“Siamo appena arrivati al Cairo, assieme ai colleghi e le colleghe del Partito Democratico, insieme a noi anche i parlamentari del Movimento Cinque Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra.
Ci sono anche professori e professoresse universitarie, associazioni, ONG, giornalisti e giornaliste.
Oggi saremo qui per parlare con l’Agenzia delle Nazioni Unite, con gli esperti della politica regionale e parleremo anche con le ONG palestinesi.
Domani partiremo di buon’ora e attraverseremo il Sinai per arrivare ad Al Arish dove trascorreremo la notte e poi da lì andremo alla volta di Rafah con l’intento di entrare a Gaza”. Lo ha detto in una video intervista la deputata del PD Laura Boldrini che con una delegazione di parlamentari ed associazioni è immissione alla volta di Gaza.
“La scelta del secondo municipio di Roma di esporre la bandiera palestinese è un bel segnale. Dopo l'annuncio di Netanyahu sul piano di invasione di Gaza e sulla deportazione dei palestinesi, esprimere in ogni sede istituzionale solidarietà al popolo palestinese è un dovere. Tutti abbiamo riconosciuto il diritto di Israele a difendersi dopo il pogrom del 7 ottobre, ma quello che è successo in questi mesi e quanto annunciato per i prossimi nulla ha a che fare con la difesa e ancor meno con il diritto internazionale. Sono azioni criminali e come tali vanno contrastate e denunciate”. Lo dichiara il deputato Pd, Matteo Orfini, in una nota.
È in partenza in queste ore una delegazione diretta verso la Striscia di Gaza, con l’obiettivo di portare testimonianza diretta della tragedia umanitaria in corso e denunciare l’inerzia della comunità internazionale.
“È in corso un tentativo di cancellazione del popolo palestinese, un vero e proprio sterminio. E mentre questo accade, le potenze mondiali tacciono. L’Unione Europea, quella dei diritti, delle libertà e della solidarietà, sembra essere morta sotto le macerie di Gaza». Così la deputata dem Laura Boldrini, Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. Oltre a Laura Boldrini, fanno parte della delegazione anche le deputate e i deputati del Pd Valentina Ghio, Arturo Scotto, Nico Stumpo, Rachele Scarpa e l'europarlamentare Cecilia Strada. Insieme a loro anche parlamentari di Avs e del M5S componenti dell'Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina ed europarlamentari, oltre a docenti universitari, rappresentanti di ONG e numerosi giornalisti.
“Non possiamo accettare – ha proseguito l’esponente Pd - che, nel 2025, si parli ancora di pulizia etnica. Le espulsioni forzate, le deportazioni, il blocco degli aiuti umanitari sono crimini di guerra che il diritto internazionale condanna con fermezza”.
“Nel suo intervento in Aula, ieri, la presidente Meloni – ha concluso Boldrini - non ha mai condannato l'operato di Netanyahu, non ha espresso cordoglio per le vittime. Solo un moderato "non abbiamo condiviso". Parole di circostanza solo per non dispiacere l’alleato Netanyahu. Questo governo sta portando l’Italia dalla parte sbagliata della Storia. Con questa missione, la delegazione intende affermare un’altra Italia: quella che rifiuta lo sterminio del popolo palestinese, che si oppone alla cancellazione del diritto internazionale, che chiede con forza il cessate il fuoco permanente e l’immediato accesso dei beni di beni di prima necessità alla popolazione civile”.
"L’ obbiettivo è entrare a Gaza. La missione che sta per partire, rappresenta una delle più grandi delegazioni internazionali mai spintasi fino alla Striscia. Siamo sessanta tra deputati e deputate, parlamentari italiani al parlamento europeo, docenti universitari di diritto internazionale, operatrici e operatori di ONG e associazioni impegnate sui diritti umani, giornalisti e giornaliste.
E' una delegazione di grande valore sociale che rappresenta l'Italia che dice no allo sterminio del popolo palestinese, no alla violazione costante del diritto internazionale, no al silenzio delle istituzioni italiane ed europee davanti allo scempio che si sta consumando a Gaza.
Abbiamo chiesto all'ambasciatore italiano in Israele di farsi carico di questa richiesta presso le autorità israeliane, ma a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ma non ci arrenderemo. Vogliamo raggiungere Gaza in segno di solidarietà e vicinanza con il popolo palestinese che, come se non bastassero i bombardamenti indiscriminati, sta morendo di fame, di sete e di malattie per un piano preciso e dichiarato del governo Netanyahu. Un piano criminale che prevede anche l'invasione totale della Striscia e la deportazione dei palestinesi. Nel silenzio complice della comunità internazionale, è necessario tenere alta l'attenzione sullo sterminio in corso, vedere con i propri occhi, raccontare e denunciare i crimini che Netanyahu e il suo governo stanno compiendo”. Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd, a margine della conferenza stampa di presentazione della missione che si è tenuta oggi. Oltre a Boldrini, della delegazione fanno parte anche le deputate e i deputati del Pd Sara Ferrari, Valentina Ghio, Arturo Scotto, Nico Stumpo, Rachele Scarpa e l'europarlamentare Cecilia Strada. Insieme a loro anche parlamentari di Avs e del M5S.
"A Gaza si muore ma non per una carestia. Si muore perché il governo israeliano di Benjamin Netanyahu, che è un governo alleato al cosiddetto Occidente, ha deciso di bombardare indiscriminatamente la Striscia e ha deciso anche di bloccare migliaia e migliaia di convogli con beni di prima necessità. Parliamo di cibo, parliamo di medicinali di tutto quello che serve per sopravvivere. E ha bloccato anche l'erogazione dell'elettricità quindi le persone non possono usare i dissalatori per bere acqua. Tutto questo per distruggere un popolo, annientarlo. E tutto questo oggi è insopportabile davanti ai nostri occhi. Allora l'Europa, l'Europa dei diritti, l'Europa delle libertà, l'Europa della solidarietà tra i popoli sta morendo sotto le macerie di Gaza. E siccome le istituzioni europee non hanno fatto nulla in tutto questo tempo, hanno balbettato tentennato, oggi che è la Giornata dell'Europa dico: l'Europa siamo anche noi, ognuna e ognuna di noi. Alziamo la voce, facciamoci sentire, facciamo tutto quello che possiamo per salvare Gaza, per salvare anche l'Unione europea". Lo dichiara sui suoi canali social Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, aderendo alla campagna #ultimogiornodigaza #gazalastday
Dopo le dichiarazioni di Emanuele Fiano, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, risponde con una lettera aperta. Ecco il testo.
"Caro Emanuele,
ho letto il tuo commento riguardo alla mia visita a Napoli, a Nives Monda titolare della Taverna A Santa Chiara.
Mi lascia molto perplessa la tua scelta di una polemica pubblica, dati i rapporti e considerato che mai, da parte mia, c'è stato un atteggiamento simile nei tuoi confronti nonostante spesso non abbia condiviso le tue posizioni su quanto accade a Gaza e in Cisgiordania.
Ma dato che hai fatto questa scelta, ti rispondo usando lo stesso strumento.
Sono andata a trovare Nives Monda per esprimerle la mia solidarietà per la violenta gogna che l'ha travolta dopo la diffusione del video girato dai due turisti israeliani dal quale non traspare affatto che lei li abbia attaccati in quanto israeliani o perché di religione ebraica, ma in quanto negazionisti della barbarie che si sta consumando a Gaza per mano del governo israeliano di Benjamin Netanyahu. Tant'è che la coppia aveva già consumato il suo pasto quando è stato girato il video. Sono stati invitati, con i toni accesi dello scontro in corso, a lasciare il locale pur senza pagare.
Nessuno può negare gli oltre 52mila morti di Gaza, in gran parte donne e bambini, i più di 150mila feriti, il sistematico (e dichiarato) uso della fame come arma di guerra, il bombardamento indiscriminato di ospedali, scuole, edifici dell'Onu, campi profughi, case. Nessuno può tollerare il divieto imposto dalle autorità israeliane di far entrare nella Striscia beni di prima necessità, blocco che riduce migliaia di essere umani nella condizione di spettri che cercano di sopravvivere. Una crisi umanitaria senza precedenti denunciata da tutte le organizzazioni umanitarie (anche quelle israeliane audite dal Comitato diritti umani della Camera che presiedo), dalle agenzie dell'Onu, da migliaia di immagini che arrivano ogni giorno da Gaza.
Ribadire queste evidenze sta costando a Nives Monda un attacco feroce sul piano personale, lavorativo e familiare. Mentre ero lì io stessa ho assistito ad una raccapricciante telefonata anonima di minacce e insulti in cui un uomo con la voce distorta le intimava di chiudere il ristorante e lasciare la città insieme alla sua famiglia.
Per questo sono andata a Napoli. Ciò non significa che io sposi in toto qualsiasi cosa abbia detto Nives Monda nell'arco della sua vita, né quello che veniva volantinato fuori dal suo locale mentre ero lì. Pensarlo è, per usare un eufemismo, bizzarro.
Anche perché, come tu stesso ricordi, sono stata tra i primi ad esprimere tutto il mio orrore per l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. E l'ho ribadito più e più volte, insieme alla richiesta di rilascio degli ostaggi, quelli che Netanyahu ha definitivamente abbandonato, accecato dal desiderio di mantenere il suo potere e guidato dagli estremisti del suo governo.
Lo stesso orrore non ho, purtroppo, letto da parte di tanti, troppi, per la carneficina che si sta consumando nella Striscia dall'8 ottobre 2023. Così come mi atterrisce la mancanza di empatia, che pure esiste, verso il popolo palestinese che sta vivendo la sua ora più buia.
Anch'io condivido e sostengo l'iniziativa di Gerusalemme del prossimo fine settimana a cui fai riferimento. Ogni tentativo di aprire il dialogo e di parlare di pace non può che trovarmi d'accordo. Tant'è che mi è stato chiesto di mandare un video, che ho inviato. E proprio ieri ho parlato con uno degli organizzatori che mi ha confermato che il video sarà proiettato.
Penso che il posto naturale della sinistra sia dalla parte delle vittime e, in questo caso, le vittime sono i palestinesi di Gaza. E Nives non ha fatto altro che ribadirlo senza alcun commento sul fatto che i suoi interlocutori fossero ebrei. Ha detto che il governo israeliano sta commettendo crimini di guerra, cosa inconfutabile. E questo non vuol dire in alcun modo essere antisemiti, razzisti o sostenitori dei terroristi, come invece l’ha accusata di essere la turista israeliana. A causa di questo Nives è bersagliata da minacce e insulti che scalfirebbero la vita di chiunque. Per questo sono andata a portarle solidarietà.
Colgo l'occasione, infine, per porre alla tua attenzione i commenti che la tua dichiarazione ha scatenato sui social: non abbiamo bisogno di nuove gogne mediatiche, men che meno scatenate da noi e tra noi.
Abbiamo bisogno, invece, di dialogo e di operare per la pace ovunque, a partire da Gaza".
L’Europa dovrebbe far sentire con maggiore forza la propria voce a livello internazionale e condannare in modo netto l’operato del governo israeliano. Ci troviamo di fronte a un disegno criminale che ha provocato la morte di migliaia di civili a Gaza, tra cui moltissimi bambini. Il governo di Netanyahu sta attuando un vero e proprio piano di deportazione della popolazione palestinese, accompagnato dalla negazione degli aiuti umanitari essenziali.
Vorrei che almeno su questo punto la politica italiana, nella sua interezza, non mostri alcuna esitazione. Dobbiamo affermare con chiarezza che il diritto umanitario va rispettato sempre, e che impedire l’accesso ad acqua, cibo e aiuti umanitari costituisce un atto criminale che va condannato senza alcuna remora.
L’Europa e l’Italia, finora, non hanno fatto abbastanza. Continueremo a chiedere un intervento deciso così come abbiamo formulato anche nella mozione presentata insieme ad AVS e al M5S per quantomeno aprire al più presto un dibattito parlamentare sugli orrori in Medio Oriente.
In questo momento, ogni silenzio è complice dell’orrore che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania.
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla camera dei Deputati, intervenuta oggi a Rai News 24
“La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venga in Aula a confrontarsi con una parola: Gaza. Meloni è sparita. È l’unica leader europea che non parla di Medio Oriente mentre il gabinetto di guerra di Benjamin Netanyahu ha annunciato la massiccia invasione della Striscia. Netanyahu rivela la sua natura e realizza ciò che l’ultradestra messianica in Israele ha sempre chiesto: la vera occupazione della Striscia, la deportazione dei palestinesi, l’assedio totale, l’uso degli aiuti umanitari come arma di guerra, qualcosa che non ha precedenti nella storia recente. Questo è un piano di sterminio e va fermato.” Così il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del PD, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Abbiamo il dovere – continua Provenzano – di rompere il silenzio su Gaza. Per il popolo palestinese. E anche perché c’è un’altra Israele che ripudia la guerra infinita di Netanyahu, un’altra Israele che, per usare le parole di Liliana Segre, prova repulsione nei confronti di questo governo di estrema destra.” Il responsabile Esteri dem critica duramente il governo: "Il ministro Tajani ha trovato il tempo di invitare gli italiani a non partecipare ai referendum, ma non ha detto una parola su Gaza. Il governo si è trincerato dietro la formula dei due Stati – sottolinea l'esponente dem – che, se non accompagnata da una condanna di quanto accade oggi a Gaza, suona sempre più insopportabilmente retorica. Se tace il governo, parli il Parlamento. Parli ciascuno di noi. Di fronte al popolo italiano abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità di fare, o almeno di dire qualcosa per porre fine a questo inferno. Noi non possiamo chiudere gli occhi. Perché rimanere in silenzio su Gaza non è solo un’immorale omissione. È complicità", conclude Provenzano.
“Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla redazione di Presa Diretta e al giornalista Riccardo Iacona, oggetto di un grave tentativo di delegittimazione attraverso un esposto indirizzato al coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio. Una situazione mai vista, gravissima. Il lavoro giornalistico di Presa Diretta rappresenta un esempio di informazione coraggiosa e documentata su uno dei più drammatici conflitti del nostro tempo. Denunciare i bombardamenti su Gaza e dare voce a osservatori indipendenti, come la relatrice ONU Francesca Albanese, è un dovere del servizio pubblico, non un crimine. Tentare di ridurre al silenzio chi racconta fatti scomodi, accusandolo di antisemitismo o disinformazione, è un attacco alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini di essere informati. In un contesto in cui la libertà di espressione è sempre più sotto pressione, è fondamentale respingere ogni tentativo di condizionare l’informazione pubblica per via politica o ideologica. Chiediamo che la RAI continui a garantire pluralismo, autonomia editoriale e il diritto dei giornalisti di raccontare la realtà, anche quando fa discutere. Questo è il ruolo del servizio pubblico. Palazzo Chigi prenda immediatamente le distanze da questo grave tentativo di ingerenza e censura”. Così una nota dei componenti democratici della Commissione di Vigilanza Rai.
"Nessun aiuto umanitario entrerà a Gaza" perché questo è "uno dei principali strumenti per fare pressione su Hamas". Con queste terribili parole il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ammette che il governo Netanyahu sta usando la fame come arma di guerra. Cioè sta deliberatamente commettendo gravissimi crimini di guerra.
A Gaza non sono più ammessi aiuti umanitari da ormai 45 giorni. Significa che non entra cibo, non entrano medicinali, non entrano beni di prima necessità. A Gaza le autorità israeliane hanno interrotto l'erogazione di corrente elettrica e di acqua. Questo significa assetare e affamare tutta la popolazione, non solo i miliziani di Hamas. Significa impedire le cure, rese già molto complesse dai bombardamenti sugli ospedali. Significa sterminare, scientemente, un popolo come sta succedendo anche nei territori occupati della Cisgiordania.
Basta! Basta bombe su Gaza, basta occupazione della Cisgiordania, basta vendere armi a Israele. Bisogna sospendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele e mettere le sanzioni su Netanyahu e il suo governo. E bisogna riconoscere lo Stato di Palestina.
Tutto questo è scritto nella mozione unitaria di PD-M5S-AVS presentata ieri dai leader dei rispettivi partiti. Il governo Meloni non può continuare a tacere e a coprire questi orrendi crimini: l’Italia non può essere complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Chiediamo una informativa urgente del ministro degli Esteri Tajani sulla violazione della tregua a Gaza e sui crimini di guerra che da allora sono stati commessi sotto gli occhi di tutto il mondo. Queste ultime settimane stanno cancellando decenni di diritto internazionale e ci vorranno decenni per ricostruirne la credibilità. Ogni giorno uomini e donne saltano in aria, vengono bruciati vivi, sepolti sotto le macerie delle bombe. L'assedio di Gaza è la negazione della sopravvivenza di una intera popolazione. L'estrema destra israeliana rivendica un disegno di pulizia etnica. Vuole l'annientamento dell'intera popolazione a Gaza e l'annessione della Cisgiordania. La deliberata esecuzione di 15 operatori sanitari a Rafah, sepolti sotto la sabbia, accanto alle ambulanze distrutte, è un attacco alla pace e alla civiltà. La responsabilità di tutto questo orrore ha un nome e un cognome, Benjamin Netanyahu. Ma c'è una ulteriore responsabilità politica e morale: quella di lasciare che un criminale come Netanyahu venga accolto in territorio europeo come ha fatto il vostro amico Victor Orban, garantendo l'impunità e negando la giustizia internazionale assicurata dalla corte penale internazionale che anche il Governo italiano vuole delegittimare. E ieri in quello stesso studio ovale che ha umiliato il leader del popolo ucraino, Gaza è diventata solo uno straordinario valore immobiliare da possedere e un criminale di guerra è stato accolto con tutti gli onori. Ma l'onore dell'Europa si sta perdendo con i silenzi, con l'inerzia, con la doppia morale. Il silenzio del nostro governo macchia anche l'onore dell'Italia.
Non si può restare in silenzio. Si possono proporre sanzioni contro il governo Netanyahu, si può riconoscere lo stato di Palestina, si può mettere al bando in Europa ogni invio di armi in Israele e chiedere la sospensione dell'accordo Ue-Israele per manifesta violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Quando i nostri figli ci chiederanno cosa abbiamo fatto per mettere fine a questi crimini ciascuno di noi sarà chiamato a rispondere e noi non vogliamo trovarci dalla parte di quelli che avrebbero potuto fare anche solo qualcosa e non l'hanno fatta". Lo ha detto in apertura dei lavori d'Aula, Giuseppe Provenzano, deputato e responsabile Esteri del Partito democratico.
"Se l'Italia rispetta ancora, come dovrebbe, il diritto internazionale, la presidente Meloni chieda a Orbán di arrestare Netanyahu, su cui pende un mandato di cattura internazionale, atteso oggi a Budapest, invitato dallo stesso Orbán. Un invito che è una sfida alla Corte penale internazionale e anche all'Ue. Il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Anouar El Anouni, ha ricordato l’impegno degli stati dell’Ue a “garantire la piena cooperazione con la Cpi, compresa l'esecuzione tempestiva dei mandati di arresto in sospeso”.
L'Italia da che parte sta? Meloni da che parte sta? Stiamo parlando della stessa Meloni che non ha mai espresso una sola parola di condanna per i crimini di guerra commessi dal governo di Netanyahu, né di cordoglio per le oltre 50mila vittime palestinesi di cui circa 20mila sono bambini, né ha mai chiesto al suo omologo israeliano di fermare il massacro e ripristinare la tregua.
L'elenco dei crimini commessi da quando Israele ha rotto la tregua, il 18 marzo scorso, è lunghissima, ne cito solo alcuni: più di mille persone uccise di cui centinaia sono bambini, colpiti l'ospedale oncologico di Khan Yunis, un edificio dell'Onu e uno della Croce Rossa, 15 corpi di medici e paramedici ritrovati sepolti insieme alle ambulanze su cui viaggiavano che sono state bombardate, gli aiuti bloccati fuori dalla Striscia, corrente elettrica e acqua interrotte.
Davanti a questi crimini il ministro degli esteri Tajani ci racconta che lui ha “la coscienza a posto” perché ha attivato la missione Food for Gaza. Una inopportuna e irricevibile autoassoluzione che non lo esime dalle sue responsabilità politiche. Su tutto il resto, silenzio. La posizione del governo italiano, davanti a questa tragedia, ci indigna perché è veramente indecente e disumana". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Abbiamo appreso dalla stampa italiana e internazionale che l’organizzazione Idsf ( Israel Defense and Security Forum ) che propugna apertamente le ragioni dei coloni in Cisgiordania, i crimini contro l’umanità perpetrati a Gaza e nega esplicitamente la soluzione di due popoli due Stati ha incontrato la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il commissario alla Difesa e allo spazio della commissione Europea Kubilius ed altri numerosi esponenti politici del Pe. Il Pd più volte ha ribadito l’urgenza del riconoscimento dello Stato di Palestina per offrire uno sbocco credibile alla prospettiva di pace e ha condannato con forza la politica di Israele di espansione degli insediamenti coloniali nonché i crimini orrendi perpetrati a Gaza dopo il 7 ottobre con oltre cinquantamila vittime. In questi anni ci siamo recati più volte nei luoghi in cui tutto questo sta avvenendo per promuovere dialogo e cooperazione, costruendo occasioni diplomatiche dal basso per favorire la fine delle ostilità. Riteniamo incompatibili con i valori dell’Ue la permanenza di un’organizzazione come questa nel registro delle lobby accreditate presso il parlamento di Bruxelles. E altrettanto riteniamo incompatibile con le politiche del PD intrattenere qualsiasi relazione con simili realtà. Sono organizzazioni contrarie all’obiettivo da sempre sostenuto da innumerevoli risoluzioni delle Nazioni unite e al rispetto del diritto internazionale. Chiediamo agli esponenti politici che hanno coltivato relazioni politiche con questo think tank di estrema destra di prendere apertamente le distanze da questi ed altri attori che nel campo israeliano stanno sabotando ogni soluzione politica al conflitto". Lo dichiarano Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Susanna Camusso, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Nico Stumpo, Stefano Vaccari, componenti dell'Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina
L’atteggiamento di Meloni non è all’altezza della gravità della situazione innescata da Trump e rivendicare, come ha fatto in Parlamento, l’equidistanza tra il presidente Usa e l’Europa attesta che la presidente del consiglio ha più a cuore il rapporto con l’alleato sovranista rispetto agli interessi del paese. Sui dazi finora non abbiamo ascoltato nessuna presa significativa di distanza, forse preoccupata di non rompere definitivamente con Salvini e la Lega. L’Italia della destra guarda con fastidio a una Unione europea forte e unita. Cosa che è invece la premessa, come indicano anche le forze produttive del Paese. La sottovalutazione è la conseguenza di un atteggiamento arrendevole nei confronti di Trump e delle sue politiche sovraniste e separatiste. A Trump interessa governare gli equilibri mondiali per affermare i grandi interessi. Sta succedendo anche nei conflitti in atto, in Ucraina e a Gaza. L’idea predominante non è la pace duratura ma come con altri oligarchi ci si divide i bottini di guerra”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Agricoltura, intervistato dal quotidiano “il manifesto”.
“ Il PD continua a sensibilizzare il Parlamento e il governo sulla drammatica situazione di Gaza. Meloni e l'esecutivo rompano il silenzio e l'inerzia che gettano vergogna e colpa sul nostro Paese. È l'ora di riconoscere lo Stato di Palestina e mettere in campo azioni politiche per fermare il massacro.
Nella nebbia di silenzio e di rassegnazione che avvolge da un anno e mezzo l'Occidente democratico, sembra che abbiamo bisogno di azioni individuali da assumere a simbolo, storie di eroi che, purtroppo, quando si parla di Palestina sembra abbiano perso di valore”. Così la deputata dem Rachele Scarpa interevendo in Aula di Montecitorio.
“Non basta – continua la parlamentare PD - la storia di Hamdan Ballal, regista premio Oscar, aggredito in casa sua da coloni israeliani e poi arrestato dall'Idf in ambulanza dove stava ricevendo soccorso. Non basta raccontare la violenza sistematica e crescente dei coloni in Cisgiordania che, con oltre 900 check point, rendono impossibile la vita dei palestinesi. Non bastano le storie dei 208 giornalisti uccisi e del medico Abu Safiya, rimasto fino all'ultimo a soccorrere i pazienti che non si potevano muovere nell'ospedale che stava venendo evacuato. Non bastano gli oltre 15 mila bambini uccisi e tutti quelli che si porteranno il dolore per il resto della loro vita. Il massacro deve avere fine”, conclude Scarpa.