazione di Ischia riceva il massimo del supporto possibile”. Lo dichiara il vice capogruppo del Pd alla Camera Piero De Luca.
“È stata accolta solo parzialmente durante l’esame in Commissione la proposta del Pd che prevedeva un pacchetto di interventi sia per l’emergenza che per l’assistenza alla popolazione di Ischia. Sono stati infatti stanziati solo 40 milioni spalmati sui prossimi 4 anni. Sono risorse certamente utili, ma purtroppo del tutto insufficienti per consentire al commissario di mettere in sicurezza il territorio con i primi interventi urgenti e per sostenere adeguatamente le famiglie, i lavoratori e le aziende di Ischia. Il nostro impegno continuerà adesso in Aula. Con spirito costruttivo di piena collaborazione con la maggioranza, chiediamo al governo un ulteriore impegno per maggiori risorse, necessarie per aiutare le famiglie messe in ginocchio dall’alluvione e per fornire un sostegno adeguato a cittadini e imprese”. Lo dichiarano in una nota congiunta il capogruppo del Pd in commissione Ambiente Marco Simiani e i deputati campani del Pd Enzo Amendola, Piero De Luca, Stefano Graziano, Marco Sarracino, Arturo Scotto e Toni Ricciardi.
“Comuni e enti locali faranno ciò che non fa il governo sul Covid. Prima abbandonati dall’esecutivo con la Legge di bilancio. Ora con il caos e la cultura no vax dello stesso governo sono ancora lasciati soli su indirizzi e direttive da dare a tutte quelle strutture ospedaliere e servizi sociosanitari dove si trovano persone fragili e malate che sono a rischio. Con il via libera alla ideologia no vax del sottosegretario alla Salute, quando afferma che i vaccini non servono e ora con il rifiuto di valutare di introdurre misure prudenziali in caso di aumento di contagi in alcune situazioni a rischio, si crea una situazione di caos proprio nei territori e nelle città dove vi sono le strutture più sensibili. Oggi non è una bella giornata per chi nelle città, nei comuni, negli ospedali, dovrà occuparsi direttamente di Covid”.
Così il deputato dem, Andrea Gnassi.
“Il governo - aggiunge - ha messo la fiducia e la tagliola che stoppano qualsiasi proposta sul decreto Rave che contiene in modo assurdo norme di fatto no vax. Il governo impone al Parlamento di non valutare l’adozione di eventuali misure precauzionali sul Covid. Come si fa a respingere la proposta di valutare in caso di eventuale aumento dei contagi di prendere misure precauzionali e preventive come indossare le mascherine in ospedali e residenze assistenziali sociosanitarie per anziani? Come si fa a far assistere un malato da un medico no vax? Per fortuna esiste un articolato sistema istituzionale, quello degli enti locali e dei sindaci che, insieme ad autorità sanitarie locali e regioni, insieme a prefetti in sede di Cosp (coordinamento di sicurezza pubblica), non solo sanno stroncare rave illegali con le norme esistenti, senza norme civetta, ma sapranno attivare e stanno già avviando un monitoraggio costante sui territori per prendere poi indirizzi volti alla tutela della salute. Il ministro, quale uomo di scienza, se il suo governo crea questo caos, sia puntuale e preciso nel prendere decisioni e non si limiti all’appello che il Paese si prepari ma indichi anche come. Su questo fronte - conclude - non solo non faremo opposizione ma fronte comune”.
“Un governo allo sbando, in preda alla schizofrenia per cui, da una parte, si fanno approvare (con imposizione della fiducia) norme lassiste sul Covid e, dall’altra, ci si accorge che i casi stanno salendo pericolosamente e c’è bisogno di rimettere quelle stesse misure di sicurezza”.
Lo afferma la deputata del Pd, Antonella Forattini.
“Oggi alla Camera - aggiunge - abbiamo votato No al cosiddetto Decreto Rave, su cui il governo aveva posto la fiducia e che in realtà contiene un’accozzaglia di provvedimenti diversissimi tra loro. Tra questi, il reintegro anticipato di medici, infermieri e personale sanitario no-vax. Un favore al mondo degli anti-scienza dopo che in campagna elettorale si è strizzato loro l’occhio. Un favore estremamente pericoloso, vista la crescita vertiginosa di casi, e purtroppo dei morti, e un andamento della pandemia che per stessa ammissione del ministro della Salute Schillaci ‘è imprevedibile’. Mentre in Parlamento si impone di approvare queste norme assurde, tra cui anche l’annullamento del tampone di controllo dopo cinque giorni di isolamento, il ministero della Salute emette una circolare che alza l’allerta degli ospedali, chiedendo di tenere pronte terapie intensive e personale di supporto e dispone la mascherina obbligatoria negli istituti di cura. Misure che rischiano di essere almeno in parte depotenziate da quelle in senso contrario contenute nel Decreto Rave. Un atteggiamento schizofrenico e pericoloso - conclude - che metterà, ancora una volta, a rischio soprattutto i più fragili”.
“In queste ore il Governo di destra ha prorogato l’obbligo della mascherina in ospedali e strutture sanitarie riconoscendo l’emergenza Covid. Ma nelle stesse ore approva un decreto che nega l’emergenza ed elimina l’obbligo vaccinale per il personale che in quegli ospedali ci lavora. Un favore ai no vax. Una confusione pericolosa per la sicurezza dei cittadini”.
Lo scrive in un post il deputato democratico Nicola Zingaretti.
“Il Decreto legge 186/2022 affronta con misure purtroppo insufficienti la grave emergenza che si è determinata sull’isola d’Ischia, nel territorio del comune di Casamicciola, a causa degli eccezionali eventi del 26 novembre scorso. Occorre introdurre modifiche e integrazioni sostanziali in sede di conversione, anche sulla base delle proposte formulate dalla Regione Campania a tutti i gruppi parlamentari, perché si realizzi un’ampia convergenza su temi riguardanti sicurezza dei cittadini, difesa del territorio e ripresa delle regolari attività economiche e sociali. Occorre sostenere con forza l’azione del Commissario di governo, già impegnato sul fronte della ricostruzione post sisma del 2017, oggi chiamato ad affrontare la nuova emergenza post frana”.
Così i deputati campani del Gruppo Pd-Idp, Piero De Luca, Enzo Amendola, Stefano Graziano, Toni Ricciardi, Marco Sarracino e Arturo Scotto.
“Le modifiche - aggiungono - dovranno riguardare: la messa in sicurezza di aree ed edifici colpiti e la sistemazione provvisoria dei circa 500 nuclei familiari di cui è stata disposta l’evacuazione; l’approvazione da parte del Commissario del piano degli interventi urgenti e da parte dell’Autorità di distretto di un piano aggiornato e operativo di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, con priorità per uno stralcio riferito al territorio del Comune di Casamicciola; gli aiuti per le aziende e tutti i lavoratori colpiti dall’emergenza; i contributi per coloro che devono trovare sistemazioni definitive alternative; le procedure semplificate per la rimozione di fanghi e sedimenti; il potenziamento del personale preposto alle attività della struttura commissariale; il sostegno agli enti locali; il rafforzamento delle risorse per 400 milioni di euro fino al 2025, in favore della contabilità della struttura commissariale. Siamo impegnati in Parlamento - concludono - per verificare l’effettiva volontà del governo nel voler affrontare seriamente la grave situazione dell’Isola”.
“Dopo il ‘congelamento’ del Meccanismo Europeo di Stabilità deciso dal governo, il Partito Democratico chiede con forza e determinazione che non vi siano più alibi per prendere tempo e sviare sull’approvazione del Trattato. Per questa ragione abbiamo depositato una apposita proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell’Accordo di modifica del Trattato che istituisce il Mes. Questo consentirebbe l’avvio delle sue nuove funzioni e contribuirebbe al rafforzamento del sistema finanziario dell’eurozona. Il dibattito parlamentare ‘ampio’, dietro il quale oggi si nasconde Giorgetti, dopo aver prima voluto attendere strumentalmente il giudizio positivo della Corte Costituzionale tedesca, vi sarà ovviamente in sede di esame e dibattito sulla legge di Ratifica. Abbiamo l’obbligo di rafforzare la stabilità della Zona euro e la sicurezza dei risparmiatori. Lo dobbiamo per non isolarci o dare prova di inaffidabilità in Europa in una fase così delicata”.
Così il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Piero De Luca.