"Governo e maggioranza continuano a strumentalizzare il recente rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, sostenendo che contenga un attacco diretto alla professionalità delle forze dell’ordine italiane. Il documento del Consiglio d’Europa, in realtà, non contiene accuse, ma raccomandazioni e sollecitazioni volte a prevenire ogni forma di discriminazione" — così in una nota il deputato democratico Piero Fassino è intervenuto in Aula alla Camera, sottolineando che, peraltro, saremmo davanti a una polemica tardiva, visto che tutti i rapporti dell’ECRI, e quindi anche questo, vengono inviati preventivamente ai governi per essere esaminati e per consentire eventuali controdeduzioni prima della pubblicazione. "E in questo caso — ha aggiunto — il Governo ha anche risposto pacatamente, un atteggiamento che nulla ha a che vedere con la veemenza con cui oggi la questione viene sollevata. Nel rapporto sull'Italia — ha continuato Fassino — non vi è alcuna accusa di razzismo rivolta alle forze dell’ordine italiane. Si chiede semplicemente al Governo di vigilare affinché non si verifichino episodi riconducibili a pregiudizi razziali. Siamo dunque di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua — ha proseguito — che però desta forte preoccupazione, poiché conferma l’attacco sistematico da parte del Governo italiano alle principali istituzioni internazionali incaricate della tutela dei diritti umani, come l’ECRI, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), la Corte Penale Internazionale e vari organismi dell’Unione Europea. Questo rappresenta un grave rischio per la democrazia del Paese: non si tratta di episodi isolati, ma di una strategia intenzionale volta a delegittimare questi organismi, a ridurre i controlli esterni sui diritti fondamentali e a trattare ogni istituzione che esercita un ruolo sovranazionale come un impaccio o un ostacolo da rimuovere” — conclude Fassino.
Il Governo e l’intera maggioranza sembrano ormai impegnati in una quotidiana caccia al nemico, con l’unico obiettivo di distogliere l’attenzione dai continui fallimenti dell’azione di governo. Il collega Fassino ha già chiarito con precisione come le argomentazioni sollevate in Aula siano il risultato di una preoccupante distorsione della realtà da parte del capogruppo Bignami. Prima di lanciarsi in invettive scomposte, sarebbe quantomeno opportuno che lui, ma anche Tajani e la Lega comprendessero bene le questioni trattate. Va ricordato peraltro che lo stesso Ministero dell’Interno ha già fornito risposte puntuali, assicurando il massimo impegno nel verificare i fatti e nel prevenire eventuali criticità. Nessuno mette in dubbio la professionalità e il senso del dovere delle nostre forze dell’ordine. Chiedere che si vigili affinché nessun comportamento discriminatorio possa essere tollerato non significa attaccare le istituzioni, ma rafforzarle attraverso la trasparenza e la responsabilità. Purtroppo, dobbiamo rilevare con grande preoccupazione la deriva orbaniana di questo governo che sta mettendo in atto una pericolosa strategia di delegittimazione di importanti istituzioni europee e internazionali; prima la corte penale internazionale e oggi la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa (Ecri). Questo governo purtroppo sta minando in modo irreparabile la credibilità dell’Italia e i danni li paghiamo tutti noi”. Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee.
“È mio dovere intervenire per chiarire alcuni gravi equivoci sollevati dall’onorevole Bignami, fondati evidentemente su una lettura superficiale o distorta di una nota di agenzia.” Così il deputato dem Piero Fassino replicando in Aula al capogruppo di FdI, Galeazzo Bignami, in merito al recente rapporto ECRI (Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza) su un eventuale profilazione razziale rivolta alle forze dell'ordine italiane.
“Il Consiglio d’Europa – ha ricordato l’esponente Pd – è stato istituito dopo la Seconda Guerra Mondiale, su proposta di Churchill, per promuovere l’unità del continente nel segno della democrazia e dello Stato di diritto. Il suo mandato è monitorare il rispetto di questi principi da parte dei 46 Paesi membri, Italia compresa. “L’ECRI pubblica periodicamente rapporti su tutti gli Stati membri, e non esclusivamente sull’Italia. Tali documenti non contengono accuse, ma raccomandazioni e sollecitazioni volte a prevenire ogni forma di discriminazione. E i Rapporti, prima di essere licenziati, vengono inviati ai governi interessati perche possano esaminarli e controdedurre. Nel rapporto sull'Italia non vi è alcuna accusa di razzismo rivolto alle forze dell’ordine italiane. Si chiede semplicemente al governo di vigilare affinché non si verifichino episodi riconducibili a pregiudizi razziali”.
«Il ministero dell’Interno – ha concluso Fassino - ha già fornito risposta, assicurando il massimo impegno nel verificare e intervenire ove necessario., Quindi mi pare che si stia scatenando una tempesta in un bicchiere d’acqua. Nessuno, né in Italia né a Strasburgo, crede che le nostre forze dell’ordine agiscano per motivi razzisti. Difendere i diritti umani è un principio condiviso da tutti noi, mi auguro anche dal collega Bignami e non dovrebbe spaventare nessuno il fatto che se ne monitori il rispetto”. "Anche perché se il monitoraggio accerta che episodi censurabili non ci sono stati tutto finisce lì. E se invece risultano comportamenti censurabili è bene saperlo e intervenire tempestivamente."
“Continua il caro energia per famiglie e imprese, i prezzi permangono su livelli troppo alti rispetto a quelli precrisi e purtroppo rimane ancora alto il differenziale con le politiche governative di altri Paesi europei che mettono a disposizione di imprese e famiglie energia a prezzi più bassi rispetto a quelli italiani. Per questo motivo abbiamo chiesto al governo quali iniziative intenda intraprendere per tutelare famiglie e imprese dai rincari dei costi energetici e permettere il passaggio al mercato libero entro le scadenze previste, senza un aggravio di costi per i consumatori”. È la richiesta dell’interrogazione presentata in commissione Attività produttive al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica dai deputati del Pd Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando e Simiani.
“Siamo insoddisfatti della risposta del ministero – afferma Vinicio Peluffo, capogruppo Pd della commissione Attività produttive - che per tutte le nostre interrogazioni sul tema energetico rimane una costante con la formula di rito “in corso di valutazione”. Peccato che sia già trascorso un anno da quando è in carica il governo Meloni, sono mesi che servono risposte puntuali e registriamo invece che le politiche messe in atto fin qui non hanno prodotto sollievo nelle bollette a carico di famiglie e imprese. Anche sull’esigenza di avviare una massiccia campagna informativa per una scelta consapevole da parte dei cittadini, su cui la Commissione aveva espresso un parere unanime, il governo è in corso di valutazione. Ma soprattutto ad oggi iI governo ci sta dicendo che non è in grado di rispettare la scadenza prevista per il passaggio al mercato libero, una riforma che è inserita all’interno del Pnrr”.
Se nella maggioranza, e tra gli stessi vertici del governo, non si perde occasione per far emergere dubbi sul sostegno italiano all’Ucraina e se l’europeismo della destra che governa appare come minimo tentennante e a corrente alternata c’è poco da lamentarsi, come fa la presidente Meloni, se l’Italia viene esclusa da importanti vertici diplomatici ed economici internazionali. E comunque è un fatto che proprio questi comportamenti hanno mandato in archivio la foto, tanto importante quanto emblematica, di Draghi Macron e Scholz insieme in treno verso Kiev. Tante chiacchiere, tante recriminazioni e lamentele ma alla fine la storia è tutta qui: prima c’eravamo ora no.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera