06/05/2023 - 18:44

“Se abbiamo una priorità in questa precisa fase storica e politica è ritrovare la coesione che ha fatto grande la famiglia del Partito Democratico. Quelle di Rinaldo, sindaco di Taranto, sono parole forti e dettate da un legame profondo con la sua Città, perché chi lo conosce e conosce la realtà di Taranto sa bene che traducono la lunga sofferenza di una comunità che ha estremo bisogno di risposte dallo Stato. Ciò che però non possiamo consentirci è creare i presupposti per nuove divisioni al nostro interno, soprattutto dopo il duro lavoro che proprio in questi anni il PD ha fatto per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. Un lavoro di cui tutti insieme, oggi, vogliamo vedere i frutti. La linea di Elly Schlein ha semmai rafforzato la linea sulla prospettiva della transizione ecologica e dello spegnimento delle fonti inquinanti dell’acciaieria. È in questo senso fondamentale che chi vive e amministra i nostri territori deve mettersi al fianco della nuova segreteria per far comprendere la realtà e le esigenze di Taranto, trovando insieme le modalità per far sì che la transizione avvenga il prima possibile senza lasciare strascichi dietro di sé. E dobbiamo soprattutto non cadere nell’errore di far pagare ai lavoratori il prezzo di questo cambiamento radicale mettendoli dinanzi al ricatto occupazionale”.

Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Se l’obiettivo - aggiunge - è dare seguito a quanto abbiamo costruito finora, bisogna tutti quanti insistere nel svegliare il Governo dal torpore in cui versa, chiedendo che lo Stato si impegni quanto prima a rilevare la maggioranza del capitale sociale dell’azienda, a mettere i soldi per accelerare il processo dì decarbonizzazione ed a prendere in carico le esigenze dei lavoratori. Al contrario, rifarsi a formule generiche e astratte come i cosiddetti sindaci moderati e pragmatici riportando le lancette indietro a una stagione, come quella renziana, che per fortuna il PD ha archiviato da tempo, è un esercizio inutile e contraddittorio, soprattutto considerata la posizione che lo stesso Renzi ha sempre tenuto su Taranto. Sono convinto - conclude - che solo con il contributo e la collaborazione di tutti noi questo processo potrà avere l’esito sperato. Insomma, bisogna rimboccarsi le maniche e remare tutti nella stessa direzione, lasciando le incomprensioni da parte e lavorando ancora una volta per l’obiettivo che ci sta più a cuore, il riscatto di Taranto e della comunità tarantina”.

04/05/2023 - 14:13

Governo totalmente disinteressato alla vicenda

“Dopo mesi di attesa e decine di interrogazioni parlamentari, il Sottosegretario Bergamotto riesce nell’impresa di scriverci una lettera di tre pagine senza dire assolutamente nulla. Eppure le questioni che in questi mesi abbiamo sollevato sono tante e su tutte urgono chiarimenti immediati: la riduzione delle emissioni nocive e la tutela dell’ambiente e della salute, i debiti con le imprese dell’indotto e le conseguenze occupazionali, la cassa integrazione che continua a interessare migliaia di dipendenti dell’ex Ilva, la decarbonizzazione e il futuro degli stabilimenti. Nulla. Su nessuno di questi temi, il Governo ha saputo dare indicazioni chiare, limitandosi a ripetere informazioni note da tempo. Addirittura su questioni come la chiusura delle fonti inquinanti e il piano ambientale, si sono rifiutati di dare anche una risposta di circostanza.”

Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico.

“È chiaro che siamo di fronte a un’altra presa in giro, a una lettera che rappresenta solo uno spreco di carta. Nel frattempo si continuano a regalare soldi pubblici ad Arcelor Mittal, lo Stato scarica ogni responsabilità sul rilancio dell’azienda, nessuno sa dare risposte sul piano di transizione ecologica, né su quello ambientale, né sulle prospettive industriali e occupazionali. La verità è che siamo in balìa di un Governo completamente disinteressato alla vicenda e totalmente sordo alla sofferenza dei tarantini, dei dipendenti dell’ex Ilva e di tutto l’indotto”.

02/03/2023 - 13:45

Chiediamo al governo un confronto su politiche industriali per il Paese, da costruire con forze sociali.

"Noi, signori del governo, chiediamo un confronto e magari anche un patto per le politiche industriali necessarie al paese, da costruire prima di tutto con le forze sociali. Un lavoro da fare con metodo e sostanza diametralmente opposti a quelli che connotano questo provvedimento. Avevate le risorse per far cambiare strada ad Ilva, o almeno per condizionare e correggere le disfunzioni più macroscopiche, anche mettendo in conto un cambio di governance. Le avete usate per pagare le bollette e così comprare un po’ di tempo. Ma il tempo non utilizzato per costruire strategie è tempo sprecato. Noi crediamo, come voi qualche mese fa, che questo sia il tempo di mettere in campo nuove politiche industriali e per questo diciamo no ad un provvedimento che suona come una capitolazione della politica, oltre che come una occasione sprecata". Lo ha detto il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando nella dichiarazione di voto sul Dl Ex Ilva alla Camera dei Deputati.

"In un contesto obiettivamente difficile, come notato diversi osservatori, Arcelor Mittal ha dato più volte l’impressione - ha aggiunto Orlando - di fare tutto ciò che poteva per peggiorare la situazione. La multinazionale franco indiana vuole e, forse, ha mai voluto davvero il rilancio di Ilva? Non è un processo all’intenzioni, perché mentre è perdurata l’agonia di Taranto e Acciaierie d’Italia, la multinazionale ha raggiunto un livello di profitti record per la sua storia imprenditoriale, conquistando spazi di mercato proprio da dove Acciaierie d’Italia si è dovuta giocoforza ritirare".

"Questo decreto fallisce l’obiettivo. I difensori di Arcelor Mittal giustificano il progressivo disimpegno con l’abolizione del cosiddetto scudo penale. Ci sarebbe molto da discutere se questa sia una ragione o un alibi. Fatto sta che voi mettete sul tavolo - ha ricordato l'esponente Pd - sia i soldi sia lo scudo, in cambio avete la garanzia che la realizzazione dei piani, sia quello ambientale sia quello industriale, riprenderà? E con che tempi? Non ha niente da dire, la ministra Calderone, rispetto al fatto che lo scudo rischia di essere un esimente anche per responsabilità legate alla sicurezza sul lavoro? Avete ottenuto garanzie su un cambio di atteggiamento verso i fornitori? E soprattutto, al di là delle buone intenzioni del ministro competente che ha accennato recentemente a un nuovo accordo di programma, ci sono garanzie riguardo al ripristino di rapporti con la città più ferita, Taranto, e con le istituzioni locali in generale? La risposta a tutte queste domane è un sonoro no!".

"Sull’acciaio, e non solo sull’acciaio, alla luce dell’aumento del costo strutturale dell’energia, di quello dei noli marittimi - ha spiegato l'ex ministro dem - di fronte ad una guerra commerciale che non accenna a placarsi o ai piani protezionistici di alcuni paesi concorrenti come gli Stati Uniti e la Germania e in conseguenza dei ritardi nell’attuazione del PNRR, che fa l’Italia? Su quale piattaforma porta avanti una battaglia per nuovi strumenti in Europa, per difendere e potenziare le filiere strategiche, per garantire gli approvvigionamenti, per conquistare produzioni mentre si riorganizzano le catene a livello globale? Questa sarebbe la discussione da fare. E per la verità il Ministro Urso ne è parso consapevole. Lo ha detto in alcune interviste, nelle audizioni in commissione. E qual è la conseguenza? Qualche dichiarazione propagandistica contro il passaggio all’elettrico, ininfluente nei rapporti con Bruxelles, qualche lamentela contro i piani nazionali che alterano le regole della concorrenza, nessuna misura nella legge di bilancio e poi la fuga dal confronto di oggi".

01/03/2023 - 19:04

“Il governo Meloni, con la complicità di tutta la maggioranza, ha deciso di uccidere un’altra volta la dignità di un popolo. Ha vigliaccamente scelto, da lontano, di piegare le ragioni della comunità di Taranto alla ragion di Stato. Eppure decine e decine di studi e relazioni avvertono che a Taranto la situazione non è sotto controllo e non lo è mai stata. Non avete accolto nessuna delle nostre proposte. Anzi, con questo provvedimento sferrate tre pugnalate profonde al cuore di una città già ferita: reintroducete lo scudo penale; distorcete il senso della Costituzione, spacciando la prosecuzione dell’attività come un bene da ‘bilanciare’ con i diritti a salute, ambiente e vita; infine, non offrite nulla all’ex Ilva per una prospettiva a zero emissioni. Avevamo proposto un accordo di programma, come promesso dallo stesso ministro Urso. Un tavolo per riunire vertici dell’azienda, enti locali e sindacati, e parlare di decarbonizzazione, bonifiche, tutela della salute e dell’occupazione. Avete bocciato anche questo emendamento, smentendo voi stessi. Il Pd in questi anni ha fatto i conti col suo passato. Di fronte alle evidenze scientifiche ha avuto coraggio di tornare sui suoi passi. Salendo con l’allora segretario Zingaretti sui tetti del quartiere Tamburi, ha chiesto scusa alla comunità di Taranto. Da voi un gesto del genere non lo abbiamo mai visto. Abbiamo invece ascoltato le falsità della campagna elettorale per accaparrarsi il voto e il negazionismo di chi ancora dice che a Taranto va tutto bene, che l’inquinamento non c’è mai stato”.

 

20/01/2023 - 10:18

I deputati toscani dei Democratici: “Il fatto che anche la terza manifestazione di interesse per Sanac sia andata deserta getta ombre su questa vicenda”

Un'interrogazione al Governo per sapere “quali interventi urgenti si intenda assumere al fine di garantire una soluzione positiva della situazione debitoria di Acciaierie d'Italia nei confronti di Sanac e quali interventi si intenda assumere al fine di rilanciare la filiera siderurgica italiana e garantire gli attuali livelli occupazionali degli stabilimenti Sanac”. 

È quanto chiedono i deputati Pd Emiliano Fossi e Marco Furfaro, che si sono rivolti al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, per avere informazioni sul futuro della Sanac, che ha uno stabilimento a Massa. L’azienda, che si occupa dal 2015 della lavorazione di materiali refrattari destinati al settore siderurgico, conta 380 dipendenti ed è in amministrazione straordinaria.
“Il gruppo – si legge nell'interrogazione di Fossi e Furfaro – è controllato da sempre dall'ex Ilva a livello produttivo e gestionale: il 70 per cento del prodotto è infatti destinato a Taranto mentre il restante 30 per cento al mercato terziario. Per tale motivo il futuro dell'azienda è fortemente legato alla vertenza Arcelor Mittal ed alle scelte del governo nell'ambito del settore siderurgico in Italia”. “Vogliamo che il governo faccia chiarezza – hanno spiegato Fossi e Furfaro -. Tutti questi lavoratori devono essere tutelati. Il fatto che anche la terza manifestazione di interesse per Sanac sia andata deserta getta ombre su questa vicenda ed è necessaria una forte presa di posizione da parte del governo, al fine di assicurare la continuità produttiva. Noi saremo sempre in campo per tutelare il lavoro”.

11/01/2023 - 19:11

“Questo decreto è l’ennesimo inutile segnale di debolezza e incapacità che il Governo e lo Stato stanno dando al Paese e alla comunità di Taranto. Mentre si continua a regalare denaro pubblico ad una gestione fallimentare degli stabilimenti, migliaia di cittadini, l’intero personale dell’azienda e tutti i loro familiari vivono un dramma quotidiano fatto di rassegnazione e paura per il prossimo futuro. Oggi gli operai dell’ex Ilva hanno protestato duramente davanti a Montecitorio e noi eravamo qui con loro e con le organizzazioni sindacali, esattamente come lo siamo stati negli ultimi anni, per dire al Governo che è giunta improrogabile l’ora di decidere. I lavoratori si sono espressi quasi all’unanimità per un avvicendamento della governance, condizione ineludibile per dare agli stabilimenti di Taranto una vera prospettiva di rilancio e di sviluppo sostenibile. Per trasformare la decarbonizzazione dallo stato di promessa a quello di realtà servono risorse e volontà, requisiti che oggi mancano a sufficienza. Per questo, insieme alle rappresentanze sindacali, il Partito Democratico chiede che il Governo, nelle persone del Presidente Meloni e del Ministro Urso, ascoltino attentamente ciò che da mesi un’intera comunità sta chiedendo: più lavoro e sicurezza, in un quadro di sostenibilità ambientale e zero rischi per la salute.”

Lo dichiarano i deputati del Partito Democratico Ubaldo Pagano, Marco Simiani, Marco Lacarra, Claudio Stefanazzi, Chiara Braga, Sara Ferrari, Augusto Curti.

12/11/2022 - 15:35

"Strano, a voler usare un eufemismo, che una simile  comunicazione arrivi quasi alla vigilia dell'incontro che, come parlamentari jonici, avremo con i sindacati di categoria. Come va letta questa decisione, se non come un tentativo di utilizzare la minaccia occupazionale come arma per ottenere ancora risorse dal governo? Certo è che le ripercussioni sul piano occupazionale sono tutt'altro che irrilevanti. Si parla di non meno di 2mila lavoratori. Un simile modus operandi va efficacemente contrastato e, mai come in questo momento, il governo è chiamato a chiarire la sua posizione in merito, mettendo al primo posto il rispetto di una comunità che ha già sacrificato tanto in termini di vivibilità e, ancora prima, di salute e ambiente".

Così il deputato dem, Ubaldo Pagano, esprimendo seria preoccupazione di fronte alla sospensione dell'attività di 145 aziende dell'appalto Adi.

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